di Gianluca Albanese
ANTONIMINA – «L’attuale struttura dello stabilimento termale produrrebbe 120.000 euro all’anno di deficit anche se l’amministratore unico fosse Sergio Marchionne». Parola di Vittorio Zadotti, manager romano che fa parte del CdA dell’Ente Terme, presente stasera al consiglio comunale di Antonomina sul tema, quasi un prologo dell’importantissima discussione che avrà luogo domani al civico consesso di Locri.
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Intervenuto all’assemblea odierna insieme al presidente del CdA Francesco Macrì, e a una folta delegazione del consiglio comunale locrese (c’erano anche il sindaco Giovanni Calabrese, il presidente del civico consesso Miki Maio e la consigliera con delega alle Terme Anna Baldessarro), Zadotti ha anticipato alcuni contenuti della relazione che sta per essere completata e che sarà illustrata domani sera in Consiglio con l’ausilio di diapositive.
Una situazione difficile, quella dell’Ente Terme, con debiti totali intorno a 1.200.000 euro (di cui circa 400.000 fuori bilancio per il TFR dei dipendenti e il cospicuo contenzioso) solo in parte compensati con 340.000 euro di crediti.
A questo si aggiungono gli atti ingiuntivi presentati da quattro dipendenti, e le dimissioni del direttore sanitario, del segretario Arturo Tresoldi e di alcuni medici, tanto che il sindaco di Antonimina Condelli ha segnalato il rischio di quella che ritiene sia «Una corsa al decreto ingiuntivo da parte di chi, avanzando almeno tre anni di retribuzione pensa che arrivare prima garantisca comunque il pagamento di alcune spettanze arretrate».
In apertura dei lavori, il sindaco Condelli aveva indicato quelle che, a suo dire, sono le tre strade potenzialmente percorribili dall’Ente terme: il mantenimento dell’attuale forma del consiglio di amministrazione, la nomina di un amministratore unico (soluzione da lui preferita) e la cessione in fitto ai privati «Come avvenne nel 1932 – ha detto – quanto furono cedute per vent’anni».
A onor del vero, la discussione è andata avanti in maniera piuttosto disordinata, con la dialettica che è spesso sfociata in discussioni sterili e improduttive, come dimostra questo singolare “botta e risposta” tra il primo cittadino e il leader dell’opposizione Luciano Pelle, riguardante l’oggetto formale della discussione, ovvero la mancata sostituzione della consigliera di amministrazione in quota Antonimina Antonella Pelle.
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Riguardo lo stato delle finanze delle Terme, Condelli ha comunque avuto modo di enumerare alcuni dati dei bilanci consuntivi degli anni precedenti: «Fino al 2008 era sostanzialmente in attivo, poi dal 2009 in poi è iniziata una perdita che ha toccato la punta di 290.000 euro nell’anno 2011, quello del trasferimento al nuovo stabilimento». E poi: «Nel 2012 la perdita è stata di 86.000 euro e nel 2013 di circa 50.000, con la riduzione dovuta ai tagli alle spese».
E se il presidente del CdA Macrì ha indicato in «Migliore comunicazione e servizi nuovi le vie d’uscita dalla crisi, nonostante i problemi finanziari, economici e burocratici», Luciano Pelle ha detto che il problema è essenzialmente di volontà politica che i due Comuni proprietari devono saper dimostrare per rendere produttivo lo stabilimento».
Zadotti, dal canto suo, ha premesso che «L’intero settore è in crisi, come dimostra il calo di presenze ad Abano, che è lo stabilimento più grande del mondo. Noi siamo attestati sulle tremila presenze annue e abbiamo dei costi elevatissimi specie per l’energia e le pulizia».
Quindi, perfino la scelta di lasciare il vecchio stabilimento per il nuovo è diventato motivo di scontro tra le parti, con l’ex sindaco Pelle che ha spiegato che «Il trasferimento fu necessario per evitare che quella che ora era una grande incompiuta come il nuovo complesso diventasse preda di atti vandalici e si aprisse alle nuove potenzialità dell’Ente», mentre Condelli ha detto più volte, riferendosi ai suoi avversari, che «I consuntivi degli anni passati sono falsi».
Molti gli interventi successivamente registrati. L’impressione, comunque, è che ci si aspetta molto dal civico consesso di domani a Locri al fine di cercare di dare un segnale forte e tale da invertire la rotta, aprendo a prospettive di redditività di una struttura che rappresenta un vanto per l’intero territorio e che però presenta una serie infinita di criticità nel suo assetto attuale.