di Domenica Bumbaca
Santina Cova psicologa e mamma di tre bimbe racconta la sua ultima gravidanza al tempo del Covid.
Il mio “luogo sicuro” … lei, la mia piccola primogenita che si fa il bagnetto… il luogo dove collocare le tante paure per un parto che sapevo avrei affrontato senza poter stringere la mano o anche solo guardare gli occhi di mio marito. Mi sentivo smarrita, incapace… Ed è quando i dolori si son fatti più intensi che mi sono recata in reparto riuscendo a vedere solo il bicchiere mezzo vuoto. È stato proprio lì che ho potuto rivedere le emozioni vissute e immaginate sino a quel momento. È stato grazie a Nancy, l’Ostetrica (non è una svista la O maiuscola!) che non mi sono sentita mai sola nel bellissimo viaggio che mi ha portato a conoscere Nilde. Lei, il mio terzo gioiello, che mi son goduta appieno solo con il papà per i suoi primi giorni. Lei che, però, ha conosciuto le sue sorelline solo quattro giorni dopo la sua nascita. Lei che è venuta al mondo potendo osservare solo gli occhi di chi le stava intorno, potendo sentire un respiro di mamma filtrato dalla mascherina e il suo abbraccio un po’ freddo per colpa dei guanti. Ai tempi del covid19… è nata la mia “guerriera”.
“La via non si ferma davanti a niente” come recita il dipinto murales per la Sala parto dell’ospedale di Locri, realizzato dall’ostetrica Rossella Collerone.