R. & P.
Come affrontare la “Fase 2” dell’epidemia da Coronavirus, è questo il rovello di tutte le istituzioni italiane. Come far ripartire l’Italia, come rimettere in marcia il motore economico della nazione. Il nostro punto di vista, magari parziale ma determinante, è chiaro: l’Italia riparte, il Mezzogiorno riparte e, soprattutto, la Calabria riparte solo se si rimettono in moto le macchine del settore edile.
In questa fase di emergenza senza precedenti, infatti, migliaia di lavoratori calabresi, migliaia di aziende calabresi, sono in grosse difficoltà.
Lo sono perché il settore stenta a superare la crisi degli anni passati, lo sono perché il doveroso blocco imposto dalle restrizioni anti contagio ha sferrato un colpo quasi mortale al già fragile sistema edilizio regionale.
Allora cosa fare? La prima mossa da operare è quella di aiutare economicamente queste aziende, soprattutto le piccole medie imprese, immettendo nelle loro casse quella liquidità necessaria ad affrontare le ristrettezze del presente e programmare la ripartenza del domani.
Il nostro invito, quindi, è rivolto alle tante, troppe, stazioni appaltanti regionali: vengano pagati con immediatezza i lavori conclusi a quelle aziende che, da troppo tempo, attendono il riconoscimento economico dei loro sforzi lavorativi.
Le nostre preoccupazioni sono soprattutto per le migliaia di piccole e medie imprese edili, per i loro lavoratori che rischiano di rimanere schiacciati dai tempi mostruosi di riconoscimento della Cassa integrazione da parte dell’Inps mentre per le grandi imprese, quelle che in Calabria devono portare a compimento progetti di enorme rilevanza economica e sociale, il discorso è diverso. Proprio in queste ore il neo assessore regionale ai Lavori pubblici è intervenuta, infatti, su una delle opere pubbliche più importanti per il futuro della Calabria: il completamento del terzo macrolotto della Strada statale 106.
Tutte queste opere devono essere messe in grado di riaprire i cantieri naturalmente nel pieno rispetto di tutte le norme di sicurezza che sono state previste per evitare nuovi contagi da Covid-19 .
Ma questo non basta. Intanto, è necessario che le lavoratrici ed i lavoratori possano operare nella massima sicurezza, per questo chiediamo alle istituzioni competenti di vigilare con la massima attenzione sull’applicazione del Protocollo sulla sicurezza che è stato condiviso a livello nazionale il 14 marzo ultimo scorso. E’ questa una base fondamentale per la ripartenza, dobbiamo essere coscienti che siamo alle prese con un virus subdolo e molto pericoloso e lo saremo ancora per tanto tempo, per questo la difesa della salute delle lavoratrici e dei lavoratori deve rappresentare il punto dal quale muovere ogni passo nel programmare il futuro produttivo del territorio.
Poi, servono interventi di natura fiscale, economica e finanziaria che siano in grado di aiutare tutte le imprese a superare questo momento di difficoltà ed a progettare, senza troppi patemi d’animo, il loro futuro produttivo che, lo ribadiamo, deve trovare, nella salvaguardia occupazionale, la base di ripartenza.
Resta fondamentale per la nostra regione approntare un piano straordinario di investimenti per la creazione e la messa in sicurezza delle infrastrutture necessarie a sviluppare una volta per tutte le sue potenzialità inespresse. Mai come in queste settimane ci si è preoccupati di come le regioni del Sud, e in particolare la Calabria, avrebbero affrontato l’emergenza se fosse esplosa come in Lombardia e nelle regioni del Nord.
E questo perché da noi mancano le strutture sanitarie e da anni, ritardi e debolezze, incancreniscono i nostri sistemi sanitari, economici e sociali frenando lo sviluppo in ogni campo. Ci auguriamo che la ripartenza tenga conto di ciò e, non lasciando ancora una volta indietro il Sud, dia il giusto valore al settore costruzioni che può essere il volano al rilancio di tutta l’economia territoriale, con lo stimolo indotto alle numerose filiere produttive che ruotano attorno a questo settore.
Segreteria regionale
FenealUil Calabria