di Emanuela Alvaro
SIDERNO – Giugno 2014, una data importante per lo sviluppo consapevole alla quale, però, buona parte del territorio locrideo arriverà impreparato. La data si riferisce al termine ultimo per la realizzazione del PSC, il Piano strutturale comunale, strumento di sviluppo territoriale condiviso, rispetto al passato, con la popolazione, con chi di questo deve fruirne quotidianamente.
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Un lavoro, per chi lo sta predisponendo, lungo e minuzioso. Alcuni Comuni, come Locri, si sono avvalsi della consulenza di professionisti del settore, ingegneri e architetti, per giungere alla predisposizione di quello che sarà, forse, una delle poche carte vincenti, ancora da giocare, per un territorio, come la Locride, fino a questo momento non compreso e valorizzato appieno.
Il PSC è uno strumento di pianificazione territoriale ed urbanistica a scala comunale, disciplinato dalla Legge della Regione Calabria numero 19 del 16 aprile 2002, e successive modifiche, normativa che detta alle amministrazioni comunali le linee guida per realizzarlo, andando a sostituire il PRG, il Piano regolatore generale, quello che fino ad ora è stato lo strumento di governo del territorio comunale.
Tra il PSC ed il PRG, le differenze sono sostanziali, anche solo per l’approccio. Al contrario dei PRG, i futuri Piani strutturali comunali non hanno carattere prescrittivo, non determinando in modo diretto l’edificabilità del suolo. Con questo nuovo strumento si danno gli indirizzi per quella che dovrà essere la gestione del comprensorio comunale, partendo da quello che sempre di più è un’indicazione fondamentale per uno sviluppo consapevole e compatibile con le esigenze future.
Infatti con il PSC si punta alla valorizzazione delle risorse esistenti da sviluppare dal punto di vista economico e sociale, ponendo massima attenzione agli aspetti della qualità urbana ed ambientale. In sostanza si prefigura l’assetto territoriale futuro con la netta consapevolezza che ad orientare e convogliare le strategie di intervento debbano essere i valori del territorio e del paesaggio, piuttosto che l’edilizia fine a se stessa.
Avvalendosi del PRG le amministrazioni comunali hanno fino ad ora determinato le direttive per lo sviluppo urbanistico ed edilizio, individuando le zone edificabili con la loro specifica destinazione e densità edilizia e quelle non edificabili, destinate ad altro.
Nello specifico, anche già solo dalla definizione dei piani strutturali comunali, si capiscono in modo chiaro le diversità. Il PSC viene definito come strategico, ed è proprio questo che rappresenta uno dei principi innovativi che caratterizza il nuovo strumento. Due gli elementi che contraddistinguono il PSC, la componente strategica e quella strutturale.
La prima si riferisce a quella parte del piano a contenuto e natura politico programmatica, attraverso la quale si va a dichiarare il reale valore delle risorse presenti nel territorio, indicando lo scenario più realizzabile possibile, quindi attinente alla realtà, lo scenario di tutela, lo sviluppo urbano e territoriale che si intende ottenere e le strategie per conseguirlo.
Con la componente strategica, il PSC non è solo uno strumento di assetto del territorio, ma uno strumento a carattere complesso e plurisettoriale che, a partire dalle condizioni del territorio stesso e dalle risorse, delinea strategie di governo dell’assetto fisico, dello sviluppo economico sociale, quindi prospettive e scenari di lungo periodo.
Il secondo carattere distintivo del PSC, la componente strutturale, si riferisce all’organizzazione e all’assetto del territorio per realizzare gli obiettivi strategici che si intendono perseguire. Nella sostanza il piano di riferimento nel medio e lungo periodo.
Il PSC dovrà essere coerente con gli strumenti legislativi e di pianificazione a carattere sovraordinato, avendo ben presente una visione cooperativa e dovrà essere compatibile con le scelte e le trasformazioni previste nei PTCP e PTCR, piano territoriale di coordinamento provinciale e piano territoriale di coordinamento regionale, compatibile cioè con le “specifiche condizioni dell’assetto morfologico, economico e sociale e delle risorse ambientali”.
Inoltre, rispetto alle finalità dello strumento precedente, gli obiettivi del PSC tendono alla realizzazione di uno sviluppo sostenibile, indispensabile per la promozione dello sviluppo locale. Obiettivi raggiungibili esclusivamente tutelando e valorizzando il paesaggio, tenendo conto dell’uso del suolo, basandosi sulle condizioni e le risorse ambientali, naturali e storico culturali disponibili, puntando al miglioramento della qualità della vita e della sicurezza dei cittadini e ad un assetto sostenibile del territorio mediante la promozione della qualità ambientale ed il controllo dei rischi.
Una visione sostanzialmente diversa rispetto al passato di considerare il territorio, utilizzandolo con più consapevolezza e rispetto, andando a puntare su quello che lo stesso può offrire naturalmente. Territorio della Locride che più di altri dovrebbe essere sviluppato in questo senso, ma questo sembra essere stato compreso ancora da pochi.