R. & P.
In data 30 aprile il primo cittadino di Martone, Giorgio Imperitura, con propria ordinanza ha revocato il provvedimento emesso a metà marzo con il quale disponeva il divieto di utilizzo dell’acqua per uso potabile e per la preparazione di cibi e bevande. «Abbiamo superato questa difficoltà – ha commentato il sindaco con un post pubblicato sulla propria pagina di Facebook – lavorando in silenzio e con responsabilità. Non è stato trascurato nessun passaggio sia formale che sostanziale. Ogni azione è stata lunga e puntuale – ha sottolineato Imperitura – agendo con le dovute cautele e nell’esclusivo interesse della salute pubblica. Ci scusiamo per il ritardo, certamente non dovuto all’azione amministrativa, ma ormai siamo certi che le nostre acque, le acque di “Crini”, sono ritornate ad essere l’orgoglio di questa Comunità».
L’allarme era scattato circa un mese e mezzo fa, quando il Sian (Servizio igiene Alimenti e nutrizione) dell’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria comunicava all’amministrazione comunale del paese della vallata del Torbido che le analisi fisiche effettuate sui campioni di acqua potabile, prelevati dalle fontane del territorio comunale, sono risultati non regolamentari. Da qui la decisione di chiudere tutte le fontane presenti nel paese e di vietarne l’utilizzo ad uso alimentare a tutti gli abitanti di Martone «in via meramente precauzionale – si legge nella nuova ordinanza sindacale – nelle more dell’espletamento da parte del soggetto gestore (Sorical) e delle altre autorità competenti delle dovute valutazioni sul rischio per la salute a cui possa essere esposta la popolazione interessata e della conseguente adozione, ove necessario, dei provvedimenti correttivi volti a ridurre la concentrazione di radioattività nell’acqua destinata al consumo umano per renderla conforme ai requisiti di legge»
I successivi approfondimenti effettuati sia dal Sian che dall’Arpacal, nonché dalla Sigra, una società privata incaricata dallo stesso Comune, hanno accertato «un significativo abbassamento del valore del radon». Dell’intera vicenda è stato interessato anche il Ministero della Salute che, per il tramite della Regione Calabria, ha acquisito l’intera documentazione. «Nelle more – scrive il sindaco nella sua nuova ordinanza – alla luce del giudizio tecnico espresso dalla Sian nonché delle sopravvenute evidenze fornite da Sigra s.r.l., sono venuti meno i presupposti delle misure di cautela assunte con l’ordinanza sindacale n. 4/2020 e, pertanto, in attesa del parere che dovrà esprimere il Ministero della Salute, si può procedere alla revoca della stessa nella parte relativa alle limitazioni d’uso dell’acqua».
Ufficio stampa Comune di Martone