R. & P.
Uno spettro si aggira per l’Europa, con radici antiche ma all’altezza della sfida dei nostri tempi, in un contesto ancora grande e terribile in cui avanzano forze ispirate da vecchi e nuovi fascismi e razzismi.
È lo spettro dell’utopia concreta, quell’utopia di un altro mondo possibile che ha trovato reale attuazione nel piccolo borgo di Riace, situato nel meridione d’Italia, nel cuore delle Calabrie.
In una zona, la locride, in cui la criminalità organizzata si esprime con la forza della violenza intimidatoria e con l’uso di legami perversi con pezzi importanti dello stato; in cui ogni speranza di riscatto e di cambiamento che emerge ciclicamente viene ostacolata e depotenziata attraverso le più svariate forme d’interdizione.
Abbiamo la sensazione che alcuni potentati abbiano deciso, attraverso la demolizione politica e giudiziaria dell’esperienza di Riace e di Mimmo, di portare avanti un processo di sconfitta della Calabria democratica ed umana. E siamo preoccupati rispetto ai ripetuti tentativi di forzare le regole dello stato di diritto, perché non vogliamo continuare ad assistere ad una rappresentazione di questa regione solo come luogo in cui spadroneggia la ‘ndrangheta, anche attraverso la disintegrazione di ciò che ha pure rappresentato una concreta applicazione di pratiche di antimafia sociale.
Infatti, molti potenti e prepotenti si sono coalizzati in una sacra caccia alle streghe contro questo spettro e contro Mimmo Lucano, l’uomo che ha reso possibile ed applicato questa nuova speranza di convivenza sociale tra diversi, ispirato dagli ideali di giustizia sociale e solidarietà tra e con gli ultimi della terra, i numeri zero, appunto.
Pezzi dello stato, ministri senza scrupoli e razzisti, funzionari statali proni a chi comanda pur di far carriera, potentati del territorio, inquirenti potenti adusi ad ambire ad alti incarichi politici: in tanti vogliono stritolare in una morsa giudiziaria kafkiana l’uomo divenuto il simbolo degli zero e, ancor di più ma attraverso di lui, vogliono stritolare i suoi ed i nostri ideali.
Non vogliamo né possiamo permetterlo, sapendo di poter contare su una solidarietà straordinaria e contagiosa giunta loro da diversi paesi europei e da tutt’Italia e su una giustizia che ha già in parte dimostrato di avere scienza e coscienza per sapere discernere tra l’abnormità delle accuse e la insussistenza dei fatti realmente accaduti.
Per questo, in occasione dell’udienza del processo che si terrà a Locri il prossimo 11 giugno, chiamiamo ad una forte mobilitazione i cittadini liberi e tutti coloro che credono fortemente nella necessità di restare umani, per stringerci intorno a Mimmo ed all’esperienza di Riace: così da far sentire loro la nostra totale e piena solidarietà, per contribuire a svincolarli dall’accerchiamento e dare nuova linfa vitale alle loro ed alle nostre speranze.
Chi può e vuole, si organizzi e venga a Locri, alle ore 9 in Piazza Tribunale, chi non può esserci manifesti nei luoghi simbolici ritenuti più idonei della propria città.
COMITATO UNDICI GIUGNO
Per adesioni, mail: comitatoundicigiugno@gmail.com
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