R. & P.
Parto subito con una constatazione desolante: la maggior parte delle ristrutturazioni di appartamenti sono totalmente abusive.
Qualunque tipo di lavoro edile (compresa la sostituzione di impianti tecnologici, o il rifacimento di un bagno), che venga eseguito in un edificio, trasforma il Proprietario in Committente, Responsabile dei lavori, Responsabile della Sicurezza e Datore di Lavoro. Il problema è che la maggior parte dei proprietari, forse, non lo sa!
Nella personale esperienza di Consulente per il Lavoro, tra Lavori edili, Committenti, Imprese, Ispettorato Territoriale del Lavoro e Inail, ho avuto modo di verificare come, nella quasi totalità dei casi, il processo che viene messo in atto in una ristrutturazione è il seguente:
1) il Proprietario di casa ad un certo punto si rende conto del fatto che, continuando a vivere in una casa ormai decrepita, rischia ogni giorno la vita e la salute;
2) non sapendo come muoversi ascolta il consiglio di qualche parente o amico e decide di chiamare l’”impresa” di Mastro Peppino, pecchì è n’artista, per farsi fare un preventivo;
3) il Proprietario ad un certo punto fa le domande fatidiche a Mastro Peppino: “ma bisogna presentare qualche carta in comune?, bisogna denunciare il Cantiere?”.
Mastro Peppino sa benissimo che sarebbe necessario farlo ma ha bisogno di aprire quel cantiere subito perchè sta rimanendo a secco di liquidi e lavora in nero da una vita, magari nei fine settimana, e quindi la risposta è chiaramente che il Comune non c’entra niente e i lavori possono iniziare immediatamente senza denunciare nulla.
Il proprietario a questo punto si tranquillizza perché chiaramente si fida di una persona che sta nel settore da tanto tempo, quindi da l’incarico di eseguire tutti i lavori a Mastro Peppino che li esegue insieme al suo capocantiere (generalmente il cognato o il genero) e a una serie infinita di operai e altri mastri in pensione.
Affidare i lavori alla ditta di Mastro Peppino, nella maggior parte dei casi, porterà il Proprietario dell’abitazione che, per legge, è il Committente dei lavori, a passare un’esperienza degna di Ulisse nell’Odissea.
In questo articolo non ho né spazio né preparazione adeguata per parlarVi delle conseguenze penali riguardanti la sfera Tecnica. Mi limiterò a mostrarVi le conseguenze, a cui potreste andare incontro, affidando i lavori “di casa”. Mi limito alle manutenzioni ordinarie cioè quelle non soggette a preventiva comunicazione al Comune, a personale non autorizzato e non in regola.
Lavori di manutenzione ordinaria (edilizia libera), non soggette a preventiva comunicazione:
– Manto di copertura: ripassamento (riordino) con coibentazione anche con sostituzione di parti deteriorate della piccola orditura del tetto;
– Comignoli, grondaie, pluviali e faldali: riparazione e sostituzione anche con utilizzo di materiali diversi (rame, acciaio, ecc.);
– Manti impermeabili: riparazione o rifacimento senza modifiche estetiche;
– Orditura secondaria del tetto: riparazione e sostituzione parziale con mantenimento dei caratteri originari;
– Pulitura, ripristino parziale della tinteggiatura, di intonaci e di rivestimenti;
– Infissi e ringhiere: riparazione e ripristino;
– Infissi e serramenti esterni, portoni, cancelli, vetrine di negozi, balaustrate e ringhiere: sostituzione con elementi in tutto identici agli esistenti ammessi anche serramenti con materiali diversi purchè con medesimo disegno;
– Tinteggiatura facciata verso cortili chiusi interni;
– Parti pericolanti facciata: rappezzi e ancoraggi;
– Pavimentazioni esterne (terrazzi, cortili): riparazione e rifacimento purché siano usati materiali con le stesse caratteristiche e colori dei preesistenti; in particolare vanno mantenuti i disegni delle pavimentazioni dei cortili con acciottolati e lastre di pietra di colori diversi.
– Pavimentazioni interne: riparazione e rifacimento;
– Serramenti interni: sostituzione;
– Controsoffittature leggere ed isolanti termoacustici: posa o sostituzione.
