SIDERNO- Organizzato dalla FidapaBPW ITALY sezione di Siderno, insieme con lo Sportello Legale Antiviolenza del Comune di Siderno, si è svolto, presso il Grand Hotel President, venerdì u.s. 22 Novembre, un Convegno dedicato alla Giornata mondiale contro la violenza di genere.
Il titolo stesso “Insieme contro la violenza di genere” indica quanto il problema non sia solo individuale, ma abbracci un insieme di responsabilità. Accanto alle organizzatrici, che pure hanno in parte evidenziato alcuni temi, ci sono stati relatori molto accurati che hanno sviscerato, ognuno nel proprio settore culturale specifico, aspetti principali, contingenti e propositivi, del grave fenomeno che va sotto il nome di “femminicidio”.
Ha aperto con i saluti la presidente Fidapa, avv. Angela Giampaolo, soffermandosi sul valore e sull’origine della celebrazione mondiale del 25 Novembre, dedicata, dall’Assemblea dell’ONU, al sacrificio delle sorelle Mirabar (1960) della Repubblica Dominicana nel giorno della loro ingiusta morte, per mano del dittatore Trujillo. La Fidapa è stata sempre sensibile a tutto ciò che riguarda le donne: il fenomeno è una piaga sociale, occorrono le denunce contro i maltrattamenti subiti e le misure introdotte dal Codice Rosso, e non solo. È necessaria la prevenzione, nelle famiglie, nelle comunità, per educare ai veri valori, veicolare il messaggio del rispetto verso le donne e il superamento di stereotipi negativi.
La Vicepresidente Fidapa del Distretto Sud Ovest, avv. Patrizia Pelle, dopo i saluti,ha illustrato l’impegno portato avanti dalla BPW europea e dalla Fidapa Nazionale in relazione alla Carta dei diritti della Bambina. Sono state coinvolte numerose Istituzioni e Amministrazioni Comunali, anche in Calabria, per fare adottare tale Statuto, facendo riconoscere peculiarità delle bambine che vanno rispettate e sostenute. Ripercorrendo un veloce excursus sulla Parità di genere, ha ricostruito le tappe legislativeche, partendo dal Codice Rocco (sul delitto d’onore), attraverso la Legge di Riforma del diritto di Famiglia del 1975, finalmente nel 1996 dichiarano la violenza sessuale un “delitto contro la persona”, e non più contro la morale pubblica; ha infine chiarito l’importanza dell’istituzione dei Centri Antiviolenza, lamentando l’esiguo numero presente in Calabria.
Dopo la proiezione di un cortometraggio dal titolo A women, di Adel Oberto (Italy 2011),a cura della moderatrice, avv. Cinzia Lascala, Vice Presidente della Fidapa di Siderno, la relazione del sociologo, dott. Francesco Rao, studioso, autore di ricerche in campo sociale, e docente attivo impegnato nel suo quotidiano lavoro a favore dei soggetti svantaggiati,ha trattato il tema dell’Educazione al rispetto e della Ri-educazione degli uomini maltrattanti, sul “prima” e sul “dopo” di un qualsiasi tipo di violenza. Analizzando i comportamenti dei “maltrattanti”, soprattutto all’interno delle famiglie, ha fatto il punto sull’io individuale, e sul noi che caratterizza la famiglia. L’uomo violento, spesso, per affermare il proprio io, si mette la “maschera” della superiorità. Ha sottolineato, poi, che l’io impera parecchio nella società contemporanea, perché anche nel mondo del lavoro domina, evidente, la competizione. Nelle relazioni di coppia, invece di arrivare a imposizioni violente, si dovrebbe capire, accettare, che anche il matrimonio può fallire, che l’amore può finire: ciò sarebbe un salto di qualità, un riprendere da capo la propria vita. Tra i vari riferimenti a vicende d’amore reali e letterarie, e a forme di persecuzioni (stalking), ha citato il caso di Roberta Lanzino, diciannovenne calabrese violentata e uccisa: a suo nome è intitolata la Fondazione e la Casa-Famiglia istituita a Rende, che accoglie giovani donne offese e in difficoltà. Come sociologo ha indicato delle “cure” utili, dei consigli soprattutto agli uomini: l’affetto da lui considerato “l’elisir di lunga vita”, il rispetto, la gentilezza, la disponibilità; ha, altresì, sottolineato l’importanza delle relazioni amicali, la rete di comunicazioni sociali, la solidarietà. E, per chi sbaglia, il riconoscimento della propria colpa.
