SELLIA MARINA- Amore, rispetto e accoglienza. Sono le parole chiave che descrivono il grande gesto di solidarietà dell’imprenditore calabrese Giuseppe Nucera, già Presidente di Confindustria Reggio Calabria, che ha aperto le porte del suo resort Costa Blu ai profughi ucraini.
Il bellissimo resort, che sorge sulle coste di Sellia Marina, ha spalancato le sue braccia a sette famiglie di rifugiati, dando non solo un supporto concreto, ma anche una mano amica, affetto, rispetto, amore, un posto sicuro e un lavoro, com’è successo nel caso di Natalia e di suo figlio, che ora lavorano nel resort.
Ma non ci sono solo loro: in questa piccola comunità, c’è anche una signora di 92 anni, la figlia, i nipoti e i pronipoti, insieme alle altre mamme e i loro bambini di quattro anni.
Negli occhi di Natalia si legge la grande riconoscenza e la commozione per lo straordinario gesto di Nucera:
«Per tre mesi, fin dall’inizio della stagione e all’arrivo dei turisti, abbiamo avuto l’opportunità di goderci le case sulla costa jonica e di sentirci al sicuro, amati e rispettati».
«Ora – ha spiegato – tutti gli ucraini che erano ospitati qui andranno in diverse città, ma nessuno resterà in Italia senza supporto. A me e mio figlio – ha concluso – è stato offerto un lavoro, e siamo felici che saremo utili e indipendenti, perché potremo costruire il nostro futuro qui. Siamo infinitamente grati al sig. Nucera per questa possibilità».
Un’operazione di assistenza continua, quella offerta da Nucera che ha ricordato che «da marzo ospitiamo sette famiglie di rifugiati ucraini. È stata un’esperienza bellissima vedere questi bambini, le loro mamme che vivono in un ambiente sereno, tranquillo e sul mare».
«La fuga, per loro – ha spiegato l’imprenditore – alla fine è stato anche un momento di ritrovarsi in una grande famiglia, rappresentata dal senso dell’amicizia, dell’ospitalità calabrese. Sono veramente felice di aver fatto quest’atto di accoglienza senza ricevere nulla ma dando; o meglio: ricevendo la stima, l’amicizia, l’affetto che hanno tanto valore ma non hanno prezzo».
«Questa quando è arrivata – ha ricordato Nucera con emozione – era spaventata. Negli occhi avevano il terrore della guerra. Hanno lasciato i loro affetti, i loro mariti a combattere e qui si sono ritrovati. E gli abbiamo dato la possibilità a chi ha voglia o può lavorare, anche di fermarsi a lavorare».
«Come imprenditore sono stato vicino, ma principalmente come calabrese, come italiano. Ho voluto dimostrare, con questo gesto di grande generosità gratuita», ha proseguito Nucera, evidenziando che, nonostante i contributi erogati dallo Stato italiano, «ho risposto “non sono interessato” ai contributi ai contributi dello Stato italiano, sono interessato a dare qualcosa che posso dare a chi ha bisogno, perché il mio impegno di imprenditore mi ha dato tanto».
«E quindi condividere con questi amici la disponibilità, lo spazio, la casa è stato un gesto veramente fatto anche in memoria, come si diceva una volta, dei nostri cari morti».
A stagione estiva iniziata, alcuni ucraini si sono trasferiti in altri luoghi calabresi nelle comunità religiose, altri, invece, hanno deciso di rimanere perché vogliono lavorare per questa stagione estiva, ma per Nucera «rimane questa grande amicizia, questo forte legame».
Quella vissuta da Nucera, «è il completamento del mio impegno civico ma anche l’impegno di imprenditore calabrese che dà a chi ha bisogno. Spero un giorno di poter andare a Kiev e incontrare tutti coloro che sono partiti dal mio resort».
L’imprenditore, poi, ha fatto una riflessione sulla guerra, spiegando che ha messo alla prova l’Europa sul tema dell’accoglienza e di reagire di fronte a chi ha bisogno. Una prova che la Calabria e i calabresi hanno superato ampiamente, dando a donne e bambini un posto sicuro, una mano amica e un affetto incondizionato.
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