CAULONIA – Altro che il “gelato al veleno” citato da Gianna Nannini nella sua “Fotoromanza”; dai rubinetti delle case di Caulonia sgorga acqua con percentuali di arsenico molto più alte della soglia massima consentita. Acqua che non serve nemmeno a bollire la pasta o farci il caffè; acqua che non è buona nemmeno per lavarsi, visto che questa sostanza potenzialmente cancergena potrebbe penetrare attraverso i pori cutanei. La scoperta risale a qualche tempo fa, ma la soluzione a questa vera e propria emergenza non è ancora arrivata, e allora il gruppo di minoranza in consiglio comunale di “Insieme per Caulonia” ha tenuto, questo pomeriggio, un incontro pubblico per discutere del tema, sensibilizzare i cittadini alla partecipazione civica che potrebbe comportare anche forme di protesta eclatanti e sferzare un’amministrazione comunale che, come ha detto l’ex consigliere comunale Enzo Rullo «E’ distratta dalla chitarra battente e dal tamburello, pensa solo al Kaulonia Tarantella Festival e trascura quella che è una vera e propria emergenza, ecco perchè dobbiamo essere pronti anche a occupare il palazzo comunale fin quando non si risolve il problema». Si respira aria di una nuova rivoluzione a piazza Seggio, quella dei comizi storici. Lo scenario è reso ancora più suggestivo al calar del sole, quando, dopo l’uscita dalla messa pomeridiana, l’unico spazio pubblico pianeggiante del borgo antico si riempie di cittadini arrabbiati e avvelenati, non solo in senso metaforico. Al tavolo dei relatori, sui cui fa bella mostra di sè il primo numero della pubblicazione “Francamente” curata dai giovani del movimento, ci sono i tre consiglieri comunali di opposizione Mimmo Mercuri, Mimmo Campisi e Attilio Tucci. In prima fila il consigliere provinciale Pierfrancesco Campisi che attacca la giunta dicendo che «M’interpellano solo quando hanno bisogno di fondi per il festival, come se io fossi stato eletto per quello. Sono inadeguati a governare e se ne infischiano dei problemi reali del paese». Apre i lavori Domenico Campisi, medico e consigliere di opposizione. Snocciola dati che destano un allarme concreto. «La soglia massima di tolleranza fissata dalla legge è di 10 microgrammi al litro e quando supera i cinquanta non si può fare nemmeno la doccia. Le recenti analisi compiute qui – ha detto – indicano dei valori compresi tra 47 e 63, con grosso rischio di contrarre malattie neoplastiche. Dopo sette mesi dalla scoperta del problema – ha ribadito – non s’intravede alcuna soluzione e solo dopo la nostra insistenza hanno messo i cartelli in cui avvisano che l’acqua non è potabile». Mercuri parte da lontano, compiendo un’analisi sul ruolo precipuo di ogni opposizione consiliare e tocca il momento storico nazionale che vede al centro del dibattito politico la questione morale. «Quest’amministrazione – ha detto – è la prosecuzione di quella precedente. Si sono arroccati in maniera arrogante sulle loro posizioni, senza nemmeno rispondere alle nostre interrogazioni, perchè il ruolo dell’opposizione – ha rimarcato Mercuri – è quello di controllare chi amministra e sferzarlo a risolvere i problemi della comunità visto che la maggioranza ottenuta grazie al sistema elettorale vigente dà a loro, e solo a loro, gli strumenti per risolvere i problemi della cittadinanza». Gli applausi fioccano, anche quando non manca, da parte di tutti, un appello alla partecipazione. Si parla di prospettive di occupazione del palazzo comunale, di raccolte firme da mandare al prefetto. Tucci, poi, ricorda come «Il primo intervento da compiere è quello di trovare i fondi necessari per poter intervenire sul problema dell’acqua potabile, ma non come fatto fino ad oggi, quando si sono chiesti e ottenuti per opere non prioritarie o interventi rinviabili. Non sanno nemmeno dialogare con la Sorical o con la Regione». E poi «Perchè non hanno contattato degli esperti in materia capaci d’individuare soluzioni tecniche adeguate come hanno fatto coi progetti di accoglienza quando chiamarono persone giunte apposta dalla Sicilia?». Tucci abbozza pure qualche soluzione tampone: «Perchè non sfruttare un sistema capace di attingere l’acqua dal torrente Amusa o, vista l’emergenza, perchè non dotare ogni famiglia di un proprio depuratore? I soldi pubblici devono servire proprio a questo».
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Conclude Pierfrancesco Campisi: «Ma ditemi voi – ha detto, rivolgendosi alla folla – quale Regione darà mai i soldi per realizzare opere basandosi sul presupposto che poi i cittadini non pagheranno le bollette? Le strategie e le soluzioni – ha aggiunto – vanno individuate attingendo innanzitutto ai fondi comunali, senza sperare in qualche megafinanziamento appellandosi alla buona sorte o alla grazia del nostro santo patrono. Propongo – ha concluso – che già da lunedì si sfruttino i metodi che i nostri avi utilizzavano un secolo fa, quando i mezzi tecnici erano decisamente inferiori, ma l’acqua era buona, e allora s’inizi a riempire il serbatoio del Baglio con acqua pulita, magari potenziando il vecchio acquedotto di Stramerche». Ironia della sorte, mentre pronuncia queste parole inizia a cadere una pioggia che in pochissimi minuti si fa sempre più insistente. Come una nemesi immediata. La gente sfolla rapidamente, ma il messaggio dell’iniziativa di “Insieme per Caulonia” sembra essere arrivato forte e chiaro ai cittadini presenti.
GIANLUCA ALBANESE