R. & P.
L’operazione odierna “Mala civitas” condotta dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria, lascia sgomenti sotto diversi aspetti: in primis per l’assurdità di leggere che ben più di cento boss e appartenenti alle cosche di ‘ndrangheta siano percettori di reddito di cittadinanza e, in seconda battuta, per l’adozione di misure così imponenti senza, ed è piuttosto evidente, un controllo serrato su chi ne beneficia.
Ritengo, ovviamente, che sia necessario e doveroso che lo Stato pensi ad indirizzi di politiche lavorative e di sostegno alle fasce più deboli del nostro Paese, ma con altrettanta forza ribadisco che non si possa arrivare a certi paradossi, a maggior ragione in questa fase in cui nel nostro contesto socio-economico, causa l’emergenza Covid e tutte le sue gravi conseguenze, si registra la disperazione di imprese, famiglie ed interi settori produttivi.
Soldi pubblici che, piuttosto che accrescere patrimoni creati sulla sofferenza di territori e comunità piegati dalle dinamiche della criminalità organizzata, avrebbero potuto essere destinati ad altre tipologie di interventi.
Ringraziamo le Forze dell’Ordine e gli inquirenti che hanno messo la parola fine all’erogazione del reddito a determinati soggetti e permetteranno di recuperare le somme già elargite, ma, dal momento che svariate volte sono stati individuati beneficiari del contributo senza che ne avessero diritto alcuno, ci domandiamo quale sia, a questo punto, il bilancio del provvedimento e se non fosse stato più logico impegnare risorse per creare percorsi virtuosi che potessero garantire strumenti integrativi, concreti, nel momento della ricerca del lavoro, affinché si delineassero condizioni di crescita occupazionale.
Soprattutto sarebbe opportuno che venisse fatta chiarezza: sappiamo che dovrebbe essere escluso dal RdC chi abbia ricevuto una condanna definitiva per precise categorie di reati, e allora cosa è accaduto? E’ giunta l’ora di rivedere l’intero sistema delle verifiche su chi ha richiesto il sussidio.
Tilde Minasi
Consigliere regionale Lega Calabria