di Simona Masciaga
SIDERNO- Maria Carina Mammola e Ada Zapperi Zucker, con il loro modernissimo carteggio “ Due donne del Sud” edito da VoG Verlang ohne Geld Monaco di Baviera, si classificano seconde al premio “ San Domenichino” di Massa Carrara.
Un riconoscimento validissimo a due amiche, donne del sud, che attraverso una corrispondenza fatta ormai di messaggi ed e-mail, hanno saputo dare vita ad una storia fatta non solo di confidenze e intimità, bensì ad una narrazione storica di eventi, situazioni, ed educazione ricevuta come donne nate nel meridione e formate con la mentalità tipica delle nostre tradizioni.
Mentre la Zapperi ha avuto modo di viaggiare e formarsi culturalmente, sia per professione che per esperienze e riflessione, la stessa è stata una cantante lirica e docente di musica, quindi ha avuto modo di confrontarsi ed arricchirsi, (Catania, Roma, Vienna, Germania e ora Alto Adige), la Mammola, con il caratteristico pudore delle donne calabresi, è riuscita ad affermarsi attraverso la conoscenza, lo studio e l’erudizione.
Maria Caterina Mammola, docente di lettere in quiescenza, scrittrice di numerose e svariate opere che volano tra l’etereo della poesia, il romanzo, ma soprattutto saggistica di storia locale, vulcanica ed irrequieta, attenta critica letteraria ed oculata inesauribile ricercatrice, si apre ad una amica assumendo vesti diverse: è una donna, madre, moglie, amica e lavoratrice che manifesta i propri sentimenti, sensazioni, riflessioni.
Due donne a loro modo ribelli, che attraverso indignazione e disobbedienza, voglia di libertà, sognano e raggiungono, col tempo la propria dimensione, la stabilità e l’equilibrio che propongono in questo dialogo di 24 lettere, viaggiando a ritroso nel tempo in una dimensione spazio temporale che le vede testimoni dello sfacelo post-bellico degli anni ’50, della rigorosa educazione femminile, della desueta cultura di un tempo.
Una piacevole lettura, fresca e spumeggiante che insegna, specie alle donne del sud, come uscire da retaggi culturali e raggiungere la propria dimensione.
Noi di Lentelocale, siamo partecipi e condividiamo con orgoglio tale riconoscimento.