di Gianluca Albanese
SIDERNO – “Ho deciso di accettare la candidatura perché ritengo fondamentale prendere parte a questo rinnovo del Parlamento Europeo; l’indifferenza verso le istituzioni dell’Unione può rendere complici di un momento storico assai negativo, mentre l’idea di Stati Uniti d’Europa venne fuori subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando si decise di costruire una nuova Europa solidale e pacifica, proprio sulle macerie dei sovranismi e dei nazionalismi che qualcuno vorrebbe riportare in auge. Non si può parlare ai giovani usando slogan da ventennio fascista, perché ciò che ci hanno insegnato i nostri nonni è proprio la solidarietà umana successiva ai disastri di un conflitto bellico”.
Gerarta Ballo, 34 anni, è un’italiana di seconda generazione. Genitori albanesi, lavora da sempre nel campo del volontariato cattolico (Caritas, Suore missionarie di Madre Teresa) e nell’associazionismo laico. Giornalista, ha curato l’ufficio stampa di numerose compagnie teatrali e cura, per il quotidiano “La Stampa” il sito web “Cafè Babel”.
Si candida, da indipendente, nella circoscrizione Sud della lista del Pd alle elezioni del 26 maggio. La incontriamo a margine del lungo tour che la sta portando in giro per il Mezzogiorno e che oggi ha fatto tappa a Siderno.
Le chiediamo innanzitutto del futuro dei fondi europei e del modo migliore per impiegarli. In fondo, sono croce e delizia di chi ha voglia di cimentarsi in un’attività imprenditoriale.
“La nostra idea – spiega – è quella di creare un nucleo operativo di sviluppo e formazione che sappia impiegare i residui dei fondi che tornano indietro perché non coperti da adeguata progettualità, in maniera che possano essere gestiti in maniera diretta tra l’UE e i soggetti attuatori (associazioni, cooperative, imprese) bypassando gli enti territoriali intermedi e tutta quella opaca burocrazia che rende spesso poco fruibili le risorse previste dai bandi. Penso che ognuno abbia diritto a coltivare il proprio talento dove meglio creda, e allora puntiamo a implementare la progettazione europea nei Comuni, che sono gli enti più vicini al territorio, e ad avvalerci di incubatori d’idee come le Università, oltre a stringere un rapporto più diretto con le piccole e medie imprese, anche alla luce delle idee imprenditoriali emerse con la misura di “Io resto al Sud” dell’ultimo governo di centrosinistra, che ha riguardato soprattutto progetti incentrati su cultura e turismo, rispettando l’ecosostenibilità e la tutela del territorio, permettendo a molti giovani emigrati in precedenza di rientrare nella propria regione”.
Gestione dei flussi migratori.
Per Ballo “E’ evidente che si tratta di una questione europea da gestire sul principio della condivisione per poter fare fronte a un fenomeno di portata globale. La cosa fondamentale è allearsi contro i sovranisti che guardano solo al proprio orticello, finendo per fare il gioco opposto a quello dell’Italia che quasi sempre è meta dei primi sbarchi, costruendo muri e mettendo veti. Chi governa oggi l’Italia vede il Sud come periferico, quando in realtà lo sviluppo del Mezzogiorno è un traino fondamentale per l’intera nazione e per l’Europa. Gli stessi immigrati, poi, sono un capitale umano che spesso vorrebbe fare di più se inserito in progetti di reale integrazione e non oberato dagli adempimenti burocratici legati al rinnovo dei permessi di soggiorno. Di sicuro serve un’Europa più solidale”.
Un’ultima battuta riguarda le misure di contrasto alla povertà.
La candidata del Pd ammette che “La mia esperienza nel volontariato mi ha portato a stretto contatto con chi soffre e ho massimo rispetto di chi ha bisogno del reddito di cittadinanza. Anzi, penso pure che vada riconosciuto al Movimento 5Stelle il merito di aver saputo ascoltare il disagio di molta gente, concependo uno strumento di contrasto alla povertà. D’altro canto, però, sono contro l’assistenzialismo puro e semplice e penso che la cosa migliore sia implementare una misura come il Reddito d’Inclusione del governo Gentiloni, che offre maggiori opportunità di formarsi dopo aver perso il lavoro e aiuta a uscire dal disagio. Il Rei – conclude – offre maggiori garanzie nel lungo periodo ed è più sostenibile”.