R & P
Da Calabrese mi rattrista molto la lotta scatenata negli ultimi giorni dai “guelfi neri” di Calabria, almeno quanto le dichiarazioni di quel “furbo nordista” insolente e volgare, che vorrebbe distogliere l’attenzione dai veri problemi con incommentabili epiteti rivolti ai meridionali; il direttore non è nuovo a queste castronerie, noi rimaniamo orgogliosi delle nostre origini.
Comprendo le ragioni dei tanti Calabresi che per motivi di lavoro o studio risiedono al nord e che oggi chiedono di rientrare nelle loro case. E’ un loro sacrosanto diritto. Ma si sa, in tempi di Covid-19 tanti sono i provvedimenti di cui è legittimo dubitare sulla loro perfetta aderenza ai principi costituzionali. Ciò nonostante abbiamo accettato, quasi tutti direi ed è un bene, provvisorie limitazioni alle nostre libertà costituzionali in nome del diritto alla salute, anch’esso costituzionalmente garantito; e qui non voglio perdermi in disquisizioni prettamente interpretative, vista la diversità di vedute anche di insigni costituzionalisti.
Certamente tutti abbiamo letto di appelli su casi disparati di nostri corregionali costretti all’isolamento lontano dai loro affetti, ne siamo addolorati e speriamo possano tornare presto. I giorni di restrizione ci hanno messi a dura prova ed è indispensabile un veloce ritorno alla normalità che in Calabria si sta programmando con la dovuta attenzione verso tutti e la giusta gradualità.
Credo, comunque, che alla luce dei provvedimento del Governo centrale e delle ordinanze del Presidente Santelli non vi sia alcun divieto assoluto di rientro in Calabria essendo, il rientro, consentito in alcune specifiche ipotesi; per cui sarebbe possibile nei casi di comprovato stato di necessità.
Per gli studenti, invece, che non possono raggiungere la Calabria e si trovano in difficoltà economiche la Regione ha già istituito un fondo di sostegno.
Non comprendo, invece, quanti approfittano della sofferenza dei nostri emigrati per danneggiare l’immagine dell’avversario politico (o nemico secondo certa intellighenzia).
Sfruttare il particolare e difficile momento in cui viviamo con maliziosi argomenti mi pare forviante. I sacrifici, giustamente richiesti dal Governo della Regione ai Calabresi, residenti e non, sono stati necessari e sono serviti – purtroppo servono ancora – a preservare tutti noi dalla diffusione del contagio che qui è stato circoscritto anche grazie alla tempestività dei provvedimenti e con l’aiuto e la sensibilità dei tanti conterranei che studiano o lavorano fuori dalla Calabria che hanno rispettato le prescrizioni e ai quali esprimo la mia riconoscenza per il loro sforzo. Decisioni dei politici, determinazione, comunanza e assunzione di responsabilità hanno limitato i danni e contribuiranno a costruire il futuro.
Non mi piace la narrazione di una politica sempre e comunque “brutta e sporca” né di una Calabria matrigna che ripudia i propri figli; forse sono questi ultimi a dover imparare ad amare la loro Terra che non tollera più rancore ed odio. Lei ha bisogno di vero amore come quello che San Francesco nutriva per Santa Chiara (scusami Francesco da Paola se cito un Tuo omonimo e perdonaci per le tante preoccupazioni che Ti cagioniamo) quello, per intenderci, lontano da ogni egoismo che lascia la Calabria sempre al primo posto.
Avv. Giuseppe Serranò
Responsabile Dipartimento Regionale Politiche per il Mezzogiorno
Fratelli d’Italia