di Gianluca Albanese
LOCRI – Anche a Natale continuano a far discutere i disservizi all’ospedale di Locri. La sera del 24, infatti, è pervenuta alla nostra redazione una nota del segretario generale aggiunto della Cisl-Fp Pino Rubino sottoscritta insieme al segretario generale Vincenzo Sera, in cui vengono enumerate in maniera puntuale le numerose problematiche esistenti e si preannuncia il ricorso alla mobilitazione dei lavoratori.
Di seguito il testo integrale del comunicato stampa.
«Il 17/12/2019 la CISL FP inviava una comunicazione ai vertici dell’ASP di Reggio Calabria e al Commissario del Piano di Rientro Gen. Cotticelli, avente per oggetto “Personale Ospedale di Locri”.
La missiva che nello stile della CISL FP non conteneva alcuna polemica ma l’ennesimo allarme su come si sta avviando all’implosione tutta l’ASP di Reggio Calabria, è stata a tutt’oggi inascoltata, infatti nessun riscontro, azione, interlocuzione o richiesta di chiarimenti, sono giunti a questa Organizzazione Sindacale.
La Commissione Straordinaria che sicuramente si è trovata in una condizione difficilissima, nonostante la volontà manifestata in diverse occasioni di collaborazione, si è chiusa a qualsiasi confronto e si è costretti ad assistere inermi alla progressiva involuzione che sta subendo l’ASP di Reggio Calabria, mai più grave e mai più repentina dell’attuale.
Oggi proprio sui problemi del Nosocomio Locrese ha avuto luogo un’assemblea fuori dei luoghi di lavoro e nella stessa si sono evidenziati i gravi disservizi che ogni giorno incombono sui Dipendenti e di riflesso sugli Utenti, i Lavoratori sono stanchi di non poter coprire i turni, di non avere figure dirigenziali e quadri di riferimento, di non veder attivata alcuna strategia di organizzazione, di subire vessazioni da figure che nonostante le denunce e le segnalazioni di anni di conflitti e soprusi, rimangono al loro posto con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
La disperazione è tanta che la fiducia ormai è venuta meno, come sono venute meno alcune unità operative e servizi che solo sulla carta esistono e funzionano a singhiozzo solo come “parvenza di non chiusura” in realtà non danno alla popolazione di riferimento il servizio atteso.
Più volte la popolazione si è ribellata con migliaia e migliaia di persone in strada ma nulla è cambiato, anzi da quei momenti tanto importanti e pieni di speranza, si è giunti alla rassegnazione totale, la popolazione non reagisce più in piazza ma contro i Lavoratori, i pochissimi ed abbandonati Operatori della Sanità che assorbono lo stato d’animo di chi non riceve i servizi che ogni Cittadino dovrebbe pretendere.
I Dipendenti dell’ASP sono quanto mai esposti alle aggressioni di chi nell’emergenza non può comprendere il sottodimensionamento delle dotazioni organiche, i turni stressanti che durano il doppio e il triplo del previsto, l’assenza di livelli di organizzazione e responsabilità.
La condizione dell’Ospedale di Locri non è diversa da altre realtà della stessa ASP, anzi alcune Unità Operative di altri Ospedali sono in condizioni peggiori di quelle Locresi e un pensiero va alla Pediatria di Polistena che con solo Tre Medici di cui due esentati dalle notti, sta per “chiudersi” da sola.
La Pediatria di Locri è in una crisi profonda e “naviga a vista” avanza a stenti grazie al valore e alla responsabilità del Personale Medico, Infermieristico e di Supporto ma non può continuare per molto,
La Medicina Generale che è il più grande reparto per numero posti letto, è abbandonata a se stessa, non è ben chiaro chi sia il Responsabile e la condizione di abbandono sta infierendo sul poco personale presente che si prodiga e mantiene il possibile, in una Unità Operativa che inspiegabilmente non è stata dotata di un Facente Funzione anche nella fase in cui le Figure provvisorie erano state responsabilizzate con l’Art. 18 del CCNL 1999-2001.Bisognerebbe chiedersi per quanto tempo le eccellenze dell’Ospedale possono resistere all’abbandono e alla disorganizzazione e chiedersi quanto ancora si può pretendere dall’Emodialisi, dai Reparti Chirurgici, dall’area dell’emergenza urgenza, dall’inferno che si vive in UTIC, dalla condizione assurda in cui viene lasciato il Pronto Soccorso che non può sostenere l’afflusso di chi non ha altra scelta per essere preso in carico.
