di Antonio Guerrieri *
LOCRI – A distanza di otto anni dalla sua costituzione e dal suo quasi immediato epilogo si ritorna a Locri a parlare di Consulta Giovanile. Nei giorni passati, principalmente su Facebook, la consigliera delegata alle Politiche Giovanili Domenica Bumbaca ha più volte invitato i giovani locresi all’appuntamento di questo pomeriggio svolto nella sala consiliare del Comune e preannunciato anche attraverso la stampa.
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Nata nell’ottobre del 2006 la Consulta giovanile, fu istituita all’unanimità con Delibera Consiliare n°50/2006. E’ proprio la consigliera Bumbaca, che di quella consulta è stata tra le principali anime, a fare gli onori di casa con i saluti e un breve excursus su quella esperienza citando a sommi capi la composizione, gli scopi e le possibili motivazioni per il mancato e auspicato successo. Oggi come allora lo stesso amministratore di riferimento: il sindaco Giovanni Calabrese, all’epoca assessore alle Politiche Giovanili.
Sulla base di queste motivazioni ha quindi manifestato chiaramente qual è l’indirizzo “politico” che l’attuale amministrazione comunale ha in mente: partecipazione dei singoli giovani cittadini in forma personale e non in rappresentanza di associazioni o organizzazioni come era avvenuto in passato, per favorire l’espressione dei singoli e il confronto diretto con l’amministrazione comunale. Associazioni che in realtà sono state invitate all’appuntamento odierno, ma non formalmente, bensì chiedendo loro di diffondere l’invito tra i propri iscritti in qualità di singoli.Tra loro la consigliera Bumbaca cita, indicandole tra i presenti, l’associazione Giovani per la Locride, gli scout, la Libertas. L’età indicata, tra i 15 e i 25 anni, è stata scelta, spiega ancora la Bumbaca, per limitare il più possibile l’inevitabile possibile “disagio” dovuto alla differenza d’età tra giovani di 15 e di 30 anni come era previsto in precedenza.
“L’input per rilanciare questo importante strumento è arrivato dai ragazzi di Locri e non, come si potrebbe pensare, dall’amministrazione comunale” dichiara la poliedrica giovane consigliera comunale e cita la dinamica azione di lobbyng di Marco Cavaleri, giovane locrese, indicato come il principale fautore di questo rilancio e per questo invitato a parlare ai numerosi ragazzi presenti. A seguire l’intervento di Ivan Giannotti, in rappresentanza di sé stesso, pur essendo presidente dell’Associazione Culturale “Giovani per la Locride” che si dichiara “fan delle consulte, strumento utilissimo alla partecipazione e all’aggregazione giovanile”.
E’ poi la volta di Giulia, studentessa di 17 anni, che sulla Consulta ha un giudizio più che positivo: “E’ una grande opportunità, siamo sempre considerati ragazzini, ma abbiamo tanto da dire ed è bello essere presi in considerazione. E’ però vero che se non ci muoviamo noi giovani e non ci viene dato spazio difficilmente possiamo dire la nostra”.
Anche il sindaco, dopo i saluti e gli auguri della consigliera Mollica delegata alle politiche sociali, fa un breve excursus sulla passata esperienza della consulta giovanile comunale ammettendo il mancato funzionamento dovuto, a suo dire, alle difficoltà di quel momento storico a Locri e allo scarso interesse da parte delle realtà giovanili. Parla poi della sua esperienza politica ed amministrativa dichiarando che “fare il sindaco è il risultato più importante per chi fa politica, più di ogni altro ruolo. Essere al servizio della propria città da più soddisfazioni rispetto anche al diventare parlamentare o assessore provinciale e regionale”.
Si annuncia, poi, l’imminente completamento del centro di aggregazione giovanile di Piazza De Gasperi, realizzato e portato a termine dalla sua giunta grazie ad un finanziamento intercettato dall’amministrazione Lombardo, che potrà rimediare alla mancanza di aggregazione, allo stare poco insieme soprattutto al di fuori del mondo virtuale che, per ammissione dello stesso sindaco, è importante per un rapporto diretto, come già sta avvenendo tra lui stesso e i giovani locresi, ma che non può sostituire l’aggregazione nel mondo reale. Anche il presidente del Consiglio comunale, Miki Maio, ha ribadito in chiusura l’importanza della consulta e l’ampia condivisione che all’epoca ebbe in Consiglio Comunale la sua istituzione tra tutte le parti politiche.
Invitato ad intervenire, chi scrive, già presidente della Consulta provinciale degli studenti di Reggio Calabria e componente della “vecchia” consulta giovanile, ha dichiarato: “La scelta dell’amministrazione comunale è chiara e legittima, ma dispiace che le associazioni siano rimaste di fatto escluse”. Ha poi chiesto al sindaco delucidazioni sullo stravolgimento dello Statuto del Consiglio provinciale dei giovani, a cui partecipa di diritto il presidente della Consulta comunale di Locri, avvenuto nel periodo in cui Calabrese era assessore esterno (e quindi non componente del Consiglio) e che ha previsto l’esclusione della rappresentanza associativa a favore di “figliocci” nominati personalmente in ogni territorio dal consigliere provinciale di riferimento.
A questo proposito Giovanni Calabrese ha ammesso che a volte la politica sbaglia, allontanando i giovani con decisioni discutibili, e non è escluso che il Comune si faccia portatore di una richiesta di revisione della decisione maturata a suo tempo dall’amministrazione provinciale. Prima dell’incontro è stato contattato da Lente Locale il primo e unico presidente della “vecchia” consulta, Giuseppe Marrapodi laureando in Architettura e per questo motivo non presente all’assemblea. “Sono ovviamente a favore di un rilancio della consulta, e posso comprendere le motivazioni che hanno portato a ridurre la forbice d’età dai 15 ai 25 anni rispetto ai 30 previsti dal vecchio statuto. E’ vero che per molti aspetti a 26 anni non si è più considerati giovani, ma è anche vero che non sono rari gli esempi in cui per bandi o discipline normative l’età “giovanile” arriva ai 29 o addirittura ai 35 anni”.
Sull’esperienza passata ammette “fu purtroppo un generale fallimento pur se con molti aspetti positivi tra cui l’entusiasmo iniziale e le iniziative del “Mundialito” o del centro di aggregazione giovanile sul lungomare a cui la Consulta ha contribuito non solo in termini di energie, ma anche di risorse, sfruttando buona parte del piccolo stanziamento messo a disposizione dal Comune. Auspico una maggiore partecipazione e che la consulta non si trasformi in una grande associazione, un calderone, ma che piuttosto che favorisca la creazione di nuove realtà associative in linea con lo spirito delle consulte che sono in primis strumenti di confronto tra le diverse realtà e le istituzioni, prima di tutto il comune. Per cui mi auguro una maggiore presenza delle associazioni e dei rappresentanti, ad esempio d’istituto, limitando la partecipazione diretta dei singoli.”
*partecipante al laboratorio di giornalismo di Lente Locale ed Ombligo de la Luna