La Calabria si interroga sul proprio futuro, tra nuovi orizzonti e possibilità. Il 29 e 30 luglio, presso la Cittadella Regionale, un confronto sulle politiche e le sfide della nuova programmazione regionale. Giuseppe Nucera de ‘La Calabria che vogliamo’ torna con forza sul concetto di valorizzazione e rilancio di borghi e centri storici calabresi.
“I nostri borghi custodiscono una ricchezza immensa che non è valorizzata in modo adeguato, bisogna puntare in modo deciso sui giovani per ripopolarli. La mia idea, già proposta nel corso dell’ultima edizione di Bit -sottolinea Nucera-, è quella di inserire nella prossima programmazione dei fondi che consentano alla Regione Calabria di acquistare gli immobili disabitati.
Queste case, successivamente, devono essere date in comodato d’uso gratuito a chi vuole tornare per fare impresa, che si tratti di giovani cittadini (calabresi e non) o di aziende che puntano a delocalizzare la loro attività e che in questo modo avrebbero la possibilità di assumere giovani disposti a trasferirsi in Calabria”, le parole dell’ex Presidente di Confindustria Rc.
L’esperienza vissuta nel 2020, alle prese con l’emergenza Covid-19, ha modificato stili di vita e modelli di socializzazione. Lo smart working è letteralmente esploso, nel futuro (anche ad emergenza conclusa) è prevista comunque una percentuale crescente di cittadini che punteranno sul cosiddetto ‘lavoro agile’.
“La Calabria, con le proprie bellezze paesaggistiche, un clima da far invidia e il basso costo della vita, si presta perfettamente allo smart working. Non solo delocalizzazione e creazione di nuove imprese ma anche lavoro agile per chi ha già un lavoro al nord o all’estero. In questo modo possiamo ripopolare i nostri borghi e centri storici, culle della nostra storia millenaria.
Per queste ragioni -insiste Nucera- chiedo alla Regione Calabria di inserire somme importanti nella nuova programmazione destinate esclusivamente allo scopo di acquisire case abbandonate e diroccate cosi da farle rinascere e donare in comodato gratuito a chi ne farà richiesta”.
Perfetta sinergia tra tradizione e innovazione, i luoghi da rilanciare diventerebbero così una sorta di ‘hub’ su un tema specifico: agricoltura, turismo, tecnologia, big data ecc. Gli immobili, secondo l’idea di Nucera, andrebbero acquistati e ristrutturati dai Comuni e dati in comodato gratuito a chi ritorna, giovani e non solo, uomini del fare e cittadini che credono nelle potenzialità del territorio. Un modo ideale per fare sintesi tra i residenti e gli emigrati di successo che possono tornare e aiutare la Calabria a rinascere.
“La valorizzazione di centri storici e borghi può rappresentare le bandiere di come la Calabria sa fare innovazione e migliorare la reputazione della nostra terra nel mondo. Si tratta di un progetto di fondamentale importanza, che assicurerebbe effetti positivi concreti sull’economia, creando un circuito virtuoso”, conclude l’ideatore de ‘La Calabria che vogliamo’.
UFFICIO STAMPA LA CALABRIA CHE VOGLIAMO