di Adelina B. Scorda
BOVALINO – Si ritrovano insieme come ogni anno da quattro anni genitori, amici parenti, semplici cittadini le cui vite sono state toccate dalla perdita di una persona amata. Dopo Bianco, Locri, Roccella quest’anno l’appuntamento è davanti la chiesa di San Nicola di Bari a Bovalino, da qui partirà una via crucis che, passando per le vie principale della città, ricorderà nelle sette stazioni quegli angeli strappati alla vita troppo presto.
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Fanno tutti parte del gruppo “Un Figlio in Cielo”, un’ organizzazione spontanea di persone, uomini e donne, accomunate dal dramma di avere perso un figlio (la maggior parte in circostanze tragiche in seguito ad un incidente stradale) che si ritrovano un paio di volte al mese per confortarsi, consigliarsi e darsi forza vicendevolmente, organizzando periodicamente anche iniziative a sfondo sociale in memoria dei propri figli. Tra queste la Via Crucis che si svolge ormai da quattro anni a questa parte in un’ottica itinerante spostandosi di paese in paese con l’intento di sensibilizzare la Locride tutta sulle problematiche della sicurezza stradale.
Rappresentanti ecclesiastici, amministratori forze dell’ordine ma soprattutto moltissimi cittadini che camminano insieme per ricordare non solo le vittime della strada, ma tutte quelle vite stroncate dall’avidità umana, dalla criminalità, uomini, donne ragazzi che a causa dell’incuria, disattenzione, indifferenza e del sordo silenzio hanno lasciato un vuoto profondo nei cuori e nelle vite di chi li ha amati o anche solo conosciuti. Camminano in religioso silenzio, provengono da tutta la Locride, sono qui per fare sentire la loro presenza, per pregare, per aiutare chi ancora troppo arrabbiato con la vita e con Dio stenta a trovare quella pace che solo la certa speranza riesce a donare. Striscioni, foto, candele, sono qui per ricordare a tutti cittadini e istituzione la responsabilità di ognuno. Il silenzio, la non cura dei nostri luoghi, l’indifferenza sono le cause principali di un dolore ingiusto ma che se fatto proprio apre gli occhi. E allora basta con le morti bianche, con le vittime dell’asfalto, con i morti in mare, con i caduti di una guerra ancora troppo silenziosa, la ‘ndrangheta. Un segno, un simbolo questo che le associazioni che popolano il nostro territorio, nonostante le difficoltà, cercano ogni giorno di manifestare, anche solo con la loro presenza, con la loro vita.
Una manifestazione che giunge, dunque, alla sua IV edizione che ha come scopo quello di sensibilizzare tutti,al ricordo e alla prudenza stradale, perché una vita spezzata sull’asfalto non possa solo considerarsi una tragica fatalità, perché le autorità competenti possano spingere verso un reale ed efficace ammodernamento della nostra quasi unica arteria di comunicazione, la SS 106, troppo spesso ricordata come la strada della morte.