di Maria Elisabetta Cannizzaro
Ho sempre pensato che per rendere un servizio alla collettività, siano necessarie due condizioni: umiltà e lealtà, diversamente si corre il rischio di diventare arroganti e di vanificare un percorso di crescita collettiva. Chiaramente, senza la condivisione e la stima dei compagni di viaggio, tutto diventa una finzione, di scarse prospettive. La battaglia condotta sin dall’inizio della campagna elettorale, si nutriva di speranze e solidarietà e non temeva alcun turbamento, umano e politico. Così i successivi due anni e mezzo di legislatura. Oggi, purtroppo, si registra una fase dell’ attività politica che nulla ha a che fare, con le premesse iniziali. Questo rischio, non voluto da nessuno, deve essere prontamente scongiurato. L’impegno in tal senso, deve essere assunto da tutti, nessuno escluso, in primis dal sindaco. L’ipotesi di avvicendamento tra i consiglieri e gli assessori, dopo due anni e mezzo di consiliatura è stato assunto e sottoscritto, moralmente, da tutti i consiglieri eletti. Tale adempimento, non è, e non può essere inteso, come una mortificazione o, peggio ancora, come una conventio ad escludendum, ma come il giusto compendio di lealtà e rispetto reciproco, tra appartenenti allo stesso gruppo ed aderenti allo stesso programma e progetto politico. La mia sola intenzione, condivisa da alcuni colleghi consiglieri era quella di favorire uno slancio dell’azione amministrativa, innovandola anche grazie ad un ricambio generazionale,, superando vecchi schemi con coraggio.Nessuno oltre la mia coscienza, ha dettato la linea del mio impegno e nessuno mi dice ciò che devo fare, per non essere diversamente intesa ed interpretata dai miei colleghi di maggioranza. Così come nessuno mi ha suggerito come leggere ed interpretare per 30 mesi, i miei compagni di viaggio. Se così non è, allora mi sembra doveroso, chiedere, scusa rassegnando le mie irrevocabili dimissioni da capogruppo.