di Redazione
LOCRI – La sezione penale del Tribunale di Locri si è attrezzata per gestire le udienze in forma virtuale. Un sistema che, una volta adottato potrà contribuire alla salvaguardia della salute di tutte le figure professionali coinvolte, specie in tempi come l’attuale emergenza corona virus, contribuendo a non far fermare la macchina della giustizia.
Qualche giorno fa, infatti, è stato testato il sistema di svolgimento delle udienze da remoto, i giudici del Tribunale di Locri, sia sezione dibattimento che GUP, con il loro pc si sono collegati con gli uffici della procura e con lo studio dell’avvocato Emanuele Procopi, simulando lo svolgimento di un’udienza, il tutto coordinato dal tecnico informatico Enzo Cavalea.
Il collegamento è avvenuto utilizzando l’applicazione gratuita Microsoft Teams, una piattaforma che combina chat di lavoro, videoconferenze, condivisione di file ed altro.
Collegati simultaneamente, oltre all’avvocato Emanuele Procopio, vi erano il procuratore capo Luigi D’Alessio e i magistrati Amelia Montaleone, Sergio Malgeri, Annalisa Natale e Vanessa Manni.
Tutti i soggetti coinvolti hanno espresso grande soddisfazione e l’esperimento è stato valutato positivamente posto che l’audio ed il video sono risultati ottimi.
Visto il periodo emergenziale conseguente al diffondersi dell’epidemia causata dal “Covid-19” le parti hanno discusso sulle modalità di attuazione delle udienze da remoto avendo come obiettivo la tutela del diritto alla salute ma garantendo – al tempo stesso – il diritto di difesa.
Per far sì che le udienze si possano tenere con questa modalità è necessario in primo luogo che il difensore, abbia attivato sul proprio pc la citata applicazione e fornisca il proprio indirizzo di posta elettronica ordinaria al cancelliere che gli comunica la fissazione dell’udienza.
Inoltre, le parti hanno concordato nel ritenere che si deve garantire il diritto dell’imputato di poter interloquire, in maniera riservata, con il proprio legale, prima, durante e al termine dell’udienza, pertanto, occorre dotare il luogo dove si trova l’imputato di una linea telefonica a ciò riservata.
Per quanto riguarda l’accesso al fascicolo si è precisato che gli atti verranno messi a disposizione del legale tramite l’applicazione, che consente la condivisione di file e documenti.
Perché si possa veramente attuare questo sistema occorre che anche gli uffici del Commissariato di Pubblica Sicurezza, i Carabinieri, la Guardia di Finanza e la Casa Circondariale devono essere dotati di tutti i sistemi di videoconferenza.
Il sistema è stato, inoltre, testato anche su dispositivi mobili, quali telefoni cellulari e tablet e non sono stati riscontrati particolari difficoltà.
Al momento, detto sistema può essere utilizzato su base volontaria, per le udienze di convalida dell’arresto e di celebrazione del giudizio direttissimo.
Proprio a seguito di tale esperimento nel corso del processo denominato “Mandamento Ionico”, il tribunale collegiale, su richiesta di un difensore, appartenente ad un altro foro, ha dato la possibilità a quest’ultimo di partecipare all’udienza e svolgere il proprio intervento difensivo in modalità online.