di Gianluca Albanese
CAULONIA – Attilio Tucci alza l’asticella. Il consigliere comunale, come anticipato stamattina da Lente Locale, costituisce un gruppo autonomo in consiglio comunale e non gli attribuisce un nome qualsiasi. Lo chiama, infatti, “Spazio Aperto-Pd”, utilizzando il nome dell’osservatorio politico-culturale che ha contribuito a fondare insieme ad altri renziani locridei della prima ora, e del Partito Democratico. Ed è subito scontro.
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Proprio così: considerando che la maggioranza, sebbene tra i suoi principali esponenti vanti, tra gli altri, due assessori come Franco Cagliuso e Kety Belcastro, che sono dirigenti del circolo cittadino del Pd, ha comunque una connotazione civica e non partitica, e Tucci che fa? Fa comparire il nome del partito nella denominazione del nuovo (mono)gruppo consiliare, come a voler piantare una bandierina nell’assemblea cittadina, andando ben oltre le prudenti dichiarazioni rilasciate stamani a Lente Locale.
Una scelta, la sua, annunciata in apertura dei lavori della seduta consiliare odierna, che ha subito incontrato il plauso di molti, dall’assessore Cagliuso, che l’ha definita una «Scelta di coerenza da parte di una persona che ha dimostrato di essere un amministratore capace, a differenza di certa destra cittadina, è per questo – ha detto – che dico bentornato al compagno Attilio» e del capogruppo di “Insieme per Caulonia” Mimmo Mercuri che ha rivolto il proprio ringraziamento a Tucci «per le tante battaglie condivise fin qui per il bene di Caulonia e sono certo – ha proseguito Mercuri – che questo non sarà un momento di divisione delle opposizioni ma una svolta e una vera novità politica».
A spezzare questi toni da “dolce stil novo” ci ha pensato Kety Belcastro, che non è solo il segretario del circolo cittadino del Pd, ma è anche membro della segreteria provinciale. La Belcastro, infatti, ha ribadito che «Tucci non è un tesserato del Pd ed è stato oggetto, due anni fa, di un provvedimento di espulsione dal partito da parte della commissione di garanzia, allora presieduta dall’ex presidente della Provincia Pinone Morabito», come testimonia il filmato che riportiamo integralmente:
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La replica di Tucci non è stata da meno: «Non esiste più – ha detto – il Pd delle tessere. Piuttosto, c’è, come c’insegna Renzi, il partito dell’azione politica e poi ricordo a tutti che faccio parte della direzione regionale del Pd e le parole di Kety Belcastro non sono un gran regalo al partito».
Tra il pubblico, Bruno Grenci osserva sornione. Lui, tra i fondatori dell’osservatorio politico-culturale “Spazio Aperto” rimane in costante contatto telefonico con alcuni spettatori interessati alla discussione, seppur non presenti fisicamente in aula.
Cosa succederà adesso? La Belcastro, che ha definito Tucci solo un “nominato” nella direzione regionale del partito, sicuramente non starà a guardare e non è escluso che possa partire una verifica interna al partito relativa alla sussistenza o meno della titolarità da parte di Tucci a usare il nome del partito per nominare il neonato gruppo consiliare. Dall’altra parte c’è chi è pronto ad affilare le armi per dimostrare che il segretario del circolo cittadino, secondo lo statuto del partito non può cumulare diversi incarichi.
Insomma, lo scontro si acuisce, alla faccia di chi, all’indomani della vittoria di Renzi all’ultimo congresso nazionale del Pd, parlava di scomparsa delle correnti e di un partito finalmmente unito.