(fotogallery e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI – E’ Dee Dee Bridgewater, una delle ultime “autentiche” dive del jazz internazionale, ritenuta la vera grande erede di Ella Fitzgerald, ad aver aperto ieri sera la 19° edizione del Festival Armonie d’Arte, in uno dei luoghi più suggestivi della Calabria, il Parco Archeologico Nazionale di Locri.
Un concerto speciale che ha saputo coniugare i componenti originali del progetto musicale “J’ai Deux Amours”, album che la Bridgewater ha registrato nel 2005.
Un repertorio che ha spaziato da Edith Piaf a Jacques Brel, a Gilbert Becaud e a tutto quel mondo chansoniero francese dell’epoca che questa vera e propria regina del jazz, ha saputo con maestria rievocare, unica in ogni sua performance interpretativa, con il suo inconfondibile stile personalissimo e accattivante, rendendo magica l’atmosfera di una calda serata d’estate, in un luogo dalla storia millenaria.
«Un concerto internazionale per un’apertura speciale»: così ha commentato in apertura di serata, il direttore artistico del Festival, Chiara Giordano, che proprio nel parco archeologico calabrese Scolacium di Roccelletta di Borgia, “Armonie d’Arte” ha la sua tradizionale e storica location, ma la scelta di inaugurare a Locri la 19° edizione, è sembrata fin da subito, in accordo con l’Amministrazione Comunale, un’opportunità reciproca, culturale e sociale, «con un’artista internazionale di rango – ha proseguito – che rappresenterà questa terra per l’energia positiva e il respiro pulsante della storia. L’aspirazione del Festival è infatti coniugare il bello e il giusto, abbinare alla valenza artistica anche il valore simbolico, in questo caso per la scelta del luogo, che nell’immaginario collettivo è associato a stereotipi negativi e che, diventa con la presenza illuminante di una star assoluta dello scenario internazionale, un grande attrattore di attenzione da tutta la Calabria. Andare nel cuore della Magna Grecia ha rappresentato per “Armonie d’arte” la mission di porgere un messaggio culturale che va oltre la semplice e mera proposta di spettacoli, ma che si costruisce e si alimenta di una narrazione della bellezza nel senso più ampio e compiuto del termine».
Sul palco insieme Dee Dee Bridgewater, Ira Coleman al basso, Patrick Manouguian alla chitarra, Marc Berthoumieux alla fisarmonica e Minino Garay alle percussioni.
In circa un’ora e mezza, l’artista statunitense, ha raccontato l’amore “come cifra esistenziale ed emotiva, come orizzonte di senso e di ispirazione”, toccando il suo apice, con la meravigliosa e poetica “Et maintenant” portando in ogni singola nota, quel senso di struggente malinconia che caratterizza la canzone.
Dee Dee Bridgewater interagendo con il suo numeroso pubblico, ha così ripercorso con la sua straordinaria verve nel rivisitare i classici del jazz, uno spettacolo raffinato ed intenso, un vero e proprio viaggio nella musica e nella vocalità afroamericana, nello swing incontenibile, irresistibile ed avvincente.
NELLA FOTOGALLERY E NEL VIDEO A CURA DI ENZO LACOPO RIVIVIAMO ALCUNI MOMENTI DELL’EVENTO
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