DI SEGUITO LA NOTA STAMPA DI ANTONIO BLEFARI- PRIORE DELL’ARCICONFRATERNITA MARIA SS. IMMACOLATA DI BOVALINO:
Mi rincresce molto scrivere questo comunicato stampa,ma devo farlo per rispondere alla mia coscienza,alla dignità dell’Arciconfraternita che rappresento e soprattutto per i ragazzi che ,giornalmente, spendono tempo e fatica per continuare tradizioni radicate da secoli nella nostra cultura. E’ una fortuna che all’interno dell’Arciconfraternita si sia formato un così nutrito gruppo di ragazzi che si interessano delle tradizioni del nostro paese,sono orgoglioso di loro che si dedicano e si preparano spiritualmente a ricevere il testimone di una storia,che in tempi odierni è bistrattata dal “futuro” che vuole travolgerla sotto le onde alte e distruttive di un’idea di modernità che si dimentica del passato. Mi trovo disarmato e rattristito di fronte al servizio del TG5 andato in onda alle 20.00 del 27 Marzo u.s. , in cui la comunità Bovalinese e in particolar modo quella residente nella frazione di Bovalino Superiore, vengono accostate a fatti di ‘ndrangheta inerenti paesi lontani chilometri che non c’entrano nulla nè con la nostra mentalità, nè con i nostri criteri di scelta delle persone che portano le statue durante l’Affruntata.
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Ma tornando a noi, che fonti di polizia abbiano accertato che a Sant’Onofrio e Stefanoconi la ‘ndrangheta abbia allungato le mani negli affari della Chiesa ci può dispiacere,come uomini di fede e come calabresi, ma non ci offende perchè non ci tocca.
Ci offende e ci tocca invece, che i portatori delle statue di Bovalino Superiore siano paragonati a quelli di Stefanoconi e Sant’Onofrio che, evidentemente, sono uomini che hanno smarrito la via del giusto.
Ci offende e ci tocca che il prete della parrocchia di Sant’Onofrio , attenzionato dalla polizia, sia paragonato al parroco di Bovalino Superiore, Don Rigobert Elangui, a cui pochi mesi fa hanno bruciato la macchina,per il coraggio che ha dimostrato nello scardinare alcuni istituti culturali poco vicini alla vera fede.
Ci offende e ci tocca leggere su facebook che lei, nonostante le attestazioni di giovani Bovalinesi, insiste a pubblicare link di fatti di cronaca (questi si che sono successi a Bovalino) che non hanno niente a che fare con l’Affruntata o un presunto meccanismo mafioso di scelta dei portatori di statue,ma si riferiscono a informative di polizia, riguardanti la politica e soprattutto che non hanno avuto alcun vero riscontro giudiziario.
Non sono giornalista e non conosco il codice deontologico del suo Ordine Professionale, però conosco un codice internazionale e interdisciplinare: quello del buon senso. Non si dispiaccia,ma nell’accostamento ,tra i fatti di Sant’Onofrio ,Stefanoconi e l’Affruntata di Bovalino , manca buon senso,anzi non ha senso proprio tale paragone.
Noi la perdoniamo,ci rendiamo conto che non si può parlare con contezza di argomenti quando non si conoscono le realtà di cui si tratta,ma tale perdono ha un unico prerequisito, cioè che la verità venga riaffermata proprio dove è stata violata. Per tanto la invito ufficialmente a Bovalino Superiore, a spese dell’Arciconfraternita che rappresento, quando meglio crede, compatibilmente ai suoi impegni, così vedrà che esiste “l’altra Calabria”.