R. & P.
“E’ stata approvata in consiglio regionale la proposta di legge ‘Proroga del termine di adeguamento. Modifica delle disposizioni transitorie sui requisiti strutturali e organizzativi delle strutture socio-educative per la prima infanzia, di cui all’articolo 23 della legge regionale 15/2013’, che, insieme alla collega Flora Sculco, e di concerto con l’assessore al Welfare Gianluca Gallo, molto sensibile alle richieste del settore, abbiamo presentato per venire incontro, appunto, alle strutture che si occupano della prima infanzia”. Lo dichiara Tilde Minasi, prima firmataria del provvedimento che oggi ha ottenuto il placet dell’aula di Palazzo Campanella. “L’emergenza legata all’avvento del coronavirus – spiegano le due consigliere regionali – ha comportato gravi disagi in numerosi settori socio economici della nostra regione ed in tutta Italia. A confrontarsi con ostacoli e difficoltà anche le strutture socio educative per la prima infanzia, le quali, come è noto, forniscono un supporto essenziale alle famiglie, ai minori e contribuiscono in maniera importante ad una gestione ben appropriata della quotidianità intra ed extra familiare. La legge, come sappiamo, definisce sia i requisiti organizzativi e strutturali cui devono rifarsi tali strutture, sia i termini entro i quali le stesse devono adeguarsi per non vedere revocata l’autorizzazione inerente il loro funzionamento e accreditamento. Ecco perché abbiamo ritenuto necessario che, attraverso questa proposta di legge ed alla luce delle nuove esigenze palesate con il diffondersi del Covid, si possa garantire la prosecuzione di tali attività che risultano strategiche nell’ottica dell’integrazione e del sostegno ai bambini in età evolutiva”. “La pandemia, infatti – aggiungono Minasi e Sculco – e il conseguente lockdown hanno purtroppo causato un blocco nell’iter dei lavori di adeguamento e sarebbe quindi significativo differire dal 30 giugno, così come originariamente previsto, al 31 dicembre di quest’anno il termine stabilito”. “Un passaggio – concludono – non incisivo economicamente per la Regione, dal momento che tale posticipo non comporta aggravamenti di spesa, ma la cui approvazione è significativa per le strutture interessate e per l’indotto, poiché scongiura l’interruzione di un servizio indispensabile”.