DA FRANCESCO TUCCIO RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO QUANTO SEGUE:
Gent.mo Direttore,
non so se è abusare della sua generosità, della quale ho motivo di personale riconoscenza, dare seguito ad un dialogo con il dott. Tucci (che da questo momento in poi chiamerò Attilio per vecchie stima ed amicizia immutate). Forse, nel panorama della politica urlata e della contrapposizione intestina cauloniese, la sua tempestiva e approfondita testata on line può divenire sede di un proficuo confronto senza rinunciare alla chiarezza e ricorrere ai giravolta del linguaggio politichese, al cantare la solfa trita e ritrita. Ovviamente, mi rimetto al suo insindacabile giudizio.
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Carissimo Attilio, come ben sai le questioni politiche dell’oggi hanno radici che affondano in qualche anno trascorso e vanno ripercorse per amore di verità e non di polemica, affinché l’analisi politica nasca dai fatti e non come i funghi.
Ricordo bene le tue posizioni politiche distintive, ritenute da me meritevoli di una discussione interna, rispetto all’amministrazione Ammendolia. Altrettanto, ricorderai le mie insistenze nei tuoi confronti a riprendere l’attività del circolo, riconoscendoti autorevole punto di riferimento del Pd provinciale. Cosa che meritevolmente hai fatto coinvolgendo tutti, nessuno escluso. Le tue precedenti posizioni le hai sfumate e non più riproposte. Talché all’unanimità abbiamo apprezzato il tuo impegno da assessore provinciale, ribadita e sostenuta la tua candidatura nelle elezioni provinciali.
Il risultato è noto. In seguito ad una aspra campagna elettorale, senza esclusione di colpi con il nostro diretto antagonista, avv. Campisi, sei stato notevolmente il più votato del collegio, ma non eletto a causa della nostra confitta su scala provinciale. Fino a questo punto il circolo aveva ricomposta e dimostrata la sua unità senza registrare differenzazioni. Cosa è accaduto dopo qualche mese, in prossimità delle elezioni comunali? Francamente non lo so dire, non sono stato coinvolto ne mi sono fatto coinvolgere in riunioni di gruppo o in incontri personali. Per me, antiquato comunista del ’69, tutto ciò che non passa dalla discussione collettiva di base è scelta personale, interesse personale, ambizione personale (eccoti il senso dei termini da me usati ed ora ribaditi senza che ciò tocchi l’onestà delle persone, ma i loro comportamenti meramente politici e pubblici), bada compiuta da tutti perché il circolo ricostruito l’avete disfatto.
Disfatto e calpestato dalla segretaria quando ha annunciato la riconferma di Ammendolia a sindaco, poi misteriosamente costretto a ritirare la candidatura la sera prima della presentazione delle liste. Certo hanno fatto una magrissima figura, sconfessando l’ex sindaco hanno sconfessato se stessi in qualità di amministratori che con lui hanno lavorato, ma questo gli elettori non l’hanno capito e del perché troverai la risposta fra qualche rigo.
Disfatto e calpestato quando hai scelto di stringere alleanza con l’avv. Campisi, eletto consigliere provinciale nella lista Scopelliti, e insieme avete trovato la mediazione per candidare a sindaco l’avv. Mercuri, mio fraterno amico che nonostante non ho votato. Cosa vi impediva a continuare le riunioni del circolo per discutere dei problemi di Caulonia, del programma elettorale e delle scelte da compiere? Ci poteva anche essere una scissione che almeno sarebbe apparsa chiara e trasparente, giungo a dire eventualmente legittimata da un dissenso, manifestato nella sede opportuna, conclamato e non conciliabile su aspetti precisi delle politiche locali, o di gestione del partito, oppure di formulazione della lista. La democrazia e la partecipazione non possono ridursi a un fatto oscuro di convenienza ed il partito ad un vespasiano.
Vedi, proprio l’indiscusso prestigio che tu rivendichi, ribadisco, meritatamente acquisito all’interno e all’esterno del Pd, rendono la tua alleanza oltre che personale, politicamente sovraesposta, eclatante, innaturale e perciò più che imbarazzante. Poi, sul piano umano, come fai a non capire che la qualità percepita e la stima nutrita per una persona rendono le sue scelte non spiegate e travalicanti il senso della comune appartenenza il più cocente dei tradimenti? E non parlo solo di me!
Ma quella alleanza era davvero necessaria per il bene di Caulonia? Avrebbe davvero funzionato? L’avv. Campisi era già stato sindaco dimissionato dopo un anno e mezzo della sua stessa maggioranza. Chi ha gridato e forse grida ancora al mostro Ammendolia allora gli ha spianato la strada di una elezione plebiscitaria senza rivali ed anche tu hai contribuito stando nella sua lista. Quando la “classe” politica cauloniese smemorata farà autocritica e deciderà di fare un altro mestiere? Non avresti potuto incidere sulle linee e le scelte dall’interno del circolo e della maggioranza?
