di Padre Umberto Muratore
“Allo Scoglio benedetto di Santa Domenica di Placanica ho incontrato le folle del Vangelo”. La mia testimonianza diretta, sull’Opera Madonna dello Scoglio, fondata da Fratel Cosimo Fragomeni da circa dieci lustri deriva dal fatto che ho presenziato, relazionando, alla presentazione del libro delle edizioni San Paolo (già paoline) L’interessante libro, che ho letto tutto d’un fiato porta come titolo Fratel Cosimo.
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Un bagno di luce e racconta la storia vera di Cosimo Fragomeni, tuttora vivente, che nel lontano 1968, all’età di 18 anni, cominciò a vedere la Madonna su un masso (da qui Madonna dello Scoglio). E da allora, sul luogo e con tenacia, egli va attirando folle sempre crescenti di fedeli (circa 600 mila pellegrini all’anno), in cerca di un conforto e di una spinta religiosa che ravvivi o aumenti la fede.
Infatti da quel giorno Fratel Cosimo ha da Dio la grazia di ricevere e svelare i segreti di molti cuori (il povero, il malato, il sofferente, il peccatore, l’indeciso), che egli presenta a Gesù, prima implorando la Sua benedizione per intercessione di Maria, poi rivelando ciò che il Signore gli ispira. Mi aspettavo, se fortunato, qualche decina di presenze. Invece in sala, oltre a Sua Eccellenza l’arcivescovo della diocesi di Reggio Calabria – Bova monsignor Morosini, che ha tenuto una relazione durante la presentazione, all’amministratore diocesano di Locri – Gerace, monsignor Femia, all’autore, a Fratel Cosimo e al moderatore, il giornalista Giuseppe Cavallo, c’erano circa 1500 persone. E non col chiacchierio che precede e accompagna questi eventi.
Erano persone di tutte le età, composte, silenziose, attente. Seppi poi che furono acquistate circa 500 copie del libro. Alla conferenza seguì la messa concelebrata, presieduta dall’arcivescovo Morosini. Quindi una processione con le fiaccole (nel frattempo si era fatto buio), in onore di Maria.
Fratel Cosimo (“fratello” perché fa parte dell’Ordine Francescano Secolare) era con noi, prima sulla cattedra della presentazione del libro, poi mescolato tra la folla. Umile, esile, dal sorriso luminoso e dolcissimo. Osservando quella folla in tutte le fasi della manifestazione, soprattutto durante la messa e la processione, mi parve di assistere ai tempi di Gesù, quando le folle si accalcavano attorno a lui e riempivano ogni spazio. Gli stessi volti assetati di spirito, attenti e al tempo stesso benevoli, contenti e attivi nel partecipare. Una compostezza gaudiosa ma ordinata, che al momento della conclusione si avviò senza schiamazzi al proprio bus o alla propria macchina. Tornavano a casa con la pace nel cuore.
Più volte dissi a me stesso: Qui c’è Gesù, qui c’è Maria, qui c’è la Chiesa, qui la fede rivive per l’ennesima volta l’essenzialità della religione. Tornai anch’io a casa con una nuova dolcezza interiore, grato a Dio per avermi arricchito di quel dono, rinforzato nel desiderio di tenermi stretta l’amicizia e la comunione col mio Salvatore.”