di Gianluca Albanese
SIDERNO – Certo che se i rappresentanti dei partiti del centrodestra sidernese dovessero riuscire nel loro ultimo capolavoro di equilibrismo politico, potrebbero tranquillamente essere considerati dei geni. I contenuti della riunione tenutasi mercoledì sera nella sede dell’Udc sidernese, e della nota stampa pubblicata dal nostro giornale stamattina, ci danno l’occasione, unitamente ad alcuni commenti pubblicati dal leader democratico cristiano Enzo Brullo su facebook, di compiere determinate riflessioni. E di ricordare alcune cose interessanti.
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Proprio così: cercare di speculare in termini di potenziale (e futuro) consenso elettorale su una questione d’interesse generale come la predisposizione delle condizioni dell’arenile tali da poter far partire normalmente la stagione balneare, è una mossa che si commenta da sola, nonostante le dichiarazioni pubbliche e le note stampa ufficiali dicano altro.
Già, perché il tavolo tecnico del centrodestra paesano, riunitosi mercoledì sera e alternativo a quello “ufficiale” (ovvero quello messo in piedi parecchie settimane fa dalla Consulta delle Associazioni insieme a partiti politici e rappresentanti delle categorie produttive per dare il proprio contributo nella ricostruzione del lungomare e nella predisposizione di condizioni di normale agibilità dell’arenile cittadino) sembra voler lanciare questo messaggio: fare sapere che i fondi che stanno arrivando sono frutto dell’impegno della Provincia di Reggio Calabria e della Protezione Civile calabrese che ambedue vedono a capo un’amministrazione (nel caso della Provincia) e un responsabile come Giovanni Dima nel caso della ProCiv, riconducibili al centrodestra, e tutto questo è abbastanza pacifico. Meno lampante e spiegabile l’altro messaggio – decisamente subdolo – che alcuni dei leader cittadini del centrodestra (e in particolare Brullo) vogliono far passare, ovvero quello che l’impegno del presidente della Provincia Raffa e di quello del responsabile della ProCiv, oltre che del consigliere regionale Crinò siano frutto prima delle sollecitazioni del centrodestra sidernese e poi dell’impegno dei vari Raffa, Crinò e Dima.
Addirittura Crinò, secondo quanto scrive Brullo su facebook sarebbe alla stregua di un “tramite”, di un semplice “ambasciatore” incaricato di trasmettere nei palazzi delle istituzioni sovracomunali le istanze del centrodestra sidernese.
“Sollecitati dagli operatori economici – ha scritto Brullo nella sua ricostruzione su facebook – i partiti locali di Centro e di Centro destra, che di fatto, hanno votato per i candidati che oggi amministrano la Regione e la Provincia, abbiamo inteso – sic! – riunirci e chiedere, tramite il dr.Crinò consigliere regionale, anzitutto l’immediato intervento per la messa in sicurezza (provvisoria) dell’intero Lungomare in modo da consentire a operatori economici, alberghi ecc. la ricezione dei turisti ed ottenere fondi necessari . Questa nostra richiesta diretta tramite Crinò ha portato fondi maggiori di quanto stanziato in precedenza, da 250.000 a 450.000 euro e l’impegno della provincia di intervenire direttamente all’appalto”.
Sì, avete letto bene. Peccato che in politica i tempi abbiano un significato molto preciso. E allora la prima riunione del famoso tavolo “alternativo” del centrodestra sidernese è arrivata quando la notizia dei 200.000 euro stanziati dalla Provincia e dei 250.000 promessi dalla ProCiv regionale era già stata resa nota a Lente Locale proprio dal consigliere regionale Crinò in mattinata, circa otto ore prima del tanto atteso vertice di via Cesare Battisti al quale ha preso parte lo stesso ex sindaco di Casignana, sempre presente a tutti gli incontri istituzionali sul tema, anche e soprattutto nei giorni in cui il centrodestra sidernese non era ancora uscito allo scoperto, forse perché – secondo quanto afferma qualcuno tra i suoi maggiorenti – si perdeva nel mare magnum del tavolo ufficiale diretto dalla Consulta delle associazioni e dal suo presidente Mario Diano, tanto criticato (in privato) e tanto sostenuto (in pubblico) dal centrodestra sidernese, una parte politica che ora cerca l’ennesima prova di abilità ed equilibrismo politico per cercare linfa nuova in vista di appuntamenti elettorali futuri.
Ci riusciranno i suoi rappresentanti locali? Staremo a vedere.
L’occasione, però, è troppo ghiotta per ricordare le loro imprese degli ultimi tre lustri, con particolare riferimento a ForzaItalia-Pdl-ForzaItalia, ad An-ListaScopellitiPresidente-NuovoCentrodestra e all’Udc, l’unica forza politica protagonista degli ultimi quindici anni (fatte salve le parentesi commissariali) a non aver cambiato nome tra quelle che, in un modo o nell’altro, hanno sempre cercato di stare a galla, anche a costo di clamorosi strappi.
