di Giuseppe Cavallo
PLACANICA – Dopo la giornata intensa di alta spiritualità dell’undici febbraio, che ha registrato la partecipazione di migliaia di persone, presso l’Opera Madonna dello Scoglio, fondata da Fratel Cosimo, ogni mercoledì, sabato e domenica, nel pomeriggio, continuano gli incontri di preghiera con i sacerdoti e Fratel Cosimo. Ma il primo sabato del mese di marzo, un altro importante avvenimento attende i pellegrini devoti della Beata Sempre Vergine Maria.
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Infatti, il primo marzo, allo Scoglio, sarà presente l’arcivescovo di Reggio – Bova, monsignor Morosini, che verrà accolto da monsignor Cornelio Femia, amministratore della diocesi di Locri – Gerace e da Fratel Cosimo Fragomeni, fondatore dell’opera mariana che conta oltre seicentomila presenze annue.
“La comprensione degli altri rientra nella carità verso il prossimo” – ha espresso il servo di Dio e della Santa Chiesa – “Perché non c’è carità senza amore e non c’è amore senza carità.” Concetti, questi, che aveva espresso, a Santa Domenica di Placanica, anche l’undici febbraio, in occasione della Giornata Mondiale del Malato. Dopo aver esortato le migliaia di persone convenute a confessarsi, con i sacerdoti presenti, sempre insufficienti di fronte alla fiumana di anime che allo Scoglio si accosta a questo prezioso sacramento, Fratel Cosimo, nella sua evangelizzazione ha tratto spunto dal passo del Vangelo di Giovanni, capitolo 15, versetti 12, 13 e 14.
“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati” – ha espresso il servo di Dio e della Santa Chiesa – “nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici,” – ha aggiunto, ricordando le parole di Gesù – “se farete ciò che io vi comando.”
L’ultimo mistico vivente, dopo il ritorno al Padre della compianta Natuzza Evolo, ha evidenziato che un altro aspetto della carità cristiana è la comprensione. In merito ha, infatti, detto: “Ognuno di noi può rendere contenti quelli che gli vivono accanto. Basta semplicemente capirli cioè, mettersi col pensiero nella situazione degli altri. Capire gli anziani, capire i poveri, capire gli stranieri, capire i malati, i sofferenti e persino gli atei. Comprendere” – ha spiegato l’amato Fratel Cosimo – “se vogliamo, vuol dire amare. Il rispetto, miei cari” – ha riferito, rivolgendosi all’imponente assemblea – “non consiste soltanto nell’evitare ogni parola che ferisca, ogni parola che sia poco bella, ma consiste in qualche cosa di più importante, cioè di positivo, che dia al nostro fratello, alla nostra sorella, al nostro prossimo, l’impressione di sentirsi un essere prezioso. Ricordiamo sempre, miei cari” – ha continuato – “che il rispetto non deve escludere mai nessuno.” Parole toccanti, importanti, in un momento storico in cui la confusione e la perdita di valori si avvicina più all’epoca in cui si è pervenuti alla caduta dell’Impero Romano o, addirittura, a Sodoma e Gomorra.
Avere una particolare comprensione verso il prossimo non è facile, al giorno d’oggi, proprio perché non si riesce ad intendere che qualsiasi persona è tale. “Un uomo giusto e molto buono, Fratel Cosimo,“ – ha dichiarato monsignor Femia – “a cui il Signore ha affidato un ministero importante, quello di aiutare, consolare, consigliare, indirizzare sulla retta via, il prossimo.”
Effettivamente, se si considera che il mistico placanichese incontra, a colloquio privato, circa cento persone il mercoledì e altrettanto il sabato, di tutte le settimane, mesi e da quasi mezzo secolo, è chiaro che il suo impegno, sacrificio e il suo spirito d’abnegazione mostrano già quante persone possono ricevere aiuto da lui, che si definisce solo un semplice strumento al servizio di Dio e della Chiesa. Una persona veramente umile, Fratel Cosimo, generosa, leale, seria, caritatevole, con un cuore ricco d’amore verso il prossimo.