R. & P.
Dopo l’appello che abbiamo lanciato nei giorni scorsi sulla necessità di garantire le condizioni necessarie per l’assistenza sanitaria ai cittadini della Città Metropolitana di Reggio Calabria, se da un lato salutiamo con favore la proroga fino al 29 febbraio, concessa agli oltre 50 infermieri in servizio al Grande Ospedale Metropolitano, non possiamo esimerci dal sollecitare i provvedimenti necessari per i medici che si trovano in situazioni analoghe tanto presso l’azienda ospedaliera reggina quanto presso gli altri ospedali della provincia di Reggio Calabria. Apprendiamo, infatti, con apprensione per il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza, che non sono stati rinnovati i contratti, in scadenza al 31 dicembre scorso, di medici che, fino all’altro giorno, hanno contribuito a garantire l’assistenza ed il corretto funzionamento di alcuni reparti fondamentali del Grande Ospedale Metropolitano come del nosocomio di Locri. Qui, ad essere particolarmente colpiti dall’emorragia di camici bianchi, troviamo il Pronto Soccorso che è rimasto con appena sei medici in attività, ma non è molto più rosea la situazione nei reparti di Medicina e Psichiatria dello stesso presidio ospedaliero della città jonica. Solo nella Neonatologia del Grande Ospedale Metropolitano, inoltre, sono ben tre i medici che hanno cessato il servizio per la scadenza del contratto a tempo determinato ma anche in altri reparti si registrano situazioni non diverse che vanno sanate tempestivamente.Chiediamo, dunque, al Commissario per il Piano di rientro per la sanità in Calabria, Generale Saverio Cotticelli, di attenzionare, con immediatezza, anche la situazione di queste figure, essenziali per le attività di molti reparti dei presidi ospedalieri di Reggio e provincia. Da quanto sappiamo, infatti, la triade commissariale che sta gestendo l’Asp reggina, per quanto riguarda i nosocomi di sua competenza, è in attesa dell’autorizzazione della struttura commissariale per il rinnovo dei contratti a tempo determinato.Tuttavia, auspichiamo che tali soluzione “tampone”, buone per garantire, nell’attuale stato, di fatto, emergenziale, un livello dignitoso di assistenza ai pazienti, possano, invece, nel medio periodo, essere sostituite da provvedimenti, come l’attuazione dei DCA sugli organici del personale e sulle autorizzazioni alle assunzioni, oggi bloccati, che vadano a coprire il fabbisogno di personale in maniera stabile e duratura in nome della dignità della sanità calabrese e di quella del personale che presta la propria opera a favore del diritto alla salute ed alla vita delle comunità del nostro territorio.
Reggio Calabria 05.01.2019
Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della provincia di Reggio Calabria