di Adelina B. Scorda
BOVALINO – ‹‹Se l’ampliamento della discarica ci sarò oppure no, solo un team di tecnici potrà stabilirlo››. È quanto ha riferito l’assessore all’ambiente regionale Francesco Pugliano, nell’ambito del convegno tenutosi questa sera al circolo Conca Glauca a Bovalino.
‹‹Nessuna istituzione ad oggi, visto e considerato l’attuale situazione del sito, la consegna dei lavori datata 2011 e le vicende giudiziarie che vi ruotano attorno ha facoltà decisionale in merito. Solo dei tecnici (della cui nomina e richiesta si fa menzione nell’ordinanza regionale del 20 dicembre nella quale si legge: “il dipartimento aveva promosso, sin dal mese di marzo 2013, con avviso pubblico manifestazione d’interesse rivolta a tutti i dipendenti regionali che però è rimasta priva di riscontro, occorre pertanto procedere con d’indizione di una gara a procedura aperta per l’individuazione di un professionista esterno a cui assegnare il servizio di direzione dei lavori, assistenza al collaudo, liquidazione, tenuta dei registri contabili e coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione dei lavori di ampliamento della discarica di Casignana”) potrebbero, eventualmente, richiedere le rispondenze dei canoni progettuali attraverso le quale verificare se esistono le condizioni per procedere all’ampliamento del sito››.
Nello specifico solo un parere tecnico potrebbe bloccare l’ampliamento della discarica di Casignana decretandone la bonifica e la messa in sicurezza, eventualità che dipende esclusivamente,appunto, da valutazioni tecniche. Nel caso in cui, non ci dovesse essere nessuna richiesta di perizia, controllo e analisi del sito, perché non ritenuta necessaria, all’ora l’ampliamento di 500 mila metri cubi sarà effettuato. Una possibilità che sindaci, cittadini e il comitato “No” alla discarica di Casignana sperano non si verifichi, ma che anzi si valuti seriamente quella che considerano l’unica soluzione possibile per tutto il territorio: la chiusura e la bonifica del sito.
Molte le criticità della discarica riscontrate negli ultimi tempi, non solo da comitato, ma anche e soprattutto dall’Arpacal che più volte ha richiesto e segnalato agli organi di competenza, sindaco prima e commissari poi, la necessità di portare il sito ai livelli di sicurezza previsti dalla legge. Il sito, risulta ad oggi è privo di videosorveglianza, non presenta alcun tipo di recinzione degna di questo nome, i teli di copertura non sembrerebbero saldamente fissati e la vasca di emergenza che dovrebbero fungere da tampone in caso di piogge è stracolma di un liquido che sembrerebbe di colore identico a quello del percolato.
Le piogge torrenziali degli ultimi giorni sembrano aver aggravato la deficitaria situazione già esistente. Alcuni cittadini hanno, infatti, segnalato il pericolo di esondazione della vasca di emergenza e l’attuale fuoriuscita di percolato della vasca di cemento orami piena fino all’orlo e oltre. Ma a preoccupare è il quantitativo di percolato che si starebbe riversando nel torrente San Antonio, ricadente nel comune di Bianco, che si trova sul lato destro a monte della discarica.
Un evento simile, risulterebbe molto strano anche perché significherebbe che al momento oltre ai deficit già registrati dall’Arpacal se ne sarebbero aggiunti dei nuovi causando la fuoriuscita del liquido all’esterno del perimetro della discarica. Intanto continua a piovere e l’allerta aumenta.
Tutto questo accade proprio mentre a Bovalino, l’assessore Pugliano, alla presenza dell’amministrazione di Bovalino, di Bianco, del consigliere regionale Pietro Crinò, del consigliere provinciale Alessandra Polimeno, e di una nutrita partecipazione cittadina enuncia i progetti che la regione avrebbe in serbo in tema di rifiuti.
Un finanziamento di ben 250 milioni di euro per l’ammodernamento del sistema impiantistico diretto al riuso al recupero del rifiuto, attraverso la realizzazione anche di cinque stazioni di compostaggio anaerobico, il tutto orientato alla lavorazione e al recupero di materie prime e secondo anche in vista della direttiva UE n. 31 sulle discariche, la quale stabilisce che i rifiuti da collocarvi devono essere trattati in precedenza, ossia devono subire alcuni “processi fisici, termici, chimici, o biologici, inclusa la cernita, che modificano le caratteristiche dei rifiuti allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa e di facilitarne il trasporto o favorirne il recupero.
Una serie di progetti che per il momento rimangono tali, vista anche la situazione di emergenza che potrebbe crearsi nei mesi avvenire a causa della prossima saturazione della discarica di Pianopoli, del rifiuto di Cosenza di dotarsi anche di un impianto di smaltimento, tutte condizioni che potrebbero portare il sistema rifiuti nuovamente al collasso. A denti stretti Pugliano, afferma, infatti, la possibilità che si crei la necessità di inviare i rifiuti calabresi anche fuori Italia se non si dovesse giungere presto ad una soluzione definitiva.