di Vincenzo Tavernese *
Caro Direttore, ti scrivo oggi per esprimere la mia grande amarezza nell’apprendere di una grave perdita per la Locride: Giorgio Botta ci ha lasciato in modo inatteso.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo nella comune appartenenza alla famiglia rotariana. Io ero giovanissimo, lui già maturo: aveva concluso la prima parte della sua vita in Piemonte, la sua terra natale, da dirigente d’azienda industriale e aveva deciso di trascorrere molto tempo in Calabria, a Roccella Ionica, paese al quale lo riconduceva la flebile traccia delle origini familiari della indimenticabile e amatissima moglie Maria Teresa. Da piemontese, da ingegnere chimico, da manager proveniente dalla carriera di fabbrica, non aveva mai rinunciato alla propria identità, avvicinandosi alla Calabria e alla nostra realtà sociale, culturale e umana, con affetto, interesse e profonda sintonia: posso dire senza tema di smentita che molti professionisti nostri conterranei conoscono meno di lui la Locride e hanno concretamente fatto per questo nostro lembo di Italia ben poco a suo confronto.
La sua presenza attiva nella vita non solo del Rotary locale e distrettuale, ma anche di altre associazioni con scopi umanitari e di alcune aziende per le quali ha lavorato nella Locride, la sua passione per l’enologia, per l’arte e la cultura, e la sua amicizia prodiga di consigli per i tanti che hanno avuto modo di conoscerlo, certamente lasceranno un’impronta duratura.
Certamente l’hanno lasciata su di me.Per questo motivo spero che Roccella, la Locride e i suoi amici, dopo essersi stretti nel cordoglio ai familiari, sappiano trovare il modo giusto per onorarne la memoria e seguirne l’esempio di apertura generosa, anche nella stagione estrema della vita, al confronto e alla collaborazione in vista di un futuro migliore.
*: vicesindaco di Marina di Gioiosa Ionica