R. & P.
Emergenza totale. Questa la situazione che oggi ci troviamo ad affrontare nel momento forse più difficile dai tempi della fine della seconda guerra mondiale.Tutti i cittadini sono in pericolo e quindi ben vengano le restrizioni imposte dal Governo volte a tutelare loro e la loro salute. Rischi che però evidentemente, non corrono i lavoratori del comparto r.s.u. nei cui confronti i loro datori di lavoro hanno pensato bene di non adottare nessuna cautela particolare. Situazione questa che a ben vedere non aggiunge nulla di nuovo alla normale in cui questi lavoratori da sempre vivono e operano. Il settore, infatti, per come da sempre invano denuciato da chi scrive, è sempre stato caratterizzato da un sistematico quanto reiterato inadempimento datoriale alle pur stringenti disposizioni dettate in materia dal D.Leg.vo n. 81/2008 e, più in generale, dall’art. 2087 c.c. visto e considerato che sono ben poche le aziende operanti nel nostro territorio che nel tempo vi si sono attenute.A fronte di qualche azienda – rare eccezioni – che adempie almeno a qualcuno degli obblighi previsti dalla legge, la stragrande maggioranza di esse è allegramente quanto impunemente inadempiente, nel totale silenzio degli organi preposti alla vigilanza ed al controllo . Conseguenze: operai che vanno a lavorare non vaccinati e senza la necessaria sorveglianza sanitaria e per di più spesso per non dire quasi sempre senza adeguate attrezzature, viaggiando su automezzi mai lavati e spesso fatiscenti; operai per di più privi dei necessari Dispositivi di Protezione individuali (D.I.P.: indumenti, scarpe antinfortunisitiche, guanti ecc.ecc.) e quindi costretti a contatti quotidiani ravvicinati e senza protezione con i rifiuti.Se questa è la normalità figurarsi cosa sta succedendo oggi dove, di fronte ad una nazione intera in subbuglio per il rischio epidemiologico, gli unici esenti sembrano essere i lavoratori r.s.u. . Ma non perchè siano esenti per davvero ma solo perchè abbandonati a se stessi ancora una volta dai loro datori di lavoro e dalle istituzioni. Chi scrive aveva da tempo invitato e diffidato le società operanti sul territorio ad adottare adeguate misure di sicurezza, implementando quelle già previste (e quasi da nessuno rispettate) predisponendo, ad esempio, nuove e più stringenti disposizioni da parte dei medici aziendali di sorveglianza o predisponendo un prontuario integrativo di comportamento sul luogo di lavoro o ancora, chiedendo a gran voce servizi igienici adeguati e finalmente muniti di liquidi igienizzanti. Tutto inutile. Delle 10 aziende interpellate – DUSTY a Vibo Valentia, LOCRIDE AMBIENTE operante in numerosi Comuni del reggino ed in particolare della fascia jonica, MURACA s.r.l. operante a Briatico, Mileto e Sant’Onofrio, ECOSHARK IGIENE AMBIENTALE a Tropea, Ricadi, Drapia, Zambrone e Limbadi, TECNEW s.r.l. operante a Cessaniti, CFV MONTEPORO a Rombiolo, ITAL.SERVICE a Dinami. G.M. DIMENSIONE ECOLOGICA a Ionadi, D:M.SERVICE a Filandari, Joppolo e San Calogero . M.E.A. a Stefanaconi e Nicotera – nessuna si è degnata di dare una risposta né a parole né tantomeno con i fatti. Da qui la decisione del sindacato di proclamare gli stati di agitazione presso tutti i cantieri interessati senza indire, almeno per il momento, scioperi per ascoltare la nostra coscienza di uomini e di cittadini in questo momento difficile per tutti. Ma con la specificazione che se questo silenzio continuerà gli scioperi saranno l’unica quanto inevitabile conseguenza di tali premesse e, inoltre, l’unica possibilità di tutelare questi lavoratori che, ribadiamo, sono anch’essi come tutti gli altri cittadini italiani. Quello che chiediamo è il deciso intervento di tutte le Autorità di vigilanza e di controllo – cui la presente è indirizzata – affinchè, nella tutela del bene supremo ddella salute della popolazione, si attivino ciascuno per quanto di loro competenza affinchè vengano realizzate le condizioni minime di sicurezza – quelle ordinarie che dovrebbero vigere sempre e quelle straordinarie per fronteggiare il momento straordinario che stiamo vivendo – sui luoghi di lavoro atte a tutelare l’incolumità e la salute dei lavoratori. Il tutto ricordando come la normativa prevede precise sanzioni sia civili che penali a carico di tutti i soggetti i inadempienti. In mancanza di riscontri precisi e tempestivi quindi ci riserviamo sin da ora di intraprendere tutte le necessarie iniziative presso tutte le sedi, sia civili che penali, per la repressione di tutte le condotte penalmente rileanti previa individuazione e punizione dei relativi responsabili. Vibo Valentia, 10 marzo 2020 Il Coordinatore Provinciale Slai Cobas
Nazzareno Piperno