– Impianti tecnologici: realizzazione e rifacimento in locali già destinati senza modificare superfici e aperture;
– Reti e apparecchi degli impianti tecnologici, idrici, igienico-sanitari, elettrici, termici, ecc.: realizzazione o rifacimento, utilizzando locali già aventi apposita destinazione, senza modificarne la superficie e le aperture;
– Installazione deposito di gas di petrolio liquefatto di capacità complessiva non superiore a 13 mc.
– Eliminazione barriere architettoniche senza rampe o ascensori esterni o manufatti che alterano la sagoma dell’edificio;
– Installazione impianti solari termici e fotovoltaici – art. 11, c. 3, D.lgs. 115/08 (impianti entro sagoma).
Elenco, non esaustivo, di ciò che comporterà la folle decisione di ascoltare Mastro Peppino:
1) Eseguirete i lavori abusivamente;
2) Non aggiornerete la planimetria catastale (può sembrare una cavolata ma, di questi tempi, non lo è affatto);
3) Non potrete accedere a nessuna delle agevolazioni fiscali che letteralmente, finchè durano, salvano le vostre tasche in una ristrutturazione;
4) Correrete seriamente il rischio di pagare multe salatissime in materia di Lavoro nonché sanzioni penali in materia di Sicurezza del Lavoro.
Forse dette così non Vi spaventano abbastanza perché “tanto in Italia non ti controllano mai”, ma la situazione è molto diversa. L’edilizia sta vivendo, oramai da tempo, di una crisi importante. I Cantieri aperti si contano sulle dita di una mano pertanto è più probabile una visita dell’Ispettorato del Lavoro.
A seconda dei lavori abusivi che si realizzano, le conseguenze possono essere diverse, da una semplice multa (comunque salata) fino a sanzioni penali. Infatti, quando si ristruttura un appartamento o l’abitazione, in qualità di Proprietario/Affittuario sarete individuati come il Committente/Responsabile dei lavori che Mastro Peppino andrà ad eseguire per vostro conto.
Siete i Responsabili dei lavori perché siete voi che scegliete l’impresa e che verificate (così come prescritto dalla legge) che questa rispetti tutti i requisiti stabiliti.
Come Committente, il D.lgs. 81/08 e s.m.i. vi rende responsabili della salute e incolumità delle maestranze dell’impresa prescelta.
In caso di incidente grave o gravissimo, come Committenti potreste essere chiamati a rispondere davanti al magistrato competente dei danni fisici subiti dai lavoratori in questione, assieme al Datore di Lavoro della ditta/impresa prescelta. Ma, se Mastro Peppino è anch’egli “in nero”, oltre che Committenti, sarete individuati anche quali Datori di Lavoro di tutto il personale presente in Cantiere.
Ricapitoliamo:
– Dovete fare dei lavori di manutenzione a casa e, senza rivolgervi preventivamente ad un Ingegnere, Architetto, decidete di chiamare Mastro Peppino con la sua squadra di operai (tutti in nero) ?
Per la legge, in questo caso, Il Proprietario è Committente, Responsabile dei Lavoro e Datore di Lavoro.
– Cosa vi succede se, nel bel mezzo dei lavori, viene in visita l’Ispettorato del Lavoro ?
1) devete denunciare il cantiere all’Inps, all’Inail ed alla cassa edile. Se siete tecnologicamente avanti, potete far da soli, altrimenti vi dovete rivolgere al Consulente del Lavoro che non lavora “a gratis”. Comunque poca cosa rispetto ai seguenti punti;
2) Se sul cantiere vi trovano una sola persona “in nero”, vi beccate la sanzione amministrativa di euro 3.600, riducibili ad euro 1.800 se vi obbligate a contrattualizzare il lavoratore per almeno tre mesi. Parere personale: se il lavoro non dura almeno un mese e mezzo, vi conviene pagare la sanzione massima. Se sul cantiere vi trovano più di un lavoratore in nero, altre alla sanzione appena descritta, vi beccate la chiusura temporanea del cantiere, che è bene precisare può comunque essere adottata dagli Ispettori se riscontrano sul cantiere pericoli per la salute e sicurezza aldilà della presenza di personale al momento dell’accesso ispettivo. Per “sbloccare” il cantiere, vi beccate il pagamento della sanzione di euro 2.000, oltre naturalmente alla regolarizzazione dei lavoratori trovati sul cantiere ed al risanamento delle eventuali irregolarità oggetto della sospensione.
3) Naturalmente, dopo l’accesso ispettivo, i lavoratori regolarizzati vanno retribuiti come da contratto per le aziende edili pertanto sarete costretti a pagare un Consulente del Lavoro.
Ok, supponiamo che i lavori (abusivi) siano filati lisci come l’olio: nessuno si è accorto del vostro abuso e nessuno si è fatto male. Avrete un appartamento rivoluzionato con qualche muro abbattuto e una nuova stanza ricavata per il pargolo in arrivo. Mastro Peppino chiude il cantiere, lascia casa vostra e voi a questo punto credete di poter dormire sonni tranquilli. Non è così ma presumo produrrebbe effetti opposti, il dilungarmi.
Eppure fare le cose in regola è veramente semplice.
Certo, non dovrete essere voi gli esperti di pratiche edilizie e non spetteràa voi perdervi in uffici pubblici a litigare con questo o quell’impiegato comunale. Per fare questo ci sono i tecnici (architetti, ingegneri e geometri). Però dovete anche evitare di dare retta a quello che dice il Mastro di turno…
La buona notizia, è che non tutti gli interventi di ristrutturazione che potete fare in casa necessitano di presentare una pratica edilizia al Comune.
La cattiva notizia è che quasi sicuramente, se avete deciso di ristrutturare casa, le opere che andrete ad eseguire rientrano in quelle che vi costringono a presentare una pratica al Comune.
Quindi scegliete attentamente il tecnico che vi seguirà (architetto, ingegnere o geometra) perché non solo vi aiuterà a compilare correttamente la comunicazione (anzi lo farà lui per voi), ma vi seguirà durante tutto l’arco dei lavori e vi aiuterà a presentare tutte le dichiarazioni obbligatorie e i documenti che andranno presentate alla fine dei lavori.
Chiaramente le pratiche affidate al tecnico sono dei costi in più che so benissimo voi vorreste evitare, però provate a mettere sul piatto della bilancia i vantaggi e gli svantaggi.
Inoltre, capita spesso e volentieri che l’impresa, quando gli chiedete se ha tutti gli operai in regola, vi risponde di sì. E poi vi ritrovate una marea di gente in cantiere che non c’entra niente con l’impresa… purtroppo la maggior parte delle imprese sono ignoranti in materia e considerano tutte le persone a cui subappaltano i lavori come “facenti parte del loro team”. Ma la legge non funziona così. Quindi è vostro obbligo chiedere espressamente se,eventuali impiantisti (o anche i “pittori” ad esempio), sono operai che entrano nell’organigramma ufficiale dell’impresa e quindi contrattualizzati da essa.
Quella che avete letto è stata una descrizione dei principali obblighi che avete verso gli enti pubblici quando decidete di fare degli interventi in casa.
Vi starete sicuramente chiedendo: ma chi me lo fa fare?
La prima risposta non può che essere: la sicurezza della vostra famiglia. Un lavoro fatto in regola con quanto stabilisce la legge e a regola d’arte nell’esecuzione garantisce voi e la vostra famiglia da eventuali danni dovuti a lavori eseguiti male e da multe salatissime che, per risparmiare pochi soldi, vi potrebbero pesare sul groppone per anni.
E l’altra risposta non può che essere: il rispetto della dignità del lavoro. Il lavoratore è a sua volta un padre di famiglia è ha il sacrosanto diritto a lavorare in sicurezza, ad esser retribuito come da contrattazione del settore e tornarsene sano e salvo, magari evitando, nel tragitto, di grattare porcherie di stato e giocarsi il pane in macchinette mangiasoldi, dai propri cari.
Spero davvero di non avervi assillato, chiedo umilmente scusa a Mastro Peppino, sempre ed esclusivamente allo scopo di divulgare informazione in questa amabile e amara terra.
Luigi Errigo
Consulente del Lavoro