R. & P.
LOCRI – La fotografia da noi riportata, che è già su numerose testate giornalistiche, esprime in pieno il fallimento di un piano fatto in maniera scellerata. Esprime la mortificazione di persone che arrivano in ospedale con problematiche più o meno gravi e si trovano a passare giorni su una barella in attesa di un tampone. Esprime l’inadeguatezza di chi decide, perché un piano, un percorso, quando li si programma, devono prevedere tutte le possibili criticità e la loro risoluzione, ancor prima della loro attuazione. L’immagine che riproduce fedelmente lo stato dell’arte è la dimostrazione plastica dell’insostenibilità della situazione. Una persona che arriva con sospetto infarto può sostare 48h su una barella in attesa di tampone, in una stanza con altre 7 persone? E se uno di loro fosse positivo al COVID cosa succederebbe? Ciò che è stato presentato e osannato come percorso in sicurezza, dov’è? L’astanteria, che doveva essere predisposta per questi casi, perché ancora non viene utilizzata? Ed anche quando l’astanteria sarà pronta, se i tempi di attesa del tampone sono questi, quanto tempo dovrebbe trascorrere una persona nella situazione raffigurata in fotografia?
Abbiamo avuto oltre due mesi, dal momento in cui si è evidenziata l’emergenza nelle regioni del Nord, per prepararci. Invece di dare soluzioni siamo riusciti solo a dare qualche contentino ai cittadini, tanto per dire “qualcosa è stato fatto”. Lo stato di fatto immortalato nell’immagine è umiliante per noi cittadini; figuriamoci per chi la vive personalmente e per i parenti coinvolti.
Noi come cittadini non siamo preposti a trovare soluzioni: c’è gente pagata per farlo e che dovrebbe avere le competenze o quantomeno l’umiltà di raccogliere i suggerimenti che vengono forniti da cittadini competenti e da chi ha a cuore il funzionamento della struttura. Si sa che con questo virus ci dobbiamo convivere per molto: lo dice la scienza quotidianamente. Come si fa a non riuscire a predisporre il minimo indispensabile per essere preparati e tempestivi ? Come si fa a rischiare che un paziente che arriva al Pronto Soccorso (e la denominazione del reparto denota la necessità della tempestività con la quale si debba intervenire) non possa essere destinato al reparto di cura prima del trascorrere di diverse ore o addirittura giorni, creando assembramenti di quel tipo? Errori madornali e imperdonabili, in una struttura di un qualunque Paese occidentale! Come non pensare che se dovesse succedere qualcosa di irreparabile i responsabili non debbano rispondere davanti ad un Giudice della Repubblica invece che sui giornali?