Una presa di posizione abbastanza forte, quella dell’Unione Sindacale di Base che analizza la situazione posta in essere asserendo che “Attraverso un contorto sistema di acquisizione gestito dalle università statali e telematiche, su contenuti che non fanno altro che riprodurre metodologie e temi di una pedagogia ormai svuotata di ogni pensiero critico, il Ministro Valditara oltre a svilire il valore dell’abilitazione all’insegnamento, avvia un sistema di compravendita che mette le mani nelle tasche di migliaia di studenti e precari”. Pronti allo sciopero il prossimo 17 novembre.
di Antonio Baldari
È trascorsa appena una settimana dalla pubblicazione del Dpcm che regola le nuove modalità di abilitazione che, oltre a registrare l’insorgenza di domande ed interrogativi, più o meno legittimi, già si fanno sentire i primi dissensi, come quello dell’Usb scuola, la quale, attraverso una nota diffusa, sostiene che tale passo del Governo “ufficializza il pizzo di Stato ai danni dei precari e di tutti gli studenti che stanno terminando i loro percorsi di studi universitari – si legge in questo documento – ne parleremo il 13 ottobre, durante l’assemblea che affronterà anche la questione dell’anno di prova dei neoimmessi”.
Una presa di posizione abbastanza forte, quella dell’Unione Sindacale di Base che prosegue nell’analisi della situazione posta in essere asserendo che “Attraverso un contorto sistema di acquisizione dei CFU, gestito dalle università statali e telematiche, su contenuti che non fanno altro che riprodurre metodologie e temi di una pedagogia ormai svuotata di ogni pensiero critico – afferma l’Usb scuola – il Ministro Valditara oltre a svilire il valore dell’abilitazione all’insegnamento, avvia un sistema di compravendita di CFU che mette le mani nelle tasche di migliaia di studenti e precari – afferma l’Usb scuola – negli anni abbiamo visto proliferare un sistema di acquisizione di titoli gestito in gran parte dalle università telematiche e da enti di formazione legati ai sindacati gialli”.
Un “j’accuse” evidentemente piuttosto duro, sul quale l’Unione sindacale di Base prosegue sostenendo che è questo “Un mercato che ha costretto migliaia di precari a investire centinaia, quando non migliaia, di euro in titoli per scalare le graduatorie. L’ultima frontiera di Valditara è l’estensione di questo sistema anche ai percorsi abilitanti, da un lato per foraggiare le università statali – riprende – che hanno ormai smarrito la loro funzione formativa, ma dall’altro alimentando il sistema delle università telematiche e degli enti di formazione, funzionali alla mercificazione della cultura e allo svilimento della parola “formazione”. Il 17 novembre USB sciopererà per chiedere, come sempre, un sistema di formazione di qualità, centrato sui saperi oggetto di insegnamento-apprendimento, a carico dello Stato, ma anche un intervento immediato per calmierare i prezzi di questi percorsi abilitanti – conclude l’Usb scuola – costi non alla portata dei ceti popolari, mostrando ancora una volta che ormai il mondo della formazione si rivolge soprattutto alle élite di questo paese, escludendo le fasce popolari e aprendo una nuova frontiera della lotta di classe, per una professione che oramai, evidentemente, su può comprare in un mercato per nulla trasparente. Contro questo sistema scioperiamo il 17 novembre insieme a tutti i lavoratori della scuola e a tutti i lavoratori pubblici. Chi non parla è complice, chi non protesta non ha diritto neanche a lamentarsi”.