L’intervento della dott.ssa Giorgia Gibilterra, Maresciallo Ord. Presso il Comando dei Carabinieri di Locri, ha illustrato “Una stanza tutta per sé”, cioè la recente istituzione presso il Comando dell’Arma di Locri di una stanza di audizione, per ricevere, tutelare, ascoltare le donne che denunciano violenze subite. All’inizio della relazione ha presentato una interessante slide, in cui il disegno di un iceberg rappresentava i segni visibili e invisibili della violenza di “genere”, di varie forme di maltrattamenti. Le donne che hanno subito violenza, accolte nella “stanza” (di cui è stata proiettata l’immagine), devono sentirsi a loro agio, essere credute, protette: ma anche i colpevoli devono essere puniti, ha sostenutola relatrice. A tal fine, è stato istituito un Raggruppamento speciale di Carabinieri Investigatori, preparati appunto per intervenire in casi di violenza.
L’avv. Caterina Origlia, Responsabile dello Sportello Legale Antiviolenza al Comune di Siderno e Referente della Commissione Legislazione della Fidapa di Siderno, ha illustrato la funzione di tale Sportello e il suo costante impegno verso le persone che vi ricorrono in caso di necessità, citando anche dei casi giudiziari, specialmente di forme di stalking, presenti nel nostro territorio, le difficoltà oggettive in alcune situazioni e i casi di false “vittime”, giacché qualche donna in effetti si vittimizza, forse per altri fini. Ha citato la legge sul gratuito patrocinio che viene concesso alle donne che subiscono violenze e vengono riconosciute vittime, partecipando, poi, al processo, non come spettatrici, ma come “parti civili”. Ha commentato alcune pene comminate ai reati di maltrattanti: il divieto di avvicinamento, il braccialetto elettronico, la detenzione domiciliare o in carcere.
La moderatrice Cinzia Lascala, prima d’introdurre l’ultima relatrice, Sostituto Procuratore presso la Procura di Locri, si è soffermata sul volume di Fabrizio Filice La violenza di genere (ed. Giuffré Francis Lefebvre) in cui la prospettiva sociologica che lo ispira ha offerto alcuni interessanti spunti di riflessione sull’approccio normativo e giudiziario del Codice Rosso, che presenta rilevanti aspetti sanzionatori, marginali risvolti educativi e inesistenti aspetti preventivi.
Il magistrato Marzia Currao ha commentato e approfondito il Codice Rosso, le modalità di gestione dei casi presso la Procura di Locri, che hanno per l’appunto una corsia preferenziale, e le relazioni con i minorenni. Provenendo da Milano ha comparato i vari ambienti Nord e Sud, riscontrando che le differenze non sono tante e che i casi di violenza, soprattutto domestica, si verificano dappertutto, anche se non sempre vengono denunciati. Anche secondo lei, sarebbe utile un piano di Recupero, che dovrebbe essere obbligatorio per il maltrattante. Ha evidenziato le difficoltà sul reato di Revenge Porn, non attuabile in tutte le caserme, auspicando che un intervento di sensibilizzazione contro la violenza, in quanto condotta “sbagliata”, cominci dalla scuola per sviluppare negli studenti una coscienza sociale di cittadini responsabili.
Siderno, lì 22.11.19.
Maria Caterina Mammola