di Domenica Bumbaca
LOCRI- Non si è trattato di un semplice convegno ma di un confronto con due donne magistrato che sono riuscite a trasmettere passione verso la giustizia e verso il proprio lavoro.Simona Ferraiuolo e Lucia Delfino, donne magistrato presso il Tribunale di Locri, hanno incontrato gli alunni dell’Istituto Magistrale “G. Mazzini” di Locri.
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Proprio dagli studenti ci siamo fatti raccontare l’incontro. “Si è parlato di giustizia, corruzione, pene, reati, rispetto delle regole – dice Antonella Trimarchi della classe V B. Siamo talmente abituati alle ingiustizie che ormai ci meraviglia il rispetto delle regole. Ed è proprio questo che deve cambiare, la nostra mentalità”. L’alunna Erica Filippone della V B, affascinata dal mestiere di magistrato, ha detto: “Quello che entrambe le dottoresse hanno voluto trasmettere ai ragazzi è un messaggio preciso: abbandonare le armi, usare la testa , non usare la violenza piuttosto vedere nel dialogo il mezzo più adatto per affrontare qualsiasi situazione che la vita ci pone davanti. Bisogna rimanere nella propria terra per cercare di cambiare le cose e con il proposito di allontanare la criminalità dalla vita quotidiana: Bisogna costruire qualcosa di migliore faticando perché poi le soddisfazioni sono in grado di ripagare di tutti i sacrifici”. “Parlare di legalità vuol dire realizzare un progetto….. progetto zero- ha detto il dirigente scolastico dell’Istituto Magistrale “G. Mazzini” di Locri, Giuseppe Antonio Loprete- non ha costi e sta alla base di tutto”. Sono state queste le parole che hanno aperto la mattinata nell’auditorium dell’Istituto, dove è stato organizzato un incontro-dibattito sulla legalità. La dottoressa Ferraiuolo, Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Locri, dopo aver raccontato il suo percorso di studi e di vita lavorativa, ha voluto sottolineare l’importanza di parlare di legalità nelle scuole. I magistrati hanno straordinariamente coinvolto i ragazzi, rispondendo a tutte le loro domande e trattando temi che trovano comunque un reale riscontro nella nostra società e che non si limitano alla solita retorica generalmente proposta. La Ferraiuolo ha ribadito il concetto che la legalità non consiste solo in gesti e atti eroici e popolari che suscitano clamore e successo ma anche in piccole cose praticabili da ognuno di noi: difesa dell’ambiente, pulizia delle spiagge,smaltimento dei rifiuti ma anche la richiesta dello scontrino fiscale sono piccoli gesti di legalità “una goccia in un sistema che noi possiamo e dobbiamo cambiare.” “I buoni esempi devono venire dall’alto” ribadisce il magistrato Lucia Delfino, che pur essendo rappresentante delle “forze del bene”, non nega che anche queste possono essere corrotte e venir meno ai loro doveri non riuscendo a far fronte alle “forze del male”. L’incontro, dopo il dibattito in sala, si è concluso con l’invito dei magistrati rivolto ai giovani di studiare perché il sapere, la scuola, la cultura rappresentano l’unico strumento per diventare uomini liberi.