di Gianluca Albanese
CAULONIA – Ora viene il bello…Dopo le dichiarazioni, pressoché unanimi, di soddisfazione seguite all’accettazione, da parte del ministero della Giustizia, dell’istanza di mantenimento della sede del giudice di Pace a Caulonia, inizia il difficile iter procedurale teso a garantire la copertura delle spese per la struttura. Ne ha discusso il consiglio comunale convocato ad hoc questa sera dal presidente Lia.
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Proprio così. Il ministero non garantisce più la copertura dell’80% delle spese di mantenimento, quantificate in circa 130.000 euro all’anno (30.000 per le utenze e il resto per il personale addetto) e quindi l’amministrazione, dopo che lo scorso 19 marzo è pervenuta la risposta positiva del dicastero si è subito attivata per avviare tutte le procedure del caso.
Come ha spiegato l’assessore Kety Belcastro nella sua relazione, sono stati subito contattati i Comuni interessati perché facenti parte del mandamento (Roccella e Placanica) ma anche quelli della vallata dello Stilaro, perché è vero che anche il Comune di Stilo ha ricevuto analogo riscontro positivo all’istanza di mantenimento della sede, ma non è detto che riuscirà con le proprie forze (e potenzialmente con quelle dei comuni limitrofi) a mantenere la struttura. Anzi, da notizie apprese dagli organi di stampa, pare che non possa farcela e, così facendo, l’ufficio di Caulonia potrebbe diventare il punto di riferimento per tutta l’area settentrionale del comprensorio.
Al momento, infatti, l’unico Comune che sembra disposto a contribuire è quello di Roccella, con un impegno di spesa di 3.000 euro annue (pari, dunque, al 10% delle spese per utenze e gestionali) mentre quello di Placanica non ha ancora risposto alla proposta dell’amministrazione cauloniese.
Poi, c’è il problema del personale da adibire alla funzione. Cinque figure professionali da destinare all’ufficio del giudice di Pace da selezionare tra il personale comunale.
Per questo è stata avviata una concertazione con i rappresentanti dei lavoratori, che prevede il ricorso alla procedura di mobilità su base volontaria dei dipendenti potenzialmente interessati, ma se entro il 29 aprile non dovessero pervenire le manifestazioni di volontà da parte dei lavoratori interessati, si dovrà procedere alla mobilità d’ufficio. Sempre ammesso che ci siano le professionalità compatibili con quelle richieste dall’ufficio del giudice di pace. Una bella matassa da sbrogliare, dunque.
Il dibattito è stato abbastanza lungo e serrato. Il sindaco Riccio ha ribadito che «Molti comuni vorrebbero essere al nostro posto, prima di tutti quelli della vallata del Torbido, che si sono associati per cercare di mantenere l’ufficio di Gioiosa Ionica, ma a suo tempo i commissari non fecero la delibera che invece questo Consiglio adottò un anno fa, ecco perché tutti insieme dovremo fare il massimo per mantenere l’ufficio del giudice di Pace».
Un’esigenza, questa, condivisa dal capogruppo di “Insieme per Caulonia” Mimmo Mercuri, che ha detto che «Se non riusciamo a mantenere l’ufficio qui faremmo una pessima figura, quindi invito gli attuali amministratori attuali e quelli futuri a devolvere per intero le proprie indennità di funzione per cercare di coprire i costi di mantenimento dell’ufficio».
Il presidente Mimmo Lia, come in un’ideale asta, ha rilanciato, proponendo che nello statuto comunale fosse inserita una norma tale da impegnare tutte le amministrazioni, dalla presente a quelle future, a rinunciare per intero alle proprie indennità di funzione, pur di contribuire a coprire i costi relativi al mantenimento della struttura.
Una tesi, questa, che non ha convinto il consigliere di maggioranza Lino Dimasi, che da buon sindacalista ha invitato tutti a concentrarsi principalmente sul problema del personale da adibire, sulla compatibilità del personale da destinare e sulla possibilità o meno di utilizzare gli Lsu-Lpu. Il capogruppo della neonata compagine consiliare di “Spazio Aperto-Pd” Attilio Tucci ha rimproverato all’amministrazione una scarsa capacità di programmazione, tesi, questa, contestata dagli assessori Belcastro e Cagliuso, con quest’ultimo che ha ricordato che dall’approvazione della prima delibera consiliare in cui il consiglio impegnava l’amministrazione a mantenere l’ufficio del giudice di Pace si siano avvicendati due ministri della Giustizia: dalla Cancellieri che era per la chiusura tout-court di molti uffici, a Orlando che invece ha aperto lo spiraglio che poi ha portato all’accettazione di alcune istanze di mantenimento, tra cui, appunto, quella di Caulonia.
Alla fine, bocciata, di fatto, l’eventualità di devolvere le indennità di funzione degli amministratori, è stata approvata all’unanimità la mozione proposta dal sindaco Riccio, che prevede un iter teso al mantenimento dell’ufficio del giudice di pace che passi attraverso il coinvolgimento dei comuni potenzialmente interessati e la procedura di mobilità del personale da adibire a tali funzioni, recependo altresì alcuni emendamenti al testo originale proposti dal consigliere Tucci, nel senso che il consiglio comunale “impegna l’amministrazione” e non “dispone” per il mantenimento dell’ufficio «compatibilmente con una serie di trasferimenti del personale dell’Ente tale da non pregiudicare il regolare lavoro degli uffici comunali».