RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE LETTERA APERTA
Caro Direttore,
anche Mentana e Casalino, che con un apposito video avevano fatto sapere di un loro filo diretto, litigano. Motivo, la superesposizione di Conte. Ma lì parliamo di scoop e di audience. Anche se una qualche correlazione con il profitto può esserci. In generale, diciamo. Ma che mestiere è il giornalista? Deve dire cose o essere qualcuno? Deve ricevere messaggi dai politici (e sanitizzarli) o mandarne? Deve rispettare l’ordine gerarchico delle istituzioni o capovolgerlo? Deve considerare tutto l’ alfabeto o solo le lettere come gli fanno comodo? Deve farsi suggestionare da quel civil servant che di recente ha scritto ” Dispongo, accelero, freno, imbroglio e sbroglio”? O appellarsi al proprio equilibrio, affidarsi alla propria autorevolezza? Il giornalista che forza il mestiere fa un azzardo, il politico(?) che cerca un mestiere propone un contratto. La distinzione fra giornalisti avviene sul dotto eloquio non sul pedissequo piatto prescelto. Non importa se si è da alcuni detestato, se dimostri professionalità . La narrazione, ogni tanto, vuole di qualche giornalista partecipare ad un sorta di “cupola” con uomini delle istituzioni, ma lì si parla – e si condanna, per conto nostro – di gente di peso, non di municipi nostrani. Dove si accetta di essere chierici di un sapere iniziatico (modesto) che non è cultura ma pane quotidiano. Stantío. Giornalisti un pó si nasce e un pó si diventa. Nel secondo caso, contano i maestri. Che non si debbono invocare a vanvera. Mai come adesso servirebbe una grande partecipazione alla vita politica, dalla semplice azione di esercitare il diritto di voto all’impegnare parte del proprio tempo dove c’è l’opportunità di lavorare per qualche miglioramento. La stampa ha un ruolo importante, deve rivolgersi alla ragione e non all’emotività, specie in periodi di crisi. Perché i cittadini possono cadere nella trappola del populismo. Le semplificazioni non giovano. Capita di intravedere un uso tattico dell’aggressività verbale di qualche giornalista. Il cittadino o il politico che ha le carte a posto “guarda” e passa avanti, chi non lo è “se l’aspetti”. Caro Direttore, pongo cortesemente la questione a lei per indirizzarla a tutta la categoria dei giornalisti . E perché tra quelli che metto nel mio mirino non ce n’è nessuno della Locride. Ci crede?
Dario Guizzo