Ma davvero la tua trovata politica vecchia e stantia, già disastrosamente sperimentata credi sia essenziale per le sorti di questo paese? Tutto opinabile e da dimostrare. Certamente è risultata perdente, e non paragonabile ai tandem Letta-Alfano, Renzi-Alfano. Sono tandem di governo e non di opposizione, nati non dalle gravi difficoltà economiche e sociali dell’Italia, ma dalle necessità di farvi fronte stante un risultato elettorale che non ha assegnato al Pd la maggioranza al Senato e che nuove elezioni non avrebbero modificato. Non mi è capitato di vedere Bersani e Berlusconi presentarsi in coalizione elettorale per risolvere l’emergenza disastrosa del Paese. Vedo, invece, il Pd chiedere le dimissioni di Scopelliti e fare opposizione a Raffa con cui avete scorazzato a braccetto per la via principale di Caulonia.
La logica politica è una e una soltanto, dalle Alpi alle piramidi, passando per Caulonia. E grazie al fatto che le civiche si siano rabberciate su alleanze locali confuse e indistinte si è avviato un processo che ci ha trasformati da cittadini elettori in clienti. Garda alla composizione del consiglio comunale. Dal punto di vista sociale c’è una sovra rappresentanza del ceto professionale (medici, avvocati, commercialisti), tutti gli altri sono emarginati nonostante la comunità sia un aggregato composito. Votiamo per gli studi, in quanto fruitori di un servizio che paghiamo anche con il voto. E il pacchetto dei voti di cui si dispone si può portare ovunque, a destra e a sinistra. Non c’è giudizio dell’opinione pubblica verso le amministrazioni, non ci sono valori di respiro nazionale in competizione (se ci fossero stati ti dovrei dire che chi ha amministrato ed è stato confermato dal responso popolare ha lavorato bene e che le tue alleanze sono state bocciate e ti competerebbero delle riflessioni, ma so bene che una lista di professionisti ha prevalso sull’altra consimile, questione di peso specifico elettorale e non di idee e programmi). In questa logica giovani e donne ed altri strati sociali potranno apparire nelle liste come figurini portatori di voti, ma regolarmente non vengono e non saranno mai eletti.
Almeno per quel che ci compete, questa è la riforma delle riforme da fare se teniamo davvero alla democrazia: scardinare poteri consolidati immettendo nuove energie, attivare le sedi di base e fare riferimento ad esse anche nei momenti più difficili e scomodi, coinvolgere la gente, dare spazio alle nuove leve (uomini e donne) per assicurare rappresentanza e rinnovamento. Smetterla con il popolo delle primarie e le tessere largamente false, le adesioni devono essere vere e spontanee e non sollecitate, portate in macchina, estemporanee. Smetterla con il congresso permanente, con il partito nel partito che non trova mai il momento di occuparsi delle questioni serie, oppure si espone come il bel giocattolino nelle cristalliere mediatiche per auto compiacersi delle discussioni sottili e forbite che non hanno mai seguito reale.
Per finire. Se tu avessi letto con attenzione la mia lettera al Direttore de Lente Locale non avresti ravvisato la necessità di darmi una risposta, della quale, comunque, ti ringrazio. Avresti visto riportato un virgolettato dell’avv. Mammoliti che ha introdotto il codice etico riferito all’avv.ssa Kety Belcastro. Mi è parsa la solita forzatura a senso unico partire dalla tua decisione di costituirti in gruppo autonomo in consiglio comunale per dare addosso alla segretaria del circolo presupponendo delle incompatibilità nell’accumulo di cariche. Cosi facendo te l’ha sminuita di valore politico soffocandola in una mera questione statutaria che al cittadino comune non interessa e proietta all’esterno una immagine perennemente rissosa.
Pensavo che ti saresti prodigato in una rettifica per darle quel respiro che io soltanto ho colto, pur forviato dalle parole del tuo e del mio rappresentante zonale (io ho il senso del partito). Ma vedo che lo scontro vi ha resi ciechi e incapaci di gestirvi. D’altra parte, invece di parlare, un avvocato è capacissimo di fare un’istanza alla Commissione di Garanzia del Pd provinciale e sciogliere ogni nodo nel silenzio dovuto. O le questioni servono solo per strumentalizzarle?
Ma forse, temendo ritorsioni, non l’ha potuto fare perché tu sei finito nella direzione regionale nonostante un provvedimento di espulsione dal partito? Questo, invece, è codice etico? Ed è codice etico richiedere la tessera sapendo di non poterla avere di fronte ad una decisione superiore, giusta o ingiusta, legittima o illegittima che sia? Il circolo deve attenersi, non è legittimato a dirimerla. Vogliamo gridare al vittimismo, o adoperarci senza chiasso per modificarla nell’istanza che l’ha emessa oppure in altra regionale o nazionale? Non mi pare possibile che il nostro garantismo non preveda la possibilità di riformare una decisione sbagliata o superata dall’evoluzione politica. Per il nulla che può servire rimango nell’apertura non compresa contenuta nella lettera incriminata. Purtroppo, siamo in un partito in cui nessuno può lanciare la prima pietra, salvo che non sia un aderente di base come me, modesto e privo di ambizioni e con ampia libertà di critica che nessuna risposta di domineddio potrà mettere a tacere.
Mi scuso se nello sforzo di essere chiaro e sincero è sfuggita qualche ruvidezza.