DALL’ASSESSORE ALL’URBANISTICA DEL COMUNE DI MARINA DI GIOIOSA IONICA, SISI’ NAPOLI, RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE RIFLESSIONE:
L’Unione dei Comuni della Vallata del Torbido è alla svolta decisiva. Si sta aspettando che Arturo Bianco, di COIM- IDEA,personaggio di straordinarie qualità e capacità,produca il lavoro che gli è stato commissionato dai sei Sindaci della Vallata del Torbido,e saranno convocati i sei Consigli Comunali, congiuntamente, a Gioiosa Ionica, per definire quali servizi sono nella condizione di essere trasferiti da subito all’Unione, per poi passare alla fase, per me la più importante, della partecipazione popolare, superata la quale si convocheranno i Consigli Comunali di adesione all’Unione.
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È, questo, un processo iniziato circa due mesi fa, e che ha visto la convinta partecipazione di tutti gli attori di questa bellissima vicenda e sta per concludersi, con buona pace di chi non ci crede. Resta comunque il tempo, per chi avesse in mente alternative, ovvero proposte, che aiutino i Comuni ad uscire dallo stato di estrema difficoltà a gestire in proprio i nove servizi essenziali che restano di competenza degli enti locali.
In particolare dopo gli ultimi sette anni,nei quali i Governi, di tutti i colori per la verità, si sono accaniti con particolare ferocia i sui bilanci dei Comuni, falcidiando i trasferimenti riducendo drasticamente le risorse. Nonostante il contributo degli Enti Locali alla voragine del debito pubblico sia stato assolutamente irrisorio (fatto 100 il disastro del debito, è stato stimato 2,5% la quota da addebitare ai Comuni) rispetto al contributo dato dall’amministrazione centrale dello Stato. Le strade che gli amministratori locali hanno a disposizione per cercare di garantire ai propri cittadini un minimo di servizi,sono quelle che consentano una riduzione dei costi di gestione ed una razionalizzazione nell’utilizzo delle scarse risorse umane e materiali residue.
Mettere insieme tutto ciò, non significa azzerare le specificità. Mi piace pensare che l’Italia è il Paese dei Comuni, della loro storia, cultura, tradizione. L’Unione non tende alla liquidazione di tutto ciò, anzi. Essa è una grande opportunità, per le cose che prima dicevo. Deve tendere ad unire ciò che è omogeneo e che può trovare elementi di comunione.
La Vallata del Torbido ha queste caratteristiche, sicuramente per gli Amministratori locali,ma anche per chi si accosta alla questione senza pregiudizi e posizioni ideologiche. Non vedo affatto, come alcuni sostengono un senso all’unione di comuni della Locride. Ancora non si è spenta l’eco dell’inutile “dibattito” sulla provincia della Locride. E basterebbe analizzare il ruolo dell’associazione dei comuni della stessa Locride, che negli ultimi venti anni non è riuscita a scrivere una agenda credibile e a diventare vero interlocutore istituzionale. Nel momento in cui si fa un gran parlare di riforme elettorali e di riforme istituzionali, forse sarebbe utile uscire dal provincialismo che ammorba la politica Calabrese e locale per contribuire a spostare il dibattito dalla propaganda alle reali esigenze della nostra terra. Per fare un esempio: l’abolizione delle provincie senza un organico riassetto della struttura istituzionale, non rischia di allargare il baratro che separa i comuni, in particolare i più piccoli,dal centralismo regionale?
L’istituzione Regione ha rispettato in questi 40 anni di vita, quelle che erano le prerogative per cui era nata? Oppure,come io credo è divenuta, via via, un apparato centralistico che tutto controlla e gestisce (sic!) e che è anni luce lontana dallo strumento di programmazione e indirizzo che avrebbe invece dovuto rappresentare.
Tolte di mezzo le Province il comune di Martone, di Grotteria o di Marina di Gioiosa Ionica, da soli, quali punti di compensazione si ritroveranno rispetto al gigantesco apparato del centralismo regionale? Basterebbe valutare il ruolo paralizzante che questi apparati rappresentano nella straordinaria partita del Fondi Strutturali Europei. Come può un Sindaco, sia pure di un centro più grande superare lo scoglio rappresentato dal muro di gomma contro cui va a sbattere ogni volta che, col cappello in mano cerca di farsi ascoltare? Resta, tra le poche opportunità, l’Unione che rappresenterà una figura istituzionale intermedia, forse, in grado di interloquire. Non sta scritto da nessuna parte che debba essere così. Ma all’orizzonte non vedo altre possibilità.