di Adelina B. Scorda
BIANCO – Delle rassicurazioni avute dai vertici regionali sul blocco dell’ampliamento della discarica di Casignana rimangono solo chiacchiere, il sito di contrada Petrosi a breve vedrà ampliata di circa 500 mila metri cubi la sua capacità di abbanco, un progetto che costerà alle casse regionali ben 4 milioni e 500 mila euro.
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Una scoperta che lascia basiti i sindaci del comprensorio e il comitato no discarica e che non giunge attraverso una comunicazione ufficiale da parte del dipartimento ambiente della Regione, ma attraverso la lettura di un decreto regionale datato 20 dicembre 2013.
Nel decreto si legge: “il dipartimento aveva promosso, sin dal mese di marzo 2013, con avviso pubblico manifestazione d’interesse rivolta a tutti i dipendenti regionali che però è rimasta priva di riscontro, occorre pertanto procedere con d’indizione di una gara a procedura aperta per l’individuazione di un professionista esterno a cui assegnare il servizio di direzione dei lavori, assistenza al collaudo, liquidazione, tenuta dei registri contabili e coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione dei lavori di ampliamento della discarica di Casignana”.
A conti fatti, non ci sarebbe nessuna comunicazione da parte della regione sull’imminente avvio dei lavori in discarica ai sindaci dei comuni ricadenti nel comprensorio del sito, che a più riprese avevano espresso la loro contrarietà ad un eventuale ampliamento e che richiedevano in alternativa il trasferimento dei fondi impiegati per l’avvio della differenziata, ma il tacito proseguo delle procedure che porteranno a breve all’inizio dei lavori nel sito di contrada Petrosi.
Una novità che poco piace al sindaco di Bianco Scordino, che in virtù di queste nuove disposizione ha indetto per domani a mezzogiorno una conferenza stampa alla quale sarebbero stati invitati anche i rappresentanti del comitato “no discarica”. ‹‹È una situazione ambigua – ha dichiarato il sindaco – per la quale vogliamo dei chiarimenti da parte della Regione. A noi non interessa sapere – ha proseguito – se l’avvio dei lavori sia imminente o meno anche perché la nostra posizione è di totale opposizione all’ampliamento della discarica. Tutti sanno cosa è successo e i motivi che hanno portato alla sua chiusura che, nata inizialmente per il conferimento dei sette comuni limitrofi, ha finito per ospitare i rifiuti di mezza Calabria, in modo spropositato ed incontrollabile››.
Una preoccupazione che verte innanzitutto sui possibili danni ambientali che un ampliamento della discarica apporterebbe e non secondariamente i conseguenti danni alla salute pubblica. Inoltre aumentare la superficie del sito sino ad una capienza di 500 mila metri cubi, insinua il legittimo dubbio che la discarica non sia solo più a servizio dei comuni dell’area sud della Locride, ma anche di aree in difficoltà di smaltimento.