di Emanuela Alvaro
SIDERNO – Prendendo ad esempio due Comuni vicini, ma in questo momento, più che mai lontani dal punto di vista della pianificazione territoriale, si può capire i diversi modi di procedere per sviluppare il Piano strutturale comunale.
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Locri a giugno 2014, salvo complicazioni dell’ultimo minuto, si troverà ad avere grazie al PSC uno sviluppo futuro del territorio, partecipato e pianificato. Siderno, nelle migliori delle ipotesi, un commissario ad acta che lo faccia giungere, ovviamente non rispettando la scadenza, al piano, scontando la bassa consapevolezza dei cittadini, poco informati da chi di competenza, rispetto alle opportunità che lo stesso può mettere in campo, se ben sfruttato, per la città.
Parlando di PSC ciò che veramente fa la differenza rispetto al passato è il concetto di “pianificazione partecipata – concertata”. L’esempio calzante di questo pensiero è il questionario a cui ai cittadini è stato chiesto di rispondere, ad una delle prime riunioni organizzate a Locri, per arrivare alla realizzazione del PSC. Domande attraverso le quali gli stessi hanno potuto indirizzare le scelte future di sviluppo del posto in cui vivono e vivranno.
Il processo che porta alla realizzazione del Piano strutturale comunale è scandito da tre tappe mutuate dal “processo di visioning”, metodo per favorire la partecipazione dei cittadini utilizzato dagli anni 90 negli Stati Uniti e poi in Europa.
“Chi siamo e dove siamo”, la prima tappa. Nel complesso lo scenario di riferimento o di partenza. La definizione del quadro conoscitivo e del capitale sociale, in sostanza l’analisi dello stato in cui si trova il territorio comunale. Un quadro critico dal quale inevitabilmente dovranno emergere i punti di forza e le risorse del territorio che, grazie al piano, verranno preservate e valorizzate, ma anche i punti deboli, quindi tutte le carenze, i fabbisogni non soddisfatti e le condizioni di degrado, situazioni a cui il piano dovrà ovviare.
“Dove vogliamo andare” quindi lo scenario obiettivo, basarsi su quanto emerso dalla prima tappa, per individuare gli obiettivi del piano.
“Come ci arriviamo”, quali strade intraprendere per raggiungere quanto con la seconda tappa ci si è prefissati. Strategie ed azioni per raggiungere gli obiettivi.
Perché un PSC possa essere considerato valido, al suo interno dovrà contenere, quindi, l’individuazione del sistema infrastrutturale, viabilità e trasporti; la classificazione del territorio comunale che vada ad individuare le aree urbanizzate, quelle urbanizzabili e il territorio agricolo forestale; le risorse naturali ed antropiche del territorio, i caratteri, i valori e la loro trasformabilità, le vulnerabilità ed i vincoli a carattere europeo, nazionale e regionale previsti per la loro tutela e conservazione; uno studio dei caratteri geomorfologici, idrogeologici, idraulico forestali ed ambientali, la valutazione del rischio sismico, geologico ed idrogeologico esistenti.
Per ultimo in un PSC non dovrà mancare una “Carta di sintesi” dei diversi sistemi ed ambiti in cui si struttura il territorio comunale, indicando per ciascuno le modalità di intervento e i possibili usi in funzione delle caratteristiche.
Tutto questo studio e lavoro progettuale porterà il PSC a disciplinare l’uso del territorio, individuando quella che sarà la “spina dorsale” della nuova concezione di una città, il sistema relazionale. Un sistema territoriale ed urbano costituito al suo interno da sottosistemi, viario, di trasporto, delle reti di servizio e telecomunicazione e la localizzazione delle infrastrutture ed attrezzature pubbliche di maggiore rilevanza.
Un disegno strutturale da specificare in modo ancora più minuzioso, andando ad individuare gli “Ambiti territoriali unitari”. Gli ATU comprenderanno gli ambiti a carattere storico, le porzioni di territorio urbanizzato, nelle quali sarà possibile un intervento diretto in base alla loro elevata dotazione infrastrutturale, le porzioni di territorio urbanizzato da sottoporre a intervento di riqualificazione in riferimento al complessivo stato di degrado, le aree interessate da edificazione abusiva, gli ambiti di tutela del verde, gli ambiti da destinare ai nuovi insediamenti, individuazione degli ambiti destinati alle attività industriali, le aree necessarie ai fini della Protezione civile, gli ambiti a valenza paesaggistica ed ambientale e le aree agricolo – forestali.