(fonte www.ildispaccio.it)
ROMA – La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la condanna all’ergastolo nei confronti del boss della ‘ndrangheta Tommaso Costa, accusato dell’omicidio del giovane imprenditore di Siderno Gianluca Congiusta, ucciso il 24 maggio 2005.
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La Suprema Corte non ha dunque ratificato la condanna al carcere a vita comminata il 10 aprile del 2013 dalla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, che aveva condannato anche Giuseppe Curciarello, condannato a 15 anni di reclusione per associazione mafiosa (sentenza confermata dalla Cassazione).
Costa era già stato condannato all’ergastolo in primo grado. Costa, nelle proprie dichiarazioni spontanee, fino all’ultimo si è sempre appigliato ad un “Non sono stato io”, rivolgendosi alla famiglia Congiusta e riconoscendo che “meritano giustizia”. Secondo le indagini svolte dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Antonio De Bernardo, Costa sarebbe il mandante e l’esecutore materiale del delitto del giovane Congiusta, ucciso ad appena 36 anni. Nell’impostazione accusatoria, a costare la vita a Congiusta sarebbe stata la lettera estorsiva che Costa avrebbe inviato al futuro suocero del giovane, Antonio Scarfò. Una lettera su cui Gianluca Congiusta avrebbe potuto rivelare alcuni particolari.
La Corte di Cassazione, però, invece di mettere un punto fermo e finale sulla vicenda, ha rinviato il procedimento a una differente sezione della Corte d’Assise d’Appello. Il “caso Congiusta” è ancora aperto.