R. & P.
La data del 26 gennaio si avvicina. Fra 2 mesi e mezzo si vota in Calabria.
Il nostro movimento è da tempo impegnato in un progetto di innovazione politico-amministrativa e di rinnovo della classe dirigente per dare un futuro alla Calabria. Il rischio di andare alla deriva per la nostra regione è molto serio, non possiamo stare con le mani in mano.
Il nostro contributo non vuole essere di testimonianza, ma si propone in termini di azioni concrete per voltare pagina rispetto alle pratiche disastrose delle forze politiche che hanno gestito il governo della Regione negli ultimi 25 anni. In questo senso abbiamo raccolto energie sane dal territorio, aggregato personalità credibili, competenti, con storie limpide e socialmente attive, suggerendo un approccio nuovo alla politica. Abbiamo costruito dal basso e con la partecipazione di gruppi di lavoro qualificati un Programma di riforme serio e fattibile, abbiamo costituito un pacchetto di progetti per tradurre l’iniziativa programmatica in fatti concreti. Abbiamo una squadra di persone di comprovata capacità ed esperienza, in grado di assumere ruoli amministrativi di primo livello e di contribuire a tirare fuori la Calabria dalle sabbie mobili in cui da troppo tempo è arenata.
Ed abbiamo suggerito un percorso di resistenza e di progresso, consapevoli che non possiamo lasciare la guida della Regione nelle mani di chi ha contribuito a determinare il disastro, di chi ha conti in sospeso con la giustizia, di chi persegue interessi personali, di chi coltiva i privilegi del Nord in un’ottica marcatamente antimeridionalista come le lobby fascio-leghiste, di chi non possiede i requisiti fondamentali per rappresentare al meglio la storia, la cultura, l’economia, l’identità della Calabria, di chi vuole inibire l’opportunità di riscatto della nostra comunità. Abbiamo bisogno di una squadra operosa di persone, non di leader parolai avvezzi a vuoti spot televisivi. Servono figure nuove disposte a metterci la faccia, le competenze e la fatica, non dilettanti e menzogneri alla ricerca di poltrone, carriere e vitalizi personali.
Fra le prime riforme che abbiamo in mente c’è il riassetto in chiave democratica e funzionale della macchina amministrativa: non più un governatore padrone, ma un assetto che ridia dignità e valore al consiglio degli eletti; una reale apertura alla componente femminile oggi impedita attraverso subdole azioni maschiliste; la fine dei vitalizi di casta trasversale assumendo le buone pratiche della politica responsabile vigenti nelle regioni migliori.
In questo ottica, l’ipotesi di una coalizione fra tre componenti politiche rilevanti, come PD, M5S, Movimento civico 10 Idee per la Calabria e un Movimento di ispirazione cattolica, è praticabile purchè si considerino alcuni presupposti che abbiamo già avanzato in diverse occasioni: un PD rinnovato con protagonisti avulsi da vecchie pratiche e liberi da condizionamenti di correnti e personaggi non più credibili, un M5S che dia spazio alle persone più qualificate che militano nelle sue fila sul modello del nostro movimento, una figura di Presidente di prestigio riconosciuto a scala regionale e sovra-regionale, competente per il suo profilo professionale e credibile per la risalente partecipazione politica, non certo un alto funzionario dello Stato in pensione con prolungamento di carriera che connoti ancora di più la Calabria come una regione da gestire con approcci commissariali. La storia dell’imprenditore Pippo Callipo parla chiaro e sarebbe un peccato mortale non avvalersi, oggi, della sua disponibilità. Un candidato di ben altra caratura rispetto al caso dell’Umbria, sostenuto da una forza civica di spessore come la nostra, che in Umbria non era presente. L’Umbria non poteva rappresentare un test elettorale valido, d’altra parte: la Regione era già in mano alle destre. E la coalizione potrebbe essere allargata ad altre componenti costruttive e progressiste.
Ma si propone qui un ulteriore elemento di confronto. Atteso che si è disponibili ad una composizione dialettica di programma (il nostro è quasi integralmente disponibile sul sito web www.10idee.it), sarebbe opportuno un confronto sin da ora anche sulla composizione delle liste elettorali. Ciascuna forza della coalizione individui un proprio Garante che “certifichi” la qualità dei propri candidati dal punto di vista delle competenze, del carisma, del potenziale elettorale, dell’integrità sul piano giudiziario in particolare, dell’esperienza in termini di capacità amministrativa e cooperativa. Si dia vita quindi ad un Comitato dei Garanti che definisca in modo rapido ed univoco i criteri di candidabilità dei singoli, sulla base anche delle esperienze nazionali. Si accetti una valutazione incrociata e serena dei curricula e del valore delle candidature. Si giunga alla composizione di una coalizione di liste quanto più possibile coesa, determinata, affidabile, battagliera.
In Calabria si può vincere. Ma non c’è più tempo per sciocchi tatticismi. Non convergere sull’ipotesi di coalizione di cui sopra significa condannare la Calabria ad una nuova stagione scopellitiana, con l’aggravante leghista. Al M5S si chiede anche uno scatto di orgoglio: la gente di Calabria che ha creduto nella spinta al cambiamento alle elezioni parlamentari del 2018, dando un consenso straordinario a questa forza politica, non capirebbe il senso di una latitanza elettorale, e neppure il senso di una tendenza al suicidio politico, atteso che la sconfitta senza combattere in Calabria ed Emilia Romagna, potrebbe portare ad elezioni politiche anticipate, con elevate probabilità di chiudere l’esperienza del M5S alla dimensione di una meteora senza luce.
Domenico Gattuso
Coordinatore del Movimento 10 Idee per la Calabria