R. & P.
Al
Garante per la Persona disabile
del Comune di Bovalino
Dr.ssa Maria Rita Canova
“Trovate sempre il coraggio di parlare. Perché i silenzi pesano come le pietre. E le pietre diventano muri. E i muri dividono”.
Tempo fa ho letto questa frase che mi ha colpito molto. Quando si parla di integrazione e di disabilità, soprattutto riguardo ad episodi di discriminazione, diventa fondamentale il ruolo assunto dai mezzi di comunicazione. Pubblicare lettere di denuncia scritte da singoli o da associazioni su casi specifici, diffondere studi e dibattiti sui temi della violazione dei diritti delle persone con disabilità o svolgere inchieste giornalistiche serve a dare visibilità alle rivendicazioni della società civile. E serve ad abbattere quei muri costruiti con le pietre dell’indifferenza.
Egregia Dottoressa Canova, abbiamo letto la Sua risposta alla nostra segnalazione. Non abbiamo fatto alcun riferimento alla comunità bovalinese, che non c’entra nulla con questo spiacevole episodio. Ci è stato riferito che il fatto è successo a Bovalino perché quel tratto di spiaggia viene identificato così. Non abbiamo misurato se il confine con Ardore fosse stato realmente superato, anche se di pochi metri. Forse perché nella sostanza non avrebbe cambiato nulla, non essendo direttamente interessate le rispettive comunità. Ci è bastato vedere superato il confine del pregiudizio e della discriminazione, che indigna tutti. Nella Sua nota parla di discrezione. Nella nostra segnalazione non ci sono nomi o elementi che possano far identificare i soggetti coinvolti. Parla di riservatezza. Questi episodi non possono essere taciuti, come una sorta di omertà e vergogna. Vanno portati all’attenzione dell’opinione pubblica come azione di conoscenza e sensibilizzazione sul tema, proprio per abbattere quegli odiosi muri. Come ben saprà inoltre, accade spesso che gli episodi denunciati vengano poi utilizzati per importanti studi su questi fenomeni, a cui tutti noi attori istituzionali siamo chiamati a fornire un concreto contributo.
Una segnalazione rispetto ad una discriminazione, fatto assolutamente usuale quando si tratta dell’attività istituzionale di un Garante, quali altri canali dovrebbe avere, se non quelli della denuncia finalizzata alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Comprenderà che non sono casi da trattare nella riservatezza di uno studio professionale.
Non è nostro interesse sapere se utilizzerà in seguito la stampa o i social, rientra nelle sue prerogative l’uso degli strumenti di informazione. A noi interessa la comunicazione istituzionale. E ogni volta che si verificherà un episodio di discriminazione, troverà sempre una nostra segnalazione.
Cordiali saluti.
Maria Alessandra Polimeno
Capogruppo
“Gruppo Consiliare Nuova Calabria”