DA GIOVANNI MAIOLO COORDINATORE DEI PROGETTI D’ACCOGLIENZA RECOSOL RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE NOTA STAMPA
GIOIOSA IONICA – In questi giorni, sugli organi di stampa locali, si sono rincorse notizie relative ai gravi disagi che i progetti di accoglienza a Gioiosa Jonica stanno attraversando. Notizie che hanno innescato forti interrogativi nella comunità ospitante, preoccupata del buon andamento dei progetti stessi. Con la presente nota si intende comunicare che grazie all’interessamento dell’Amministrazione Comunale, e in particolar modo del sindaco Salvatore Fuda, della Prefettura di Reggio Calabria e alla sensibilità del Servizio Centrale dello Sprar, le difficoltà dovute ai ritardi dei trasferimenti dei beneficiari in esubero sono rientrate. Il Ministero degli Interni ha difatti notificato gli spostamenti dei beneficiari rimasti senza copertura economica presso altri progetti Sprar.
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Ciò comporterà un ritorno alla normale situazione gestionale, anche economica, per cui, tutti i ritardi, in pochi giorni, saranno risolti. Inoltre, le attività di Recosol procedono senza sosta. Tra le altre cose, si è concluso martedì 4 marzo un importante corso di formazione relativo alla “psicologia delle emergenze” organizzato con lo specifico intento di fornire ulteriori strumenti formativi alla giovane, ma già efficiente equipe che a Gioiosa Jonica, sta magistralmente gestendo i progetti di accoglienza ai rifugiati e ai richiedenti asilo. Il corso, tenuto dal docente Alfredo Pisciuneri, si è articolato in diverse giornate e ha trattato, tra le altre cose, argomenti relativi alla psicologia delle emergenze, alla tipologia di interventi da effettuare con i migranti, ai comportamenti a rischio e alle tecniche di gestione dello stress. Lo scopo del corso è stato quello di fornire strumenti teorico-pratici sulla psicologia delle emergenze, facilitare la conoscenza delle proprie modalità di reazione allo stress e alle emergenze, fornendo le tecniche più idonee a gestirle e infine favorire le relazioni all’interno del gruppo in modo da permettere l’espressione e la comunicazione del disagio, creando una rete sociale su cui gli operatori possano fare affidamento.