Già perché quando a Siderno c’è stata l’amministrazione comunale dopo il 2001 questi tre partiti ci sono sempre stati: hanno avuto i loro consiglieri eletti, i loro assessori in giunta e hanno compartecipato all’assegnazione di incarichi di consulenza secondo rigidi criteri cencelliani e soprattutto hanno preso parte a tutte le riunioni dell’esecutivo cittadino, sottoscrivendo le relative delibere.
È stato così durante la prima e la seconda amministrazione guidata dall’allora sindaco Alessandro Figliomeni, detenuto dal 10 dicembre del 2010 e in attesa di giudizio nell’ambito del processo “Recupero-bene Comune”, perché secondo l’accusa era uno ’ndranghetista di rango, al quale i boss attribuirono addirittura la dote della “santa”. C’erano anche Forza Italia, An e Udc, coi loro rappresentanti, quando una sera di dicembre nel 2007 decisero, nel chiuso di una stanza e non in consiglio comunale, che il Comune di Siderno non avrebbe dovuto costituirsi parte civile al processo per l’uccisione del giovane imprenditore commerciale Gianluca Congiusta.
C’erano anche una domenica pomeriggio di quattro anni fa, quando decisero, congiuntamente, che si sarebbero dovuti dimettere tutti insieme da consiglieri comunali e abbandonare il loro amico Figliomeni al suo destino, perché, secondo loro, questi avrebbe dovuto pagare la colpa di candidarsi alle elezioni regionali con una lista all’epoca alleata del centrosinistra. Le carte dell’operazione “Falsa Politica” (per la quale si sta celebrando il relativo processo), invece, disegnano una realtà ben diversa, secondo la quale la decisione di “scaricare” Figliomeni non maturò nelle illuminate segreterie politiche del centrodestra sidernese, ma in una lavanderia del seminterrato di un centro commerciale. Alla verità (soprattutto quella processuale) l’ardua sentenza.
La decisione di abbandonare, dopo nove anni di percorso comune, l’ex amico sindaco Figliomeni – è il caso di ricordarlo – non arrivò attraverso un confronto pubblico o un voto consiliare di sfiducia, ma attraverso delle lettere protocollate in municipio. Giusto per dare l’idea della lealtà dimostrata.
Nel frattempo i tempi cambiano e dopo un annetto e passa di commissariamento, a Siderno si vota di nuovo: ora il candidato sindaco da sostenere si chiama Riccardo Ritorto, forzista doc della prima ora, e già membro dello staff (con incarico retribuito) dell’allora sindaco Figliomeni, nonché, sempre secondo le carte del processo “Falsa Politica”, nuovo politico prediletto del boss Giuseppe Commisso detto “il mastro”, che vuole che diventi sindaco. Nel nuovo panorama del centrodestra sidernese ancora vittorioso alle urne, c’è chi mantiene stabili le sue quotazioni, come l’Udc (Catalano, già consigliere con Figliomeni viene promosso ad assessore nella giunta Ritorto), come Enzo Mollica di Alleanza Nazionale-ListaScopellitiPresidente-NuovoCentrodestra che era assessore con Figliomeni e lo è anche con Ritorto (seppur con delega diversa) , mentre l’allora Pdl viene mortificato dall’esito delle urne, prendendo meno voti delle tre liste civiche che hanno sostenuto Ritorto insieme, al Pdl, appunto, e all’Udc. Il coordinatore cittadino Michelangelo Vitale ci rimane male ma ingoia il rospo, preferendo il bene del partito tanto da apparire come in preda a una sindrome di Stoccolma di tipo politico.
Si governa qualche mese, col primo atto della nuova giunta che è – udite udite – la modifica dello Statuto comunale in virtù della quale il Comune si costituirà parte civile in tutti i processi di mafia che ledono l’immagine della città. Votata da tutti, anche da chi, tre anni e mezzo prima, decise in maniera diametralmente opposta. Perché pur di stare a galla si possono rinnegare anche le proprie convizioni, vero maggiorenti di Fi/Pdl/Fi, An/Lsp/Ncd e Udc?
Dopo qualche tempo, però, arrivano le dimissioni del sindaco Ritorto per motivi di salute e dopo che lo stesso, a giugno 2012, viene indagato nell’ambito dell’operazione Falsa Politica. Cade l’amministrazione e cade soprattutto quel consiglio comunale che, qualche mese dopo, viene sciolto per infiltrazioni mafiose dal Presidente della Repubblica su proposta del Consiglio dei Ministri.
A suggellare il decennio del centrodestra sidernese ci sta una situazione dei conti comunali sempre più difficile che, come illustrato dalla commissione straordinaria al vertice del Comune, inizia a peggiorare dal 2000 in poi, tanto da rendere inevitabile la dichiarazione di dissesto.
Insomma, con un palmarès del genere, queste forze politiche non pensano minimamente al ricambio della loro classe dirigente cittadina. Anzi, si ripropongono, come sempre, in una veste diversa, da buoni camaleonti. Oggi vogliono accreditarsi come i salvatori della spiaggia e del lungomare, grazie all’impegno di chi, lontano da Siderno, ha lavorato e lavora per ricostruire e che condivide con loro soltanto qualche casacca partitica.
Non sarebbe il caso di definirli “tipi da spiaggia”?