di Antonella Scabellone (ph. Enzo Lacopo)
LOCRI- ll ripristino della legalità non passa solo dalla lotta alla ‘ndrangheta. Da aggredire e sconfiggere c’è anche il crimine comune, quello subdolo, che non si vede, ma che mina quotidianamente ed inquina il tessuto sano della società civile. In questo contesto, come ha chiarito in conferenza stampa questa mattina il Procuratore Capo del Tribunale di Locri, Luigi D’Alessio, si inserisce l’operazione “Sessè 2” che oggi, alle prime luci dell’alba, ha portato all’ esecuzione di 16 provvedimenti cautelari emessi dal G.I.P. presso il Tribunale di Locri nei confronti di altrettante persone indagate, a vario titolo, per concorso in produzione, detenzione ai fini di spaccio e cessione di sostanze stupefacenti, nonché detenzione illegale di arma da fuoco e tentata estorsione.
{loadposition articolointerno, rounded}
Il bilancio dell’operazione è di 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 4 di arresti domiciliari, nonché 3 obblighi di dimora e 2 obblighi di presentazione alla P.G. Una vasta operazione che ha visto impegnati i Carabinieri del gruppo di Locri, con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, della Compagnia Speciale di Vibo Valentia, e delle Compagnie CC Taurianova, Palmi e Gioia Tauro, oltre che del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia.
L’operazione trae origine da un’indagine avviata nel 2010 dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Roccella Jonica, che ha consentito di accertare la presenza di soggetti che, in concorso tra loro, producevano, detenevano e spacciavano sostanze stupefacenti del tipo cocaina, marijuana ed eroina, nell’ ambito del Comune di Marina di Gioiosa Jonica principalmente, ma con ramificazioni in tutta la fascia costiera della Locride. Un fiorente mercato, destinato soprattutto ad adolescenti e giovani, che è stato stroncato dai carabinieri, non casualmente, a pochi mesi dall’ inizio della stagione estiva, quando le statistiche dicono che i guadagni legati alla droga crescono considerevolmente a causa dell’aumento della domanda.
Le attività investigative, come ha evidenziato il Comandante del Gruppo Carabinieri di Locri, il Colonnello Giuseppe De Magistris, hanno visto l’impiego delle più moderne tecnologie (intercettazioni, videoriprese etc.) supportate dai sistemi tradizionali di indagine, come appostamenti, pedinamenti e perquisizioni. Un lavoro paziente e certosino che ha visto in prima linea i Carabinieri di Roccella diretti dal capitano Marco Comparato il quale ha spiegato che l’operazione prende il nome “Sessè” dal codice utilizzato dagli indagati nelle conversazioni telefoniche per definire la sostanza stupefacente. Da quanto emerso in conferenza stampa i sospetti degli inquirenti si sarebbero concentrati su alcuni soggetti che, nonostante risultassero disoccupati, avevano un tenore di vita molto agiato e non consono al loro status “che verrà ora monitorato attentamente per verificare la sproporzione rispetto al reddito effettivamente percepito-ha detto il procuratore D’Alessio- ed eventualmente chiedere il sequestro ai fini della confisca dei beni”.Inoltre è emersa la recidività di alcuni indagati che continuavano a spacciare nonostante fossero già sottoposti alle misure cautelari degli arresti domiciliari e dell’obbligo di dimora, talvolta richiedendo prestazioni sessuali come corrispettivo per la cessione delle sostanze. Da qui l’intensa attività di indagine che ha portato tra l’altro al sequestro di una vasta piantagione di marjuana a Marina di Gioiosa Jonica
Alcuni dei soggetti in questione risultano inoltre indagati per detenzione e porto in luogo pubblico di armi da fuoco clandestine e tentata estorsione.
“L’operazione-ha concluso il Colonnello De Magistris che in questo periodo è impegnato in prima linea in progetti di legalità nelle scuole-vuole essere anche da monito per i giovani che troppo spesso, con leggerezza, fanno uso o spacciano di sostanze stupefacenti senza rendersi contro di quanto questo possa pregiudicare il loro futuro, trattandosi di reati che compromettono anche la carriera professionale”.