di Vittore Aspromonte
ROCCELLA IONICA – Mi sveglio ora, serata dentro una bolla di sapone, che se esplode e ti va negli occhi inizi a lacrimare, che dentro a questo tetto del piccolo teatro umano con travi a incontrarsi in un unico punto formavano una stella che vegliava e proteggeva tutti noi dando la direzione futura di un passato di rughe e sorrisi ritrovati nel fare, stretti, abbracciati tutti, ricci a essere tende e unghie a scarnificare cuori per chi ha ancora lacrime di gioia,
che quella bolla di sapone è esplosa lasciando un sogno per le papille gustative diventare perdita di ruggine e immensità di tradizione lasciando fuoco a scaldarci, a non riuscire ad avvicinarci per quanto brucia, che non basta emozionarsi, mettersi davanti lo specchio e saper ridere, un ballo verso un altro ballo, teste dondolanti e frasi semplici che dicono tutto, voracità di altre note, lentezza con vette innevate e respiri su respiri a gonfiare ancora questo involucro che continuiamo a chiamarlo corpo e ieri essere in un unico corpo incanalato nella bellezza di strumenti che non accarezzano ma trafiggono mani in una croce ipotetica dove pregare una bestemmia di dolcezza verso quel volo pindarico di una terra che ha fruttato la beatitudine in una serata di fantasia, come stare dentro una bolla, sotto una stella, dentro una lacrima che solca una ruga annaffiandola di aria…
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