di Bobo Craxi
Intervengo volentieri nel dibattito animato dall’amico e compagno Crinò su “Lente Locale”. Egli si è posto un orizzonte ed un problema che trascende le questioni inerenti soltanto alle crisi dei partiti o anche della democrazia in Calabria ma si pone degli interrogativi come tutti coloro che ritengono che soltanto una politica democratica che abbia radici coerenti con il pensiero ed un riferimento ideale possa esprimere anche per il futuro un Governo decente per tutti i cittadini.
Se la crisi economica e le sue conseguenze gravide di incognite fanno riemergere una grande Questione Sociale ed una Questione Meridionale parimenti finalmente ci si interroga ancora su una questione tutta politica che è quella Socialista.Sono passati trent’anni , di fatto , dalla scomparsa del PSI ed è emersa chiara ed evidente l’assenza di una soggettività politica che sappia rappresentare l’insieme di valori ed interessi che il Partito Socialista nella Storia ha saputo tutelare e rappresentare.
Non si spiegherebbe d’altronde come nessuna forza politica italiana, pur riconoscendone l’importanza, abbia saputo riassumere in sé lo spazio politico ed il ruolo che è stato proprio del PSI; l’area laica e socialista è rimasta sguarnita e la dispersione delle esperienze dei partiti che l’hanno rappresentata sino al 1993 si è posata su diverse formazioni nate l’indomani del 1994.
La cultura politica che è propria del Riformismo Italiano ha esercitato la propria influenza nelle diverse formazioni che si sono succedute alla guida del governo nazionale, tanto nelle parentesi di centrosinistra che di centrodestra, ma nessun partito è mai più riuscito a rappresentare non solo la centralità politica socialista ma neanche per intero la sua tradizione.
Le esperienze di testimonianza ed anche di resistenza politica dei socialisti negli ultimi venticinque anni certamente hanno esercitato una funzione ed un ruolo ragguardevole, ma nessuna di esse è riuscita come al resto delle forze che sono eredi dei partiti della prima repubblica, a ritornare con un ruolo da protagonista nella vicenda politica italiana sapendo rappresentare con il concorso della tradizione e dell’identità, i nuovi sentimenti ed i nuovi bisogni degli italiani.
Nonostante ciò la cosiddetta “Damnatio Memoriae” nei confronti del Socialismo Italiano ha generato e continua a generare il bisogno di non rimanere scollegati da quella Storia e l’operazione di recupero e di rilancio revisionistico ha conosciuto persino un picco assai importante all’inizio di questo anno solare.
Complice certamente la celebrazione dei venti anni della scomparsa di mio padre Bettino Craxi e le numerose iniziative territoriali e nazionali che si sono succedute, lo stesso clamoroso successo di un’opera cinematografica che ne illustrava una parte della sua vita in esilio ha contribuito a riaccendere un dibattito non soltanto sulla frattura politica e democratica che colpì il paese fra il 92-94 , non solo sulla insigne figura di Uomo di Stato ma anche sulla necessità di recuperarne il pensiero ideologico oltre alle nozioni ed alle funzioni del Socialismo Democratico e Liberale.
In tempi di Post-Covid questa necessità è stato ribattezzata come un bisogno di un “Socialismo del terzo tipo” ovvero un’esperienza politica e sociale che pur avendo radici ben piantate nella propria Storia esprime un’idea moderna di Giustizia Sociale, di Economia Sociale di Mercato, di protezione della salute e dell’ambiente, di istituzioni democratiche forti e solide che non siano in balia né delle multinazionali della tecnologia telematica né delle Lobby occulte che sembrano orientare le scelte pubbliche dei governi, ed un Socialismo Moderno che tuteli e protegga i diritti dei popoli e i diritti delle minoranze etniche e religiose.
Un bisogno enorme di difendere la libertà, di continuare ad essere tolleranti ed un bisogno di Giustizia che sappia difendere i cittadini dall’arbitrio e dagli abusi che in nome di essa commettono anche gli stessi amministratori pubblici della giustizia divenuti con il tempo non un potere dello Stato ma uno strapotere autonomo.
Il Psi in quanto tale esiste ed esercita una funzione ultraminoritaria, il compito dei militanti e dei dirigenti di un tempo sarebbe quello di tornare a riunirsi nuovamente, sapendo operare un reset di tutte le esperienze pregresse, incitare ed invogliare nuove generazioni alla lotta politica , alla libera espressione delle idee, allo studio dei tempi e dei problemi che la nuova società ci pone; Un Socialismo del terzo tipo che sappia rappresentare ancora il riscatto meridionale e mediterraneo, che sappia interpretare la nuova questione meridionale non per aizzare la rabbia ed il malcontento ma per indirizzare le scelte pubbliche verso un’idonea stagione di sviluppo che scongiuri l’arretratezza, la povertà e il sottosviluppo economico, morale ed intellettuale.
Questi dovrebbero essere, per titoli i compiti dei nuovi socialisti, che si sentano veramente tali e che recuperino in una forma moderna di Partito organizzato il senso di Comunità e di appartenenza ad un grande filone culturale e politico della Storia Italiana sapendo adattarsi ai tempi che cambiano e che sono gravidi di incognite.