I Servizi sono quasi privi di Dirigenti Medici e Dirigenti Biologi, infatti la Radiologia ha solo due Radiologi in servizio che non possono assicurare la regolare copertura dei turni, Il Laboratorio Analisi ha di fatto solo due soli Biologi e un carico di lavoro aumentato particolarmente per l’afflusso esterno, Il Centro Trasfusionale ha gravi carenze di Tecnici di Laboratorio.
Tutti gli altri Reparti hanno in comune la cronica carenza di Personale e si reggono per i sacrifici e i rischi a cui si sottopongono le poche Unità esistenti.
Una cosa è certa, il peggiorare progressivo della situazione.
- Mancano sempre più Primari e non si attuano le procedure previste dal contratto di lavoro con la nomina provvisoria e l’attivazione del concorso.
- Mancano quasi completamente i Coordinatori dell’area del Comparto.
- Rimangono in servizio Dipendenti in condizioni non compatibili al luogo di lavoro.
- Rimangono inascoltate denunce su fasce stipendiali non dovute.
- Rimane inattuato l’Atto Aziendale.
- Rimangono senza vertice Distretti e Dipartimenti.
- Rimane continuità con le figure del passato.
- Rimangono incompiute procedure contrattuali previste per Legge come l’affidamento degli incarichi ai Dirigenti Medici e dell’Area Sanitaria non Medica.
- Rimangono ferme le procedure di contrattazione secondaria dal 2010, infatti ancora non è stato definito e saldato il periodo 2010-2015.
- Rimangono ancora provvisorie l’attestazione e la definizione ufficiale dell’orario di lavoro.
Dire che nell’ASP di Reggio Calabria esista la Legalità e la Trasparenza è un’eresia, forse se ne parla troppo e se ne applica poco ma i poveri Dipendenti onesti sono ormai stanchi di crederci, sono troppo preoccupati per il futuro, per la loro incolumità, per il servizio che non sono in condizione di garantire all’Utenza, per la mancanza di sensibilità del Vertice Aziendale che sicuramente non in mala fede li espone e non li tutela.
E’ passato quasi un anno dallo scioglimento della Direzione dell’ASP per infiltrazioni mafiose, se qualcuno pensa che ancora una volta ci si dovrà rassegnare per ricominciare, si sbaglia di grosso, la CISL FP ha deciso di dare il proprio apporto alla svolta, da tempo sono iniziate le procedure di confronto con i Lavoratori, si procederà con quanto previsto dalla normativa e si inciderà in maniera decisa a scalfire l’immobilismo presente, nella massima Legalità e Trasparenza, con una protesta attenta, intensa e costruttiva, i Lavoratori non possono resistere oltre, si scende in “piazza”.
Reggio Calabria 23/12/2019
Il Segretario Generale Agg. Il Segretario Generale
Giuseppe Rubino* Vincenzo Sera*».
Poco fa, invece, è giunta una nota dell’ufficio stampa del Comune di Locri, in cui vengono ripresi alcuni post su Facebook da parte di un medico del pronto soccorso che scrive di essersi sentito male durante l’ennesimo turno massacrante di lavoro, e il commento del sindaco di Locri Giovanni Calabrese.
«Una notte (di Natale!) di straordinaria follia al Pronto Soccorso dell’Ospedale della Locride.
Triage chiuso – è scritto nella nota – e personale ridotto all’osso. Smontata la vecchia TAC e non ancora in funzione la nuova!
Medico in servizio al Pronto Soccorso, dopo una massacrante e stressante notte di lavoro, va in tilt e diventa paziente dello stesso reparto».
Nella nota si aggiunge che «Tutto ciò denunciato sui social da un medico, in servizio la notte della vigilia di natale, diverse ore prima di finire al tappeto per “ko tecnico”. Infatti, già dopo qualche ora di lavoro lo sfortunato medico scriveva testualmente su Facebook :”Si lavora notte di Natale, senza triage e senza cambio domani mattina. La direzione sanitaria dell’Ospedale di Locri firma ferie a 3 medici (dei 9 che siamo) per il 25 dicembre e noi domani mattina non possiamo smontare. Prima me ne vado da questo ospedale e meglio è!”.
Turni massacranti e condizioni di lavoro inaccettabili che hanno portato lo stesso medico ad una condizione di stress tale da dover far richiesta di cure del personale dello stesso pronto soccorso.
Il professionista in servizio al 118 e distaccato al pronto soccorso dell’ospedale è passato in un attimo da medico a paziente. Infatti il sanitario è stato colto da un lieve malore e dopo le necessarie cure è stato mandato a casa in convalescenza per sette giorni.
Altro episodio gravissimo accaduto ad una signora rimasta “parcheggiata” al Pronto Soccorso dalle 9.00 del 24 dicembre e trasferita a Polistena per poter fare una TAC solo alle 21.30 dello stesso giorno».