di Domenica Bumbaca
GERACE – È divenuto uno degli appuntamenti più importanti per Gerace e tutto il comprensorio. Passione per la lettura si mescola con cultura, bellezze artistiche che fanno da cornice in un’atmosfera accogliente, tradizionale accompagnata da musica, spettacoli ed arte.
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La cultura come riscatto, la cultura come mezzo per un nuovo futuro la cultura come liberazione, sono questi i temi principali che ci portano alla terza edizione di “Gerace libro Aperto”, manifestazione che prende il via il 30 Aprile nella città dello Sparviero e si conclude il 4 Maggio, e che vedrà non solo la presentazione di libri ma anche performance musicali e spettacoli con ospiti d’eccezione.
In un periodo dove ci si interroga sulla ratio di un’ unione tra Stati pendenti da una matrice comune di valori universali e da una stessa religione – afferma Luca Marturano, consigliere comunale con delega alla cultura del Comune di Gerace- la Calabria crocevia di popoli e culture, offre un patrimonio storico-culturale autentico e distintivo. Per questo motivo la manifestazione ospiterà le case editrici calabresi che, ancora una volta, hanno aderito alla manifestazione d’interesse promossa dal Comune di Gerace e che presenteranno le loro opere in una location dove lo straordinario spettacolo architettonico di una millenaria città diventa l’ordinario palcoscenico di un teatro all’aperto. Attraverso i libri delle case editrici partecipanti, i visitatori potranno ripercorrere le mille sfaccettature di una terra orgogliosa come la Calabria.
I visitatori potranno così visitare il centro storico di Gerace, dopo aver fatto tappa nel sito principale dell’evento ossia “Piazza delle Tre Chiese”, leggendo e acquistando i libri degli editori calabresi e ricordandosi, soprattutto, che la nostra terra è viva e ha un patrimonio culturale immenso. L’inclusione dell’evento poi ne “Il Maggio dei Libri” rende maggiormente speranzosi per una buona riuscita della manifestazione che – continua Marturano- priva di ogni bandiera ideologica mira sostanzialmente a: lanciare un messaggio di speranza in un futuro incerto e funestato dall’ horror vacui; e a ribaltare la tesi di Hegel che amava ripetere che l’uccello di Minerva, la civetta, viene con il far della sera, intendendo così che soltanto al termine della civiltà si accumula, in massimo grado, cultura e cognizione. “Lungi dal ripetere inutili (e ripetuti) slogan politici: la nostra terra deve ripartire dalla cultura!!! Non siamo alla fine (a proposito proprio di Hegel), ma solo all’inizio. Possa questa manifestazione – conclude il giovane consigliere- essere di monito soprattutto per i giovani del comprensorio ad avere fiducia nella propria terra. Il futuro deve essere qui”.