di Domenica Bumbaca
Non si finisce mai di imparare. È vero. Impari ogni giorno qualcosa in più che ti porterà ad essere diversa, più matura, e ad emozionarti per ogni piccola cosa. Così succede che, mentre tutti ti dicono: “ah va beh la terza gravidanza ormai sai cosa ti aspetta!”, ti accorgi invece del contrario perché ogni momento dei nove mesi di gravidanza, ogni ecografia, ogni movimento del tuo piccolo, ogni parola del tuo ginecologo, pur conoscendolo da ormai 7 anni, ogni cambiamento del tuo corpo, è tutto diverso.
E in quei nove mesi impari. Impari a relazionarti con chi ti dice che tre bambini sono un impegno e una pazzia, con chi ti guarda e afferma che sei forte; impari a gestire le emozioni e a fidarti di più degli specialisti, impari soprattutto, con l’arrivo di un terzo figlio ad essere più mamma, a non dividere il tuo amore ma a moltiplicarlo, come i miei genitori hanno fatto con noi figli. Impari guardando i tuoi figli mentre ti fanno mille domande e le tue risposte devono essere esaustive perché la curiosità è tanta quanto l’emozione dell’attesa. Impari anche e soprattutto durante le ore del corso preparto. Il mio terzo corso preparto, quel corso a cui tutti mi dicevano di non andare “tanto ormai dopo tre figli sei esperta”. E invece no, ho attraversato quel corridoio del reparto di ginecologia e ostetricia dirigendomi nella sala rotonda e accogliente. La prima volta che seguo qui il corso, le altre volte al consultorio familiare. In ospedale c’è anche questa possibilità di prepararti, con il corpo e la mente, al grande momento seguita da un equipe di ostetriche guidate dall’ostetrico Bruno Palumbo, che quando lo vedi già trasmette serenità e fermezza. Conobbi alcune ostetriche, altre già incontrate in ospedale, durante la festa della mamma organizzata con l’associazione Gadco, quando li invitammo a parlare alle mamme e a sostenere la donazione del cordone ombelicale.
Entrai, dunque, in questa sala accogliente e per 6 incontri imparai. Appresi che, nonostante due figli, quello era un momento unico, perché seguito e vissuto con altre mamme; quello scalciare della mia piccola era un movimento diverso, quel foglio su cui ho apposto la mia firma era sempre più importante perché la scelta di donare il cordone ombelicale, come per la prima e seconda gravidanza, ti permette di poter salvare e dare speranza ad altri. Ho imparato tanto dalle infermiere, dalle ostetriche, dinamiche e cordiali come il personale medico incontrato e condotto dal primario facenti funzioni dottore Giuseppe Macrì, presente ogni mattina per il buongiorno alle pazienti ricoverate. Ti colpisce la premura, accortezza e delicatezza delle puericultrici che accudiscono i tuoi figli dandoti sicurezza. E quando arriva il momento del parto, non sei mai pronta. Perchè il timore, il distacco temporaneo dai tuoi cari, da tuo marito e dai tuoi piccoli bambini, che ti aspettano fuori dalla sala, è immenso e il tuo cuore, già emozionato arriva in gola, e ti stringe così tanto il petto tanto da piangere e commuoverti. Ti prepari al parto e anche tra le parole dell’anestesista, dell’infermiera e dei dottori ginecologi impari che, nonostante fossi già stata lì, è come se fosse la prima volta. E per la prima volta senti il suo pianto, senti il battito del cuoricino di una nuova vita. Proprio lì in ospedale, in quel reparto impari che ogni alba è la più bella. Non c’è una uguale. Ogni alba è una nuova vita in quel reparto dove sorge il sole e impari in quei giorni ad essere mamma, anche attraverso i movimenti e le parole delle altre donne ricoverate.
Ho appreso molto in quei giorni in ospedale e incontrare professionisti che ti supportano è sicuramente un dono.
Così conosci tante ostetriche che ti consigliano e scopri quanta volontà c’è tra medici, infermieri, operatori socio sanitari e quanto offre il reparto, nonostante tutto. Nonostante i tagli alla sanità, le disfunzioni, i reparti in perenne crisi e chiusura di alcuni, nonostante le criticità che l’ospedale di contrada Verga sta attraversando, con disservizi e promesse mai mantenute, porte che si chiudono e burocrazia assurda. Non basta la volontà, ci vuole personale, investimenti, potenziamento degli aspetti assistenziali, perché altrimenti tutto ciò che dovrebbe essere normale potrebbe apparire straordinario. Il reparto di ostetricia non può e non dovrà essere un’isola felice, dovrebbe essere supportato dando efficienti ed innovativi servizi di ginecologia, di neonatologia, il reparto di pediatria non può e non deve contare solo ed esclusivamente sulla buona volontà dei medici, perché le loro professionalità devono poter essere sostenute e non bistrattate. Chi lavora lì ha anche bisogno di strumenti, di rafforzare servizi e metodiche. L’ospedale che dà vita dovrebbe garantire la vita. Nonostante tutto si lavora e lo si fa con passione e determinazione.
Quella passione incontrata nei giorni della nascita della mia piccola Ariel tra le ostetriche, conosciamo e chiacchieriamo con Annunziata Alati per conoscere meglio il loro lavoro e quello che giorno e notte fanno con dedizione, tra un sostegno in sala travaglio e un aiuto durante l’allattamento insieme alle puericultrici.
All’ ospedale di Locri c’è un lavoro di equipe tra ostetriche e ginecologi. Quale le novità e i percorsi attuati?
Abbiamo avviato tantissime novità, i nostri sono percorsi naturali che rendono l’evento parto un momento magico e naturale per ogni donna. Quando una donna partorisce senza anestesia, senza interventi medici strumentali, apprende di essere forte e potente. Il nostro compito è di assecondare tutto questo applicando per ogni donna un travaglio con un percorso naturale. Aiutandola a fidarsi di sè stessa e del proprio corpo.
Tra le nuove metodiche anche l’aromaterapia (ne avevamo già parlato grazie alla testimonianza di una giovane partoriente). In cosa consiste e quale benefici?
L’aromaterapia è un sistema terapeutico e di benessere che utilizza gli oli essenziali e il raggiungimento del benessere psico- fisico. Stimolando in travaglio i cinque sensi, grazie alle diverse miscele di oli, fiori e piante il corpo e la mente si abbandonano per accogliere una nuova vita.
Un reparto che sta lavorando e offrendo molto. Dal corso preparto all’assistenza alle partorienti. Quali altri servizi e/o metodi utilizzati per i parti?
Noi ostetriche proponiamo durante il corso preparto gli strumenti di analgesia naturale. Ogni donna è libera di scegliere il proprio percorso naturale durante il travaglio. Tra le melodie della musicoterapia con l’odore magico dell’aromaterapia, il colore della cromoterapia e con il tatto di un massaggio modulato, la danza del bacino e il tocco della digitopressione. Il calore dell’acqua del vapore e dei getti sensoriali, assecondando tutto con tecniche di respirazione.
Esperienze, percorsi, emozioni che arricchiscono uno dei momenti più belli della tua vita, quando è l’alba di un nuovo giorno, quell’alba che vedrai con occhi diversi e più lucenti.