R. & P.
A San Luca, paese dell’Aspromonte, non esisteva una squadra di calcio e, dopo il fallimento della società, i tempi bui divennero neri per tutta la comunità, che su giornali e notiziari era raccontata per le drammatiche vicende di ‘ndrangheta; un paese stanco del sangue versato e dei suoi figli in galera.
Donare un pallone e costruire un campo sportivo per i giovani appassionati di calcio è stata un’idea vincente per allontanare il più possibile i giovani dalle strade e dai “valori” mafiosi. Oggi, la comunità di San Luca conta almeno un migliaio di minori, desiderosi di riscattare tutti e tutto, anche la Madonna di Polsi. Contro la ‘ndrangheta, il campo sportivo di San Luca rappresenta un investimento concreto sui giovani per l’affermazione della legalità. Non a caso, qualificati istruttori preparano gli allievi, associando gli allenamenti, come filo conduttore, alle regole e al rispetto delle persone, ai diritti e ai doveri.
Lo sport, quindi, è giusto che sia un vero e proprio strumento di diffusione per la legalità, un mezzo e una risorsa importante per la società, considerando che le prime espressioni del diritto sia il rispetto dei regolamenti e regole di ogni attività agonistica. Infatti, a tutela di tutti, le istituzioni sono abilmente articolate per custodire e condurre le organizzazione sportive affinché sia salvaguardata e ravvivata l’etica, che possa così spingere al rispetto della legalità, il cui limite non può mai essere valicato, neanche dai bambini, gli adulti del domani.
Le attività sportive educano quando assumono valenza e stile e quando gli insegnanti, figure d’eccellenza, riescono a trasmettere valori civili, etici e morali, che caratterizzano il rispetto degli avversari sui campi da gioco di qualsiasi disciplina sportiva.
E’ giusto, dunque, che soprattutto i piccoli pratichino uno sport in cui si riconosca ed esalti la dignità della persona, compagno o avversario, e faccia comprendere la natura del “concorrente”, necessario per la competizione, che non sia un nemico da eliminare, ma un avversario da rispettare. Il concorrente di gioco, o avversario in campo, costringe ad innalzare il livello di gioco, ad accrescere le capacità del successo sportivo, a migliorare le relazioni e la resa dei giocatori, a sviluppare dinamiche per perseguire obiettivi a lungo termine, a svolgere i compiti nella maniera migliore possibile.
I ragazzi, tutti, sognano un futuro migliore, detestando profondamente ogni atto criminale, che rende tristemente celebre tanti paesi della Calabria. Anche nei territori etichettati malavitosi, le nuove generazioni, che hanno puntato sul calcio, si battano come leoni perché il loro paese venga additato la Patria di Corrado Alvaro e non altro.
A voi, ragazzi di Locri, impegnati a educare anche alla responsabilità, alla “responsabilità testimoniata”, che apre il cuore alla bellezza della libertà e della dignità, già incarnata nel vostro vivere, con la speranza di creare proseliti e di formare anime belle e di suscitare un movimento dentro i conflitti storici della Locride, senza sfuggirne. Forte è il vostro bisogno di educare alla legalità, impegnando le energie nello sport, nell’Oratorio Salesiano di Locri, secondo la spiritualità della Croce.
Continuate ad essere i migliori modelli educativi e culturali per la legalità con lo scopo di formare coscienze libere, prima ancora delle ideologie. Per la crescita consapevole e collettiva di una identità sportiva, fuori da ogni rappresentazione e forme infantili di socializzazione. I docenti di qualche cattedra, che insegnino a studiare e a praticare lo sport, nelle sue espressioni migliori. Grazie a voi, ragazzi di Locri, educati al bello e alle sue espressioni, non rassegnati a ricercare l’archè nelle migliori prospettive.
Cosimo Sframeli
Tenente dei Carabinieri (r) ed ex Allievo